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Alberto Panicucci

"IOCOSE" in mostra

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È stata inaugurata lo scorso 25 novembre, e durerà fino al prossimo 26 febbraio, la mostra che la FMAV(Fondazione Modena Arti Visive) ha deciso di dedicare al collettivo artistico IOCOSE.
Fondato nel 2006 da Matteo Cremonesi, Filippo Cuttica, Davide Prati e Paolo Ruffino, IOCOSE si focalizza sui fallimenti dei miti del progresso e le ripercussioni di tali visioni sul nostro presente. La rappresentazione e la retorica dell’innovazione tecnologica sono il principale bersaglio delle opere di IOCOSE (immagini digitali, fotografie, sculture, videoinstallazioni…), che fanno ampio ricorso al surreale, al gioco e anche alla fantascienza per esplorare criticamente le narrazioni dominanti sul progresso tecnico e il futuro, rendendone palesi le contraddizioni.
La mostra ora in corso a Modena è intitolata "LOOPS & VECTORS", un titolo che evidenzia i due fili rossi che collegano i lavori in esposizione: da una parte il loop, cioè la circolarità (quindi: ripetizione di situazioni, ma anche modelli non lineari di tempo); dall’altra il vettore, cioè una linea che indica direzione e movimento, e che viene interpretata nelle diverse opere come scarto, scatto, fuga…
Inoltre, LOOPS & VECTORS utilizza l’immaginario fantascientifico per sottolineare il legame tra la fabulazione sul futuro e il presente. Alcune delle più recenti opere di IOCOSE, infatti, sono dedicate al NewSpace, cioè al processo di colonizzazione dello spazio: in mostra è presente un’installazione composta da due animazioni video 3D e da una cupola geodetica. Un’opera popolato da droni, animali spaziali e arti post-umani…
A queste visioni artistiche si affiancano (nel catalogo della mostra) due racconti di fantascienza, scritti per l’occasione da Simon O’Sullivan (professore di Teoria e pratica dell’arte all’università londinese Goldsmiths) e da Anna M. Szaflarski (artista visiva, performer e scrittrice).
Nel complesso, il senso profondo dell’attività di IOCOSE è dare vita a una “contro-narrazione” sul futuro, mettendo in discussione le visioni dominanti, in ambito tecnologico, economico, anche toccando il tema del rapporto con l’ambiente. Le opere in mostra a Modena definiscono uno sguardo eterodosso sulla realtà, che spinge a riflettere sul ruolo delle persone (cioè: di ciascuno di noi), nel definire il futuro (e il presente).






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