Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina

Il Paradiso degli Orchi
Home » Archivio » Interviste » Paolo Pedote

Pagina dei contenuti


INTERVISTE

Paolo Pedote

immagine
Parliamo di Giovanni Paolo II, di questo presunto "papa buono". Fu lui a nominare Ratzinger a capo della Congregazione per la dottrina della Fede, se non ricordo male. Da cui, il nostro beneamato e futuro papa tedesco, si prodigò per il bene dell'Istituzione e occultò tanti casi di pedofilia, come ha testimoniato di recente il 'New York Times', ce lo confermi?



Giovanni Paolo II è stato oggettivamente il fenomeno mediatico meglio riuscito della Chiesa di Roma degli ultimi decenni. Ma a guardare bene sono molti gli aspetti inquietanti di questo personaggio di un'intelligenza straordinaria: dalle amicizie imbarazzanti con dittatori, come per esempio Pinochet, alle sue tristi posizioni sulla donna nella società. E dici bene: fu proprio lui a incaricare Ratzinger di occuparsi della Congregazione della dottrina della fede, ex Sant'Uffizio per chi non lo ricordasse.

Tornando alla questione attuale, tutto scoppia con un'Agenzia ANSA del 25 marzo 2010 che riporta un articolo del New York Times on line. Papa Benedetto XVI e il cardinale Tarcisio Bertone, attuale segretario di Stato Vaticano, vengono accusati di aver occultato un caso di pedofilia negli Stati Uniti che riguardava un prete, il reverendo Joseph Murphy (deceduto nel 1998). Tra il 1950 e il 1977 pare abbia molestato almeno 200 bambini sordi.

Da quel giorno la bufera in Vaticano.

I documenti ufficiali che la Chiesa cattolica ha promulgato sulla questione degli abusi sessuali risalgono però agli anni Sessanta e dalla loro analisi si comprende come l'interpretazione giuridica tenda a cristallizzare l'immunità delle gerarchie vaticane e dei presbiteri di fronte alle leggi degli Stati con i quali si relazionano.

In altri termini, quando parliamo di Chiesa cattolica, non dobbiamo mai dimenticare che parliamo anche e soprattutto di uno Stato. Più precisamente di una monarchia assoluta che ha un unico e indiscutibile monarca, il papa. E di fronte agli abusi sessuali, commessi in territorio straniero da un suo suddito, il monarca non vuole che nessuno si intrometta (oltre al fatto che il monarca in questione, essendo tale, ha l'immunità).

Ma dall'analisi di questi testi emerge anche un altro elemento fondamentale. La vittima è semplicemente nominata per circoscrivere un crimine 'scandaloso' che offende Dio, offende il sentimento che riguarda la fede e soprattutto l'unica costruzione ideologica della Chiesa: la sessualità finalizzata al solo scopo riproduttivo.

Ne consegue che per la Chiesa un abuso sessuale non è un gravissimo crimine contro una persona, ma un delitto contro la morale, cioè contro Dio. Questo abuso, se esercitato da un membro della Chiesa, deve rimanere un segreto poiché espressione di uno scandalo e dunque di una morale non conforme al disegno di Dio. In sintesi: segreto, scandalo, morale.



Richard Sipe, in un suo bel libro intitolato 'Celibacy in Crisis' (mai tradotto in Italia), sostiene che il celibato dei preti sia alla base di tante problematiche sessuali che i prelati si portano appresso; della serie, se non si scopa alla fine uno esplode. In questo senso Sipe trova correlazioni anche fra celibato e pedofilia dei preti. Che ci puoi dire su questo?



