INTERVISTE
Piergiorgio Paterlini
Tu sei da sempre uno scrittore – pure ghost-writer – ed autore teatrale, penso anche ai testi per Lella Costa, ma non ti sapevo sceneggiatore cinematografico. Come è nata quest'idea?
Ghost-writer pochissimo – editor assai di più e più convintamente – ghost-writer giusto per progetti molto mirati, e parliamo di uno ogni dieci anni.
L'idea del film è del regista: Piergiorgio Gay. E sono contento di raccontare – visto che rispondo a un portale molto particolare quale è 'Il Paradiso degli Orchi' – come ci siamo conosciuti. Nel 1994 Piergiorgio, grande appassionato di musica e di libri, è entrato in libreria e ha "scoperto" il mio I brutti anatroccoli che era appena uscito da Feltrinelli. Io non avevo mai sentito parlare di lui né lui di me, ma quel mio libro gli era piaciuto così tanto che Piergiorgio è venuto a casa mia, a Reggio Emilia, proponendomi di farci un film, il suo primo film-film. Il patto era stato da subito che scrivessimo insieme la sceneggiatura. Ho detto sì, poi un lutto privato molto grande me lo ha impedito... e così sono 16 anni che proviamo a scrivere un film insieme. Bella costanza, no? Da parte di entrambi, ovviamente. Nel frattempo lui – avendo dovuto rinunciare alla trasposizione cinematografica dei Brutti anatroccoli - ha diretto La forza del passato, dal romanzo di Veronesi. Ma oggi questo nostro film c'è. Finalmente. E devo dire che ai miei libri (e ai miei ultimi spettacoli teatrali) assomiglia, anche se non ne è ovviamente una trasposizione.
Ti lega un'amicizia più che decennale con Ligabue. Lo avete scelto tu e Piergiorgio Gay per le musiche del film-documentario 'Niente paura'. Un'opzione obbligata considerato il legame che vi unisce o semplicemente perché i testi del Liga nazionale s'adattano meglio a certi argomenti?
Anche Luciano lo ha scelto Piergiorgio Gay, senza neppure sapere del mio rapporto di amicizia e di collaborazione con lui. Quella che si dice una fortunatissima coincidenza e/o sintonia. Le ragioni sono tutte "di merito", quindi, non di rapporti. E sono molte. Chi vedrà il film – questa è sempre fin dall'inizio la scommessa di Piergiorgio e mia – non avrà nemmeno il tempo di domandarsi perché proprio Ligabue. Diciamo che in un film di "passione civile", se vogliamo battezzarlo così, come Niente paura, un cantautore popolare e programmaticamente "non impegnato", come si diceva un tempo, ma che decide di far scendere su un maxischermo nel cuore di un concerto i primi 12 articoli della Costituzione... un cantautore così, non "stonava" certo nel nostro film.
Come si dice giustamente sulle note informative del film (che ricordiamo sarà presentato a Venezia il 5 settembre e nelle sale dal 17) ormai viviamo l'epoca delle passioni spente. Pensi che basterebbe la 'caduta' di Berlusconi per ravvivare un po' di coscienze?
Assolutamente no. Se poi la domanda successiva fosse: e allora cosa? Risponderei: un cataclisma epocale? un miracolo? una gru bella grossa?... Tornando al film – in fondo siamo qui per questo – va detto che non si tratta di un film lamentoso. Non fa sconti alla miseria e decadenza da fine impero di questo Paese ma è fatto di storie di persone (come i miei libri, del resto) che hanno cose da dire ma anche da fare, e che dunque – senza voler insegnare niente a nessuno – qualcosa per un Paese diverso la stanno già facendo.
Nel film si parla di diritti. Diritto al lavoro, diritto a decidere sul proprio percorso di fine vita, diritti elementari per persone di etnia diversa, pure il diritto di opporsi alle mafie e alle camorre, ma mi sembra che i diritti sulle unioni di fatto e quelli per gli omosessuali siano ormai state relegati in un cantuccio. Non mi sembra che i gay pride scuotano il torpore della classe politica italiana. Che facciamo? Prendiamo le armi e scendiamo in piazza?
A me lo chiedi? Se lo sapessi sarei il Profeta Isaia, non Piergiorgio Paterlini. Il film comunque – anche se, ripeto, non è un elenco del telefono, nemmeno un elenco telefonico dei diritti – li ricorda, i diritti delle persone che amano persone del proprio sesso.
Cosa dire a questa generazione che crede (indagine alla mano) che la strage di Piazza Fontana sia stata un'azione delle BR?
Ancora? Ma per chi mi hai preso? Scherzi a parte (ma c'è poco da scherzare), non è un caso che Niente paura sia anche un film sulla memoria. Non si può che partire da lì. Ricordare. E – come da tua domanda – ricordare con esattezza. Poi si potrà pensare a (ri)costruire. È tristissimo essere costretti a "vendere" riflessioni così elementari come perle di saggezza. Eppure...
Tu sei anche un romanziere. Hai qualche progetto in vista?
Un romanzo per Einaudi che avrei voluto consegnare già tre anni fa, e che la casa editrice con inspiegabile ma ammirevole dedizione mi chiede due volte l'anno. Purtroppo devo anche lavorare... Scherzo. In realtà dal 2006 a oggi ho commissionato, editato, scoperto e fatto pubblicare 13 libri di 13 autori diversi, ovviamente. Un'enormità, penso di poterlo dire. Non c'è stato respiro per scritture mie, a parte il film, che ha rappresentato un impegno molto grande. Ora sì mi dedicherò a chiudere questo romanzo, sì, e spero proprio possa vedere la luce nei primi mesi dell'anno prossimo.
