INTERVISTE
Silvestro Ferrara
Presentati al Paradiso degli Orchi.
Ho 26 anni e vivo a Bari. Ho iniziato a scrivere all'università, cimentandomi in una serie di improbabili ricerche di letterature comparate e scoprendo che mi piaceva un sacco. Da due anni mi occupo a tempo pieno di comunicazione digitale, ma a notte fonda, o prima che il gallo canti, tiro fuori la mia scorta di caramelle gommose, riempio la scrivania di libri, ritagli e fogli sparsi e, armato di matitoni, studio la cultura pop.
Indubbiamente sei uno fuori di testa. Nel 2009 pubblichi per Delos Books il saggio 'L'Europa e gli alieni', una ricerca in salsa pop (come ci dicono tue note biografiche) sugli alieni letterari tra Seicento e Ottocento. E chi sarebbero?
Creature bizzarre o mostruose che abitavano i pianeti dell'universo molto prima della fantascienza. Quando in Europa i romanzi si scrivevano ancora in latino, c'erano già decine di autori geniali, visionari o completamente pazzi che raccontavano di odissee spaziali, contatti con gli alieni e persino possessioni corporee. Scovarli non è stato facile, visto che nessuno ci aveva ancora pensato, ma anche perché la critica letteraria tende a ignorare (a torto) la narrativa popolare.
Da dove è partita l'idea di scrivere un saggio sull'inventore dei corn flakes: John Harvey Kellogg?
Tutto è iniziato da un breve articolo, letto su una rivista newyorkese nel maggio 2009. Mi era parso incredibile che la nascita dei corn flakes nascondesse sevizie, mutilazioni e altre pratiche violente, così ho iniziato a documentarmi sul Dottor Kellogg. Per i mesi successivi l'ho rincorso in libri che mai avrei pensato di leggere: inchieste sulla digestione, poesie vegetariane, trattati sulle feci e persino una storia delle noccioline, tutti accuratamente setacciati a caccia delle sue manie. Alla fine mi sono accorto di aver ricomposto una storia non ancora raccontata, e Francesco Bevivino ne è stato conquistato all'istante, permettendo che diventasse un libro.
Il Dottore operò soprattutto tra la fine dell'Ottocento e parte del Novecento. Faceva molti viaggi e proibiva la masturbazione: ma non gli venne mai in mente di confrontarsi con Freud?
No, mai. I labirinti della psiche non gli interessavano: la sua sola passione era il tubo intestinale. Peccato, perché Freud - al contrario - lo avrebbe trovato un soggetto molto, molto interessante.
Tra i testi da te consultati per scrivere la biografia di Kellogg c'è anche il suo 'Colon hygiene'. Giura che lo hai davvero letto.
Scherzi? Ma certo che l'ho letto. E ti dirò di più: è stato uno spasso! Si tratta del fondamento teorico dei suoi metodi di cura, assolutamente delirante e impreziosito da momenti di autentica follia. Nel quinto capitolo, interamente dedicato alle feci, il Dottore fa davvero una gran fatica a tenere a bada il suo feticismo escrementizio. Per non parlare delle ultime sessanta pagine: un concentrato di terapie completamente fuori di testa, che vanno dal classico clistere di yogurt fino all'inquietante elettroshock rettale.
Una delle pratiche più usate dal Dottor Kellogg era appunto il clistere di yogurt, per rendere più efficiente il nostro organismo e il nostro sistema immunitario. La bocca non era sufficiente?
Naturalmente no. Il Dottore aveva una sorta di adorazione per lo yogurt: più che un semplice alimento, lo considerava un vero e proprio elisir di lunga vita, ricco del miracoloso lactobacillus bulgaricus e capace di risanare anche gli intestini più malconci. Per saturarne le viscere dei pazienti, il modo più piacevole ed efficace che aveva messo a punto era il famoso "assalto a tenaglia", vale a dire l'assunzione di yogurt per via orale durante i pasti e per via rettale con almeno cinque clisteri al giorno. Tutto ciò, si intende, era piacevole solo per lui.
Quale morale dobbiamo ricavare dalla lettura di questo libro? Che dobbiamo stare attenti agli esaltati o anche semplicemente chi indossa un camice bianco (o si presenta con la faccia da buono: vedi il professor Veronesi che si vanta di essere vegetariano, ma è favorevole agli inceneritori e all'energia nucleare)?
Qualsiasi giudizio sull'operato del Dottore dovrebbe tener conto che ai suoi tempi la medicina non era ancora propriamente una scienza. Il mio approccio alla sua storia, comunque, è del tutto amorale: faccio il tifo per lui e non mi importa se sia un maledetto eroe o un eroe maledetto. Il vero motivo di interesse della sua vicenda risiede, a mio modo di vedere, proprio nella degenerazione incontrollata dei principi salutisti, nel suo aver rappresentato l'antesignano di milioni di fondamentalisti della salute e della forma fisica che, oggi più che mai, proliferano inarrestabili. La sola morale possibile di questa storia è che c'è del grottesco nel quotidiano, e bisognerebbe imparare a sorriderne.
Mi piace come hai glissato su Veronesi. Se avessi la possibilità di farlo, chi puniresti con un bel clisterone di yogurt? (Non ti conviene soprassedere: sputa dei nomi!).
Se hai letto la pagina dei ringraziamenti, dovresti sapere che il mio clistere di yogurt è già carico. La destinataria è Daniela Montesardi, una mia ex vicina, molto rumorosa, che a forza di amplessi e disco music mi ha continuamente disturbato mentre scrivevo il libro.
Matto sì, ma tutto sommato morì quasi centenario. Vuoi vedere che scopare (come diceva Kellogg) fa davvero male alla salute?
Se hai intenzione di convertirti al prepuzio cucito e alle mutande di fil di ferro, fai pure. E ricorda che è consentito soltanto il sesso anale, ma cinque volte al giorno e con il clistere.
Ho 26 anni e vivo a Bari. Ho iniziato a scrivere all'università, cimentandomi in una serie di improbabili ricerche di letterature comparate e scoprendo che mi piaceva un sacco. Da due anni mi occupo a tempo pieno di comunicazione digitale, ma a notte fonda, o prima che il gallo canti, tiro fuori la mia scorta di caramelle gommose, riempio la scrivania di libri, ritagli e fogli sparsi e, armato di matitoni, studio la cultura pop.
Indubbiamente sei uno fuori di testa. Nel 2009 pubblichi per Delos Books il saggio 'L'Europa e gli alieni', una ricerca in salsa pop (come ci dicono tue note biografiche) sugli alieni letterari tra Seicento e Ottocento. E chi sarebbero?
Creature bizzarre o mostruose che abitavano i pianeti dell'universo molto prima della fantascienza. Quando in Europa i romanzi si scrivevano ancora in latino, c'erano già decine di autori geniali, visionari o completamente pazzi che raccontavano di odissee spaziali, contatti con gli alieni e persino possessioni corporee. Scovarli non è stato facile, visto che nessuno ci aveva ancora pensato, ma anche perché la critica letteraria tende a ignorare (a torto) la narrativa popolare.
Da dove è partita l'idea di scrivere un saggio sull'inventore dei corn flakes: John Harvey Kellogg?
Tutto è iniziato da un breve articolo, letto su una rivista newyorkese nel maggio 2009. Mi era parso incredibile che la nascita dei corn flakes nascondesse sevizie, mutilazioni e altre pratiche violente, così ho iniziato a documentarmi sul Dottor Kellogg. Per i mesi successivi l'ho rincorso in libri che mai avrei pensato di leggere: inchieste sulla digestione, poesie vegetariane, trattati sulle feci e persino una storia delle noccioline, tutti accuratamente setacciati a caccia delle sue manie. Alla fine mi sono accorto di aver ricomposto una storia non ancora raccontata, e Francesco Bevivino ne è stato conquistato all'istante, permettendo che diventasse un libro.
Il Dottore operò soprattutto tra la fine dell'Ottocento e parte del Novecento. Faceva molti viaggi e proibiva la masturbazione: ma non gli venne mai in mente di confrontarsi con Freud?
No, mai. I labirinti della psiche non gli interessavano: la sua sola passione era il tubo intestinale. Peccato, perché Freud - al contrario - lo avrebbe trovato un soggetto molto, molto interessante.
Tra i testi da te consultati per scrivere la biografia di Kellogg c'è anche il suo 'Colon hygiene'. Giura che lo hai davvero letto.
Scherzi? Ma certo che l'ho letto. E ti dirò di più: è stato uno spasso! Si tratta del fondamento teorico dei suoi metodi di cura, assolutamente delirante e impreziosito da momenti di autentica follia. Nel quinto capitolo, interamente dedicato alle feci, il Dottore fa davvero una gran fatica a tenere a bada il suo feticismo escrementizio. Per non parlare delle ultime sessanta pagine: un concentrato di terapie completamente fuori di testa, che vanno dal classico clistere di yogurt fino all'inquietante elettroshock rettale.
Una delle pratiche più usate dal Dottor Kellogg era appunto il clistere di yogurt, per rendere più efficiente il nostro organismo e il nostro sistema immunitario. La bocca non era sufficiente?
Naturalmente no. Il Dottore aveva una sorta di adorazione per lo yogurt: più che un semplice alimento, lo considerava un vero e proprio elisir di lunga vita, ricco del miracoloso lactobacillus bulgaricus e capace di risanare anche gli intestini più malconci. Per saturarne le viscere dei pazienti, il modo più piacevole ed efficace che aveva messo a punto era il famoso "assalto a tenaglia", vale a dire l'assunzione di yogurt per via orale durante i pasti e per via rettale con almeno cinque clisteri al giorno. Tutto ciò, si intende, era piacevole solo per lui.
Quale morale dobbiamo ricavare dalla lettura di questo libro? Che dobbiamo stare attenti agli esaltati o anche semplicemente chi indossa un camice bianco (o si presenta con la faccia da buono: vedi il professor Veronesi che si vanta di essere vegetariano, ma è favorevole agli inceneritori e all'energia nucleare)?
Qualsiasi giudizio sull'operato del Dottore dovrebbe tener conto che ai suoi tempi la medicina non era ancora propriamente una scienza. Il mio approccio alla sua storia, comunque, è del tutto amorale: faccio il tifo per lui e non mi importa se sia un maledetto eroe o un eroe maledetto. Il vero motivo di interesse della sua vicenda risiede, a mio modo di vedere, proprio nella degenerazione incontrollata dei principi salutisti, nel suo aver rappresentato l'antesignano di milioni di fondamentalisti della salute e della forma fisica che, oggi più che mai, proliferano inarrestabili. La sola morale possibile di questa storia è che c'è del grottesco nel quotidiano, e bisognerebbe imparare a sorriderne.
Mi piace come hai glissato su Veronesi. Se avessi la possibilità di farlo, chi puniresti con un bel clisterone di yogurt? (Non ti conviene soprassedere: sputa dei nomi!).
Se hai letto la pagina dei ringraziamenti, dovresti sapere che il mio clistere di yogurt è già carico. La destinataria è Daniela Montesardi, una mia ex vicina, molto rumorosa, che a forza di amplessi e disco music mi ha continuamente disturbato mentre scrivevo il libro.
Matto sì, ma tutto sommato morì quasi centenario. Vuoi vedere che scopare (come diceva Kellogg) fa davvero male alla salute?
Se hai intenzione di convertirti al prepuzio cucito e alle mutande di fil di ferro, fai pure. E ricorda che è consentito soltanto il sesso anale, ma cinque volte al giorno e con il clistere.
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