CINEMA E MUSICA
Alfredo Ronci
Le luci e le ombre di 'Sud' di Fiorella Mannoia.
Ahimé ci sono: luci sì e anche abbaglianti, ma pure ombre, qualcuna scura come pece.
Verrebbe da dire che un po' si è stanchi de 'sto terzomondismo musicale, pieno di buoni sentimenti e buone intenzioni, ma spesso noioso e scipito come un biscotto alla crusca.
Ok, la Mannoia ha confessato di aver progettato il disco dopo la lettura del libro di Pino Aprile Terroni e dopo aver conosciuto la malaugurata sorte capitata a Thomas Sankara, il presidente del Burkina Faso, ucciso dopo aver più volte dichiarato che non avrebbe pagato i debiti verso l'Occidente.
Tutto davvero molto coinvolgente. Ma crediamo che questa smania 'civile'della rossa cantante un po' le si sia rivoltata contro: nemmeno per colpa sua, perché gli episodi più 'scuri' di Sud vengono da apporti esterni. Prendiamo per esempio l'orrendo rap (rap??) di Frankie Hi NRG 'Non è un film', con il carosello più insipido ed insopportabile di banalità, ripetiamo, terzomondiste. O il brano 'Luce' scritto appositamente da Luca Barbarossa che mostra una convenzionalità da fiera paesana. Tacciamo poi sul simil-napoletano (abbastanza imbarazzante) 'Quanne vo' bene'.
Per fortuna il resto è materia di prima qualità, a cominciare dal brano che lancia tutta l'operazione 'Io non ho paura' (splendido), quello di apertura 'Quando l'angelo vola' (dove si ascoltano le parole di Thomas Sankara) in cui la voce della Mannoia è accompagnata da uno degli strumenti più affascinanti di tutto il mondo musicale, la kora. Ci piace sottolineare anche il brano 'Se solo mi guardassi' che vede la cantante nella veste insolita di scrittrice mentre la musica è del suo amico e collaboratore di sempre Ivano Fossati.
Sopra tutto due brani dalle potenzialità emozionali non indifferenti: la rumba di 'Portami via' e la rivisitazione della piazzolliana 'Vuelvo al sur' che in italiano diventa 'Torno al sud' e che in fondo costituisce il vero 'testamento' di questo disco intenso.
Consiglierei alla Mannoia un bagno di umiltà: meglio ancora, un atteggiamento meno 'buonista'. Non è necessario circondarsi dell'aura di sacralità per essere considerata santa.
Ha una splendida voce (anche se a volte è un po' monocorde), ha la considerazione e l'appoggio del miglior cantautorato nostrano, ha un'immagine vincente e 'seria', ma allora che bisogno c'è di vestirsi di luce per un'epifania col botto?
Tutto troppo.
Rimane il fatto che Sud offre alcune delle cose migliori dell'intera discografia mannoiana.
Fiorella Mannoia
Sud
Sony - 2012
Verrebbe da dire che un po' si è stanchi de 'sto terzomondismo musicale, pieno di buoni sentimenti e buone intenzioni, ma spesso noioso e scipito come un biscotto alla crusca.
Ok, la Mannoia ha confessato di aver progettato il disco dopo la lettura del libro di Pino Aprile Terroni e dopo aver conosciuto la malaugurata sorte capitata a Thomas Sankara, il presidente del Burkina Faso, ucciso dopo aver più volte dichiarato che non avrebbe pagato i debiti verso l'Occidente.
Tutto davvero molto coinvolgente. Ma crediamo che questa smania 'civile'della rossa cantante un po' le si sia rivoltata contro: nemmeno per colpa sua, perché gli episodi più 'scuri' di Sud vengono da apporti esterni. Prendiamo per esempio l'orrendo rap (rap??) di Frankie Hi NRG 'Non è un film', con il carosello più insipido ed insopportabile di banalità, ripetiamo, terzomondiste. O il brano 'Luce' scritto appositamente da Luca Barbarossa che mostra una convenzionalità da fiera paesana. Tacciamo poi sul simil-napoletano (abbastanza imbarazzante) 'Quanne vo' bene'.
Per fortuna il resto è materia di prima qualità, a cominciare dal brano che lancia tutta l'operazione 'Io non ho paura' (splendido), quello di apertura 'Quando l'angelo vola' (dove si ascoltano le parole di Thomas Sankara) in cui la voce della Mannoia è accompagnata da uno degli strumenti più affascinanti di tutto il mondo musicale, la kora. Ci piace sottolineare anche il brano 'Se solo mi guardassi' che vede la cantante nella veste insolita di scrittrice mentre la musica è del suo amico e collaboratore di sempre Ivano Fossati.
Sopra tutto due brani dalle potenzialità emozionali non indifferenti: la rumba di 'Portami via' e la rivisitazione della piazzolliana 'Vuelvo al sur' che in italiano diventa 'Torno al sud' e che in fondo costituisce il vero 'testamento' di questo disco intenso.
Consiglierei alla Mannoia un bagno di umiltà: meglio ancora, un atteggiamento meno 'buonista'. Non è necessario circondarsi dell'aura di sacralità per essere considerata santa.
Ha una splendida voce (anche se a volte è un po' monocorde), ha la considerazione e l'appoggio del miglior cantautorato nostrano, ha un'immagine vincente e 'seria', ma allora che bisogno c'è di vestirsi di luce per un'epifania col botto?
Tutto troppo.
Rimane il fatto che Sud offre alcune delle cose migliori dell'intera discografia mannoiana.
Fiorella Mannoia
Sud
Sony - 2012
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