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INTERVISTE

Mauro Di Leo

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Ci racconti della sua esperienza. Come è arrivato ad aprire una casa editrice?



Tutto inizia dalla lettura. Leggere è sempre stata per me un'attività quotidiana, necessaria quasi come il mangiare e il bere. La buona lettura ha ispirato le mie scelte, aumentando il desiderio di scoprire nuovi autori, in particolare all'estero, che potessero trasmettermi e trasmettere agli altri il concetto di "viaggio".

Atmosphere libri è nata per invitare il lettore a un viaggio intorno al mondo. Viaggiare per conoscere le storie più varie, per sapere qualcosa di più degli uomini che vivono o hanno vissuto esperienze diverse, e cogliere di un carattere i silenzi e le gioie, i tormenti e la felicità.



Da chi è composto lo staff della vostra casa editrice?



Come editore, mi occupo di scegliere e selezionare i manoscritti insieme a uno staff, capeggiato da Rosanna Romano dell'agenzia 'Il Menabò', che si allarga e si restringe di vari collaboratori, tra cui spiccano molti traduttori e revisori, oltre alla presenza di un bravo grafico che contribuisce alla buona riuscita di un prodotto di qualità.



Quali libri propone Atmosphere? Quali sono le tematiche a lei care?



La casa editrice è nata per far circolare idee e valori, che pensiamo universali, attraverso il libro, mezzo essenziale per la conoscenza. Per questo motivo abbiamo iniziato pubblicando solo scrittori stranieri. Oggi siamo aperti anche agli stranieri che vivono e scrivono in italiano, stiamo sviluppando una collana dedicata ai romanzi di formazione per adolescenti e giovani adulti. Presto, cominceremo a ospitare anche scrittori italiani che sappiamo scrivere sapientemente della natura umana.



Di cosa trattano i vostri libri?



Trattiamo le paure e le debolezze (pedofilia, bullismo, alcolismo, tossicodipendenza, disturbi alimentari, psicosi), ma anche la felicità e l'amore come fattori indispensabili per contrastare le devastazioni della psiche umana. Sentiamo l'urgenza di comunicare, attraverso la narrativa, il bisogno di rendersi coscienti che le deviazioni della nostra società esistono ed è inutile far finta di "non vedere" e, in questo caso, di "non leggere" perché altrimenti "mi sento peggio". Le nostre debolezze vengono proprio dalla mancanza di solidarietà e di coscienza per chi si sente oppresso.



Come vengono scelti i libri da pubblicare?



La qualità e le tematiche dei romanzi sono essenziali per le nostre scelte. In particolare, la Russia e l'Europa dell'Est in generale, Israele e la Spagna sono le aree geografiche da cui attingiamo più scrittori. Tuttavia, siamo aperti a tutto il mondo e andremo, a breve, a scoprire nuovi autori anche nei paesi arabi. La sorpresa maggiore verrà, tuttavia, da quegli scrittori stranieri che vivono in Italia e hanno attinto alla nostra cultura senza dimenticare la loro origine e le loro tradizioni.



Cosa vuol dire fare editoria oggi in Italia?



Vuol dire fare cultura, almeno come lo intendo io. Non si nasce editori per lucrare su scrittori sconosciuti, illudendoli di aver scritto un capolavoro. Fare editoria è una scelta di vita, non una professione. È per questo che la piccola editoria dovrebbe ricevere aiuti e sovvenzioni dallo Stato e dalle regioni, mentre si lascia alla libera iniziativa e alle possibilità finanziarie di pochi avventurosi il compito di salvaguardare un tassello della cultura producendo buoni libri.



Abbiamo ancora voglia di cosmopolitismo?



In un'epoca di globalizzazione economica è necessario affrontare anche il tema della globalizzazione culturale. Restare vincolati solo a questioni provinciali e campanilistiche impedisce la comprensione del mondo e quindi dell'uomo che lo abita.



Come sono andati i primi appuntamenti con l'editoria?



Siamo soddisfatti di essere stati presenti al Salone del libro di Torino perché abbiamo potuto verificare l'interesse dei lettori curiosi per i nuovi autori provenienti da più parti del mondo, in particolare dalla Russia. Cercheremo di continuare a frequentare le varie fiere, tra cui quella di Roma della piccola e media editoria "Più libri più liberi" in programma a dicembre.



Leggere Atmosphere vuol dire...



...andare in giro per il mondo rimanendo seduti sulla propria poltrona. È molto meglio della televisione perché la lettura favorisce l'immaginazione che, a sua volta, arricchisce la mente. C'è la speranza che un nostro libro possa servire a qualcosa di buono.







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