Che ha perfettamente ragione Vito Mancuso, teologo fuori dal coro dottrinale, quando scrive su Repubblica del 18 marzo 2010: Oggi assistiamo alla fine abbastanza ingloriosa del modello di vita sacerdotale sancito dal Concilio di Trento, e in genere portato avanti nel secondo millennio cristiano, con il legare obbligatoriamente alla vita sacerdotale la scelta celibataria. I crimini legati al clero pedofilo (che la gerarchia conosceva e copriva per anni) stanno scavando la fossa, anzi hanno già scavato la fossa, alla falsa idea della superiorità morale e spirituale del celibato. Naturalmente non intendo per nulla cadere nell'eccesso opposto di chi ritiene la vita celibataria alienante e disumana a priori. Conosco preti celibi straordinari, modelli integerrimi di vita serena, pura, felicemente realizzata. Voglio piuttosto esprimere la mia ferma convinzione che ciò che conta per un uomo di Dio (perché nulla di meno il prete è chiamato a essere) sia avere l'anima piena della luce e della gioia del vangelo, e che a questo scopo la condizione migliore sarà per uno vivere nel celibato e per un altro metter su famiglia, a seconda del temperamento e dell'attitudine personali.

Dunque, che la Chiesa lo voglia oppure no, è necessario un nuovo atteggiamento nei confronti della sessualità umana che bandisce una volta per tutte quella rigidità con cui la dottrina cattolica continua a trattare il tema, rimanendo così semplicemente su un altro pianeta (magari il Vaticano si trasferisse tutto su Marte!). Nessuno capisce perché anche i preti non debbano avere una loro vita sessuale e fare del loro corpo quello che vogliono. Anche perché Gesù, da quel che risulta dai Vangeli, di sesso non ne parla mai. Per forza: con tutti i problemi che ci sono!



Chiesa e sessualità, siamo fermi al palo medievale più oscurantista o è solo un'impressione?



Qui mi porti al piatto forte della questione. Diciamo che siamo fermi non al Medioevo, ma a sentir Bertone & C., al terzo millennio a. C., ovvero a quando sono stati scritti i testi della Bibbia. Testi per altro destinati a regolare l'esistenza di pastori nomadi del deserto. E già questo la dice tutta, perché, sembra banale ricordarlo, ma noi siamo nel 2010 e la nostra vita si differenzia in molti punti.

La Chiesa, da un punto di vista organizzativo, si è evoluta... eccome!, ma il cuore delle sue tesi, il cuore delle sue affermazioni non sono cambiati di una virgola.

Il problema della sessualità umana, e del suo controllo, alla Chiesa non puoi toglierlo perché la priveresti delle sue fondamenta. Paolo di Tarso in fondo fa solo questo. Mentre il Cristo cerca di riformare la sua tradizione – e come ho già detto se ne infischia della sessualità – ragione per cui gli Scribi e i Farisei lo fanno crocifiggere, l'ebreo Paolo di Tarso fa un'operazione assai precisa: deve collocare il Cristo della redenzione con la vecchia tradizione (sesso fobica). Estrae dunque dal cilindro il vecchio tema della sessualità, il peccato originale, una cultura aberrante del corpo e una devastane misoginia. San Paolo è ossessionato solo da questo. E su questi orrori fonda il Cristianesimo tralasciando completamente le parole del vero autentico ispiratore.

Potremmo dire che le religioni non sono altro che metafisiche sclerotizzate della sessualità. Tutte, indiscutibilmente. In Italia, per fare un altro esempio, sono state uccise ragazze di origine musulmana solo perché iniziavano a liberarsi della tradizione imposta dai padri per vivere come desideravano: una libertà del corpo che alle donne islamiche è severamente vietata.



Facciamo un po' di dietrologia. I preti che si scopano i bambini sono solo dei malati pedofili o c'è una sorta di rito iniziatico perverso in questi atti che, come sostengono alcuni psicanalisti, renderanno la vittima, in futuro, debole, influenzabile e addirittura manipolabile da loro stessi. Come dire, il demonio indossa la tonaca?



Un prete che, come dici tu, scopa i bambini è un pedofilo criminale perché ogni abuso è un crimine contro l'umanità. Un prete che colleziona materiale pedopornografico è solo uno sporcaccione pericoloso e va allontanato perché ha una concezione del sesso malata. Punto, è difficile aggiungere altro.

Noi abbiamo fatto della sessualità materiale per teologi e psichiatri, discipline che hanno creato più danni che vantaggi agli umani. Se leggi i testi filosofici dell'Utilitarismo britannico, per esempio, ti rendi conto di come l'etica possa essere facilmente liberata dalle incrostazioni del moralismo sessuofobico delle religioni. E questo potrebbe essere un obiettivo interessante.

Però, già che ci siamo, possiamo aggiungere alcune considerazioni.

Ci sono tesi psichiatriche che affermano che la pedofilia sia solo eterosessuale, di che ne dica Bertone. E questo perché il bambino è assimilabile alla donna, cioè si sottomette facilmente. Questo potrebbe essere un primo spunto di riflessione.

Poi c'è la questione legata all'omosessualità iniziatica presente in molte culture, soprattutto primitive, che vede giovani coinvolti in riti iniziatici dove devono concedersi facendosi sodomizzare da figure di riferimento del gruppo. La stessa Grecia antica porta con se una pederastia iniziatica nella paideia, il suo modello educativo.

E' chiaro che nei seminari e nei luoghi dove esistono giovani che hanno delle figure di riferimento spirituale, anche il corpo gioca il suo ruolo. Primo perché le religioni sono profondamente carnali, anche se dicono di occuparsi solo dello spirito. Dovrebbero semmai affermare che loro si occupano della "tensione" tra corpo e spirito, concetto assai diverso e che vede implicazioni filosofiche molto più serie e importanti da un punto di vista politico. Sta di fatto che il capo spirituale, che può essere anche un prete, esercita un potere sul giovane. Questo potere si esprime anche con una dimensione erotica, inutile negarlo. Potrei aggiungere anche che il sesso assume un ruolo fondamentale, come diceva Foucault, perché ogni rapporto sessuale è isomorfico ai rapporti sociali e quindi riesce a costruire tabù e leggi molto rigide che entrano nei codici culturali.

Busi è stato attaccato e accusato di difendere la pedofilia solo perché ha sostenuto che nella cultura contadina 'toccare' un bambino, per esempio, era una cosa normale, ovvia. Busi sosteneva che è tutto una questione di cultura. Il vero problema dunque è la sessuofobia esasperata della Chiesa e della gente che non mette le persone nella condizioni di comprendere la propria fragilità umana. Perché, io ti domando: è più grave abusare di un bimbo o far parte di un gruppo di quaranta individui che stupra a Napoli una ragazza di colore (la quale, come i giornali raccontarono, morì di pazzia e alcolizzata)? Che uomo è uno che torna a casa dopo aver stuprato una ragazza con altri trentanove individui e mangia al tavolo con moglie e figli? Allora la questione è molto seria e ha ragione Busi. Il resto è demagogia e squallido moralismo. Ripartiamo dunque da qui.



Capitolo omosessualità e preti. Qualcuno, tu anche credo, sostiene che uno dei motivi principali della lotta che il Vaticano fa contro gli omosessuali sta nel fatto che nel Clero non si vuole affrontare la realtà dell'ingombrante presenza di numerosissimi omosessuali. Insomma, la querelle gay-Vaticano, per dirla volgarmente e anche simpaticamente, è una lotta fra "froci"?



Esatto, una lotta tra froci, come diceva il buon Gianni Delle Foglie, militante e gestore della libreria Babele di Milano (che ricordo con affetto assieme al compagno, scomparsi purtroppo qualche tempo fa). Innanzitutto perché religioni monoteiste vuol dire patriarcato. Patriarcato significa gerarchia di potere destinato unicamente ai maschi per i maschi che esclude le donne da tutto. Basta pensare che nella Chiesa se sei maschio inizi come prete e puoi finire anche come papa, mentre le suore rimangono tali e non beccano neppure un quattrino.

Secondo: l'antropologa Ida Magli spiega benissimo che il Cristianesimo è figlio dell'Ebraismo e l'omosessualità nel Popolo Eletto è vissuta come rapporto stretto tra i figli di Abramo e Dio (il dono del prepuzio, ovvero la circoncisione, è il gesto nel quale i maschi ebrei si concedono al loro sposo). L'unico rapporto che non disturba questo amore/patto con Dio (che a questo punto possiamo anche chiamare il fallo idealizzato e sublimizzato) è il rapporto eterosessuale con le donne. Sicché fu necessario tabuizzare l'omosessualità.

Questa è ovviamente solo una tesi. E' però importante, come già abbiamo detto, se pensiamo a quale ruolo fondamentale ha il sesso nelle religioni e perché l'unica ossessione del Cattolicesimo è quella di indagare cosa fanno gli umani a letto.

La Chiesa, dunque, condanna l'omosessualità perché ne è intrisa fino alle orecchie. Ma se fosse onesta intellettualmente, prenderebbe atto di ciò e per quanto concerne la selezione degli ammessi ai seminari, nei modelli di vita proposti, nelle culture delle relazioni affettive, inizierebbe ad accogliere senza problema i sacerdoti dichiaratamente omosessuali. Ciò per evitare da un lato che questo torni a essere una tendenza da reprimere e non piuttosto da vivere con serenità, dall'altro per evitare che il candidato al presbiterato abbia ritenuto forse di risolvere il proprio disagio sessuale abbracciando lo stato ecclesiastico e dunque il celibato, ottenendo così un danno ancora maggiore, ovvero una falsa vocazione.



C'è un assedio contro il Cristianesimo, come sostengono i cattolici, o davvero il problema pedofilia nel Clero, scoppiato soprattutto nell'ultimo decennio a livello d'opinione pubblica, è soltanto la punta dell'iceberg di una questione che prima si aveva timore ad affrontare?



Affermare che il problema della pedofilia è il problema dei preti pedofili sarebbe, oltre che intellettualmente disonesto, sbagliato. Come ha ricordato Marco Polito tempo fa a Otto e mezzo, il vero dramma della pedofilia si consuma nelle famiglie perché più del 70% degli abusi avviene lì, nella cosiddetta "famiglia naturale". Poi c'è il mercato pedopornografico, alta seria questione, dove ciò che inquieta di più sono le organizzazioni che stanno dietro alla vendita di prodotti pornografici con bambini e soprattutto dietro la tratta di poveri provenienti da tutto il mondo. Piccoli senza famiglia o di famiglie poverissime svenduti come scatole di carne per il piacere di ricchi che vivono in Occidente e che si possono permettere video e foto da acquistare online di sera tardi, anche con una carta di credito, e soprattutto dopo che moglie e figli sono andati a letto.

Alcuni dei casi che racconto ne La Chiesa del peccato, sono proprio di preti pedofili che sono caduti nella rete degli inquirenti che indagavano su appunto queste organizzazioni terribili.

Certo è che oggi in Italia si contano più di centotrenta casi accertati di abusi e nel mondo alcune Diocesi sono fallite per via dei risarcimenti.

Per fare un esempio, l'Adnkronos del 26 marzo 2010 ci informa che la Chiesa cattolica americana ha sborsato recentemente 436 milioni di dollari in relazione ai casi di abusi sessuali commessi da sacerdoti e religiosi; nel 2007, la cifra aveva già raggiunto il tetto record di 526 milioni di dollari, per un totale oggi che sfiora l'incredibile cifre di un miliardo.

Questo è quanto si legge in un rapporto ufficiale proprio della Conferenza episcopale degli Stati Uniti pubblicato recentemente e che ha dei risvolti etici non indifferenti. Primo: una Chiesa che continua a colpire chi ha rapporti fuori dal matrimonio non finalizzati alla procreazione e che si permette di fare la morale è una contraddizione in termini che i fedeli cattolici alla base ora possono vedere molto chiaramente. Secondo: c'è un tradimento che si fa sentire forte, e che mette molti nella condizione di aver paura di portare i propri figli in oratorio.

Oggi, rispetto a ieri, alcuni meccanismi di omertà mediatica si sono incrinati. E' assai facile dunque che la gente, soprattutto gli italiani, siano sempre meno inclini ad assecondare la Chiesa e il papa, nonostante un certo attaccamento alla tradizione cattolica.



L'Italia, e questo lo dico io, non è un Paese che ha voglia di affrontare sul serio il grave problema della presenza dello Stato Vaticano sul suo territorio, perché fondamentalmente gli italiani hanno bisogno di una religione simile, in più sono un popolo bigotto e sessuofobo, non si spiegherebbero altrimenti i quindici anni di vittoria di quel presunto "Tombeur de femme" del nostro premier, la pavidità ignobile dell'opposizione tutta e le conseguenti pruderie accese dai tanti scandalucci mignotteschi. Quindi, inutile incazzarsi. Espatriamo?



E' inutile prendersela con Berlusconi, ormai. Noi italiani siamo fatti così e in effetti ci sono poche soluzioni, tra cui quella di emigrare. Ma se vai in America, cosa credi, che gli italiani siano diversi? Bisognerebbe allora scegliere un paese in cui veniamo disprezzati e ridicolizzati, e forse matureremmo un senso dello Stato.

La storia parla chiaro: gli uomini della provvidenza li abbiamo sempre votati. Quelli che risolvono tutto perché sono capaci di fare tutto. Quelli che risolvono tutto perché è più facile che rimboccarsi le maniche e agire. "Berlusconi santo subito" dicevano dei cartelli a Napoli quando il premier si era recato per promettere di risolvere la questione della spazzatura. Non importava come.

Noi italiani abbiamo una concezione "sacra" del potere, non laica e quindi europea, civile, degna di uno Stato moderno. Basta vedere i privilegi e l'intoccabilità dei nostri dirigenti politici.

Non abbiamo senso dello Stato e non siamo dei veri e propri cittadini. Ma proprio per questo non siamo neppure dei veri credenti. In fondo i cattolici italiani sono i più ignoranti in assoluto: prova a chiedere a un protestante qualcosa relativo alla Bibbia. Te la reciterà a memoria. Vai da un cattolico a chiedere che cosa si festeggia a Ferragosto. Su dieci italiani che si dichiarano cattolici, otto non sapranno risponderti.

E il nostro premier è un esempio straordinario per descrivere a fondo cosa sono gli italiani, anzi: esso rappresenta nella sua più profonda essenza lo spirito etico del nostro paese. Lo votano per questo, lo amano proprio per le ragioni per cui gli altri lo odiano. Berlusconi si può permettere di fare la comunione nonostante sia divorziato e ospiti nella sua casa romana signorine di indiscutibile bellezza ma non certo illibate. Eppure il cardinal Bertone non ha avuto alcun problema a riceverlo e a intrattenersi con lui. Berlusconi lo può fare, perché è profondamente ricco e potente. Tutti i nostri difetti dunque si concentrano forse su di lui proprio perché ci piace vederci al potere, perché noi vorremmo essere al suo posto visto che siamo come lui (uso il noi, anche se un po' mi fa impressione, ma purtroppo o per fortuna, come diceva Gaber, sono un italiano).



Se avessi il potere di abolire il Concordato, che fine faresti fare al Clero? Invadiamo lo stato nemico con l'esercito?



La questione romana, ovvero l'annessione di Roma all'Italia unita è ancora la costola dolente del Vaticano. La Chiesa sente questo paese profondamente suo nelle radici, lo vuole perché nei secoli dei secoli ha potuto costruirci il suo potere economico. Da quando esistono i Patti Lateranensi, ha dovuto escogitare un sacco di sistemi per arricchirsi, pur raccontandosi ai cittadini sempre come povera e impegnata a combattere la fame.

Se avessi il potere di abolire il Concordato, è probabile che verrei fatto fuori in brevissimo tempo, altro che i thriller di Dan Brown! E lo sai perché?

Perché come hanno ben scritto Piergiorgio Odifreddi e Curzio Maltese, il Vaticano con il Concordato ci vive e non solo. Guarda, facciamogli due calcoli in tasca, giusto per rendere l'idea, e se vuoi metti pure su la musica di Mission, come la pubblicità della CEI.

L'ammontare della cifra intascata dal Vaticano ogni anno con l'otto x 1000 (provvedimento che vede protagonista il fu Bettino Craxi nelle modifiche del Concordato nel 1984) è di circa un miliardo di euro. Somma questa che non è certo destinata a opere di bene... figuriamoci! La stessa CEI dichiara che solo il 20% finisce a sostenere i poveri, il resto va nelle tasche di chiese e vescovi. Inoltre il meccanismo di finanziamento è volgarmente una truffa: l'articolo 37 della legge di attuazione dice che "in caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte esposte" e siccome in Italia ci sono ancora una quantità sterminata di devoti (circa 85%) la Chiesa ottiene la maggioranza.

Ora, a questi già troppi soldi, lo Stato, le regioni, le province e i comuni gliene danno altri nei modi più disparati: circa 480 milioni di euro per gli insegnanti di religione (il meraviglioso "operato liberista" del nostro Presidente del Consiglio, ha creato 15.500 posti e rotti per l'insegnamento della religione cattolica e li ha immessi tutti di ruolo permettendo successivamente di passare ad altre cattedre, mentre ci sono insegnanti precari con famiglia a carico, quelle che piacciono a Casini e Giovanardi, che continuano a fare la fame, quella vera!); 260 milioni per finanziare le scuole cattoliche; 45 milioni per le 5 Università cattoliche (come se gli studenti non pagassero delle tasse d'iscrizione nonché rette astronomiche!); 25 milioni per la fornitura dei servizi idrici della città del Vaticano (ma vi rendete conto? Guardate che non è una battuta! Noi paghiamo la bolletta dell'acqua al papa, a proposito di privatizzazione dell'acqua pubblica); 20 milioni per l'Università Campus Biomedico dell'Opus Dei; 18 milioni per i buoni scuola degli studenti delle scuole cattoliche; 9 milioni per il fondo di sicurezza sociale dei dipendenti vaticani (come se io chiedessi dei fondi sociali alla Germania per i dipendenti dell'INPS, per intenderci... e tutto questo ha del grottesco!); 9 milioni per la ristrutturazione di edifici religiosi; 8 milioni per gli stipendi dei cappellani militari (ovvero preti che predicano la morte, la sventura, il dolore, il sacrificio... ovviamente degli altri, dei giovani in prima linea, mentre loro a banchettare in lussuose e prestigiose stanze vaticane); 7 milioni di previdenza del clero; 5 milioni per l'ospedale di Padre Pio a San Giovanni Rotondo (ma non era un impostore mafioso? A già: adesso fa i miracoli... nel senso che adesso fa comodo alla Chiesa perché può guadagnare anche su quello). Pare poi, ma anche questa sarà una maldicenza, che la chiesa possegga 90.000 immobili (solo a Roma, su 10 immobili, 4 sono del Vaticano).

E' inoltre incomprensibile il fatto che siano esenti dalle imposte dei fabbricati, sui terreni, sul reddito delle persone giuridiche, sulla compravendita, sul valore aggiunto (IVA) e sull'ICI. E' proprietaria di una Banca con un unico sportello di cui non sappiamo quasi nulla.

Per capirci, se la Chiesa non avesse tutti questi privilegi che la Destra (da Mussolini a Berlusconi) e la sinistra (da Togliatti a Prodi, passando per Bertinotti, il rivoluzionario con la erre moscia e le giacchette di cashmire, che chic!) le hanno concesso, noi potremmo avere le tasse non dico dimezzate, ma con aliquote assai inferiori.

Sì, hai capito molto bene: potremmo risolvere gran parte delle questioni economiche del nostro paese. Avremmo un risparmio incalcolabile. Le nostre scuole pubbliche potrebbero essere finalmente degne di un paese civile, potremmo dare la dignità a molti cittadini che oggi faticano ad arrivare alla fine del mese. Ma dubito che qualcuno abbia il coraggio di abolire il Concordato. Per le ragioni di cui abbiamo parlato.

In fondo Berlusconi un giorno disse: "Io sono il Gesù Cristo della politica, una vittima, paziente, sopporto tutto, mi sacrifico per tutti." E gli italiani un tempo gridavano: "Viva il papa re!" Ma questa volta non è un film di Monicelli.







CERCA

NEWS

ATTUALITA'

CINEMA E MUSICA

RACCONTI

SEGUICI SU

facebookyoutube