CINEMA E MUSICA
Francesco Tromba
Tingvall Trio
Dove vi siete conosciuti e quando avete iniziato a suonare insieme?
Io ed il nostro batterista Jurgen Spiegel ci siamo conosciuti nel 1996 in Olanda (Groningen) durante gli studi. Ho avuto una borsa di studio dal mio paese ed io e Jurgen siamo diventati amici ed oltre all'affetto è l musica ad unirci.
Molte riviste jazz vi paragonano all'Esbjorn Svensson Trio (E.S.T.). Secondo te cosa avete in comune con loro?
L'E.S.T. merita molto rispetto e la tragedia che ha portato via il loro leader così improvvisamente ne merita altrettanto (ndr Esbjorn Svensson è morto nel 2008 a 44 anni in seguito ad un incidente subacqueo). Io credo che il nostro trio abbia il proprio sound che è differente da quello del trio svedese. Tanto per cominciare noi suoniamo totalmente in acustico, senza alcun tipo di strumento elettronico e credo sia una differenza importante. Ma ci sono anche dei punti in comune; essendo anche io svedese sia l'approccio che il tocco scandinavo presente nell'E.S.T. è una componente importante anche della nostra musica. Un'altra differenza è che noi veniamo da tre paesi differenti e