Ghost-writer pochissimo – editor assai di più e più convintamente – ghost-writer giusto per progetti molto mirati, e parliamo di uno ogni dieci anni.
L'idea del film è del regista: Piergiorgio Gay. E sono contento di raccontare – visto che rispondo a un portale molto particolare quale è 'Il Paradiso degli Orchi' – come ci siamo conosciuti. Nel 1994 Piergiorgio, grande appassionato di musica e di libri, è entrato in libreria e ha "scoperto" il mio I brutti anatroccoli che era appena uscito da Feltrinelli. Io non avevo mai sentito parlare di lui né lui di me, ma quel mio libro gli era piaciuto così tanto che Piergiorgio è venuto a casa mia, a Reggio Emilia, proponendomi di farci un film, il suo primo film-film. Il patto era stato da subito che scrivessimo insieme la sceneggiatura. Ho detto sì, poi un lutto privato molto grande me lo ha impedito... e così sono 16 anni che proviamo a scrivere un film insieme. Bella costanza, no? Da parte di entrambi, ovviamente. Nel frattempo lui – avendo dovuto rinunciare alla trasposizione cinematografica dei Brutti anatroccoli - ha diretto La forza del passato, dal romanzo di Veronesi. Ma oggi questo nostro film c'è. Finalmente. E devo dire che ai miei libri (e ai miei ultimi spettacoli teatrali) assomiglia, anche se non ne è ovviamente una trasposizione.
Ti lega un'amicizia più che decennale con Ligabue. Lo avete scelto tu e Piergiorgio Gay per le musiche del film-documentario 'Niente paura'. Un'opzione obbligata considerato il legame che vi unisce o semplicemente perché i testi del Liga nazionale s'adattano meglio a certi argomenti?
Anche Luciano lo ha scelto Piergiorgio Gay, senza neppure sapere del mio rapporto di amicizia e di collaborazione con lui. Quella che si dice una fortunatissima coincidenza e/o sintonia. Le ragioni sono tutte "di merito", quindi, non di rapporti. E sono molte. Chi vedrà il film – questa è sempre fin dall'inizio la scommessa di Piergiorgio e mia – non avrà nemmeno il tempo di domandarsi perché proprio Ligabue. Diciamo che in un film di "passione civile", se vogliamo battezzarlo così, come Niente paura, un cantautore popolare e programmaticamente "non impegnato", come si diceva un tempo, ma che decide di far scendere su un maxischermo nel cuore di un concerto i primi 12 articoli della Costituzione... un cantautore così, non "stonava" certo nel nostro film.
Come si dice giustamente sulle note informative del film (che ricordiamo sarà presentato a Venezia il 5 settembre e nelle sale dal 17) ormai viviamo l'epoca delle passioni spente. Pensi che basterebbe la 'caduta' di Berlusconi per ravvivare un po' di coscienze?
Assolutamente no. Se poi la domanda successiva fosse: e allora cosa? Risponderei: un cataclisma epocale? un miracolo? una gru bella grossa?... Tornando al film – in fondo siamo qui per questo – va detto che non si tratta di un film lamentoso. Non fa sconti alla miseria e decadenza da fine impero di questo Paese ma è fatto di storie di persone (come i miei libri, del resto) che hanno cose da dire ma anche da fare, e che dunque – senza voler insegnare niente a nessuno – qualcosa per un Paese diverso la stanno già facendo.
Nel film si parla di diritti. Diritto al lavoro, diritto a decidere sul proprio percorso di fine vita, diritti elementari per persone di etnia diversa, pure il diritto di opporsi alle mafie e alle camorre, ma mi sembra che i diritti sulle unioni di fatto e quelli per gli omosessuali siano ormai state relegati in un cantuccio. Non mi sembra che i gay pride scuotano il torpore della classe politica italiana. Che facciamo? Prendiamo le armi e scendiamo in piazza?
A me lo chiedi? Se lo sapessi sarei il Profeta Isaia, non Piergiorgio Paterlini. Il film comunque – anche se, ripeto, non è un elenco del telefono, nemmeno un elenco telefonico dei diritti – li ricorda, i diritti delle persone che amano persone del proprio sesso.
Cosa dire a questa generazione che crede (indagine alla mano) che la strage di Piazza Fontana sia stata un'azione delle BR?
Ancora? Ma per chi mi hai preso? Scherzi a parte (ma c'è poco da scherzare), non è un caso che Niente paura sia anche un film sulla memoria. Non si può che partire da lì. Ricordare. E – come da tua domanda – ricordare con esattezza. Poi si potrà pensare a (ri)costruire. È tristissimo essere costretti a "vendere" riflessioni così elementari come perle di saggezza. Eppure...
Tu sei anche un romanziere. Hai qualche progetto in vista?
Un romanzo per Einaudi che avrei voluto consegnare già tre anni fa, e che la casa editrice con inspiegabile ma ammirevole dedizione mi chiede due volte l'anno. Purtroppo devo anche lavorare... Scherzo. In realtà dal 2006 a oggi ho commissionato, editato, scoperto e fatto pubblicare 13 libri di 13 autori diversi, ovviamente. Un'enormità, penso di poterlo dire. Non c'è stato respiro per scritture mie, a parte il film, che ha rappresentato un impegno molto grande. Ora sì mi dedicherò a chiudere questo romanzo, sì, e spero proprio possa vedere la luce nei primi mesi dell'anno prossimo.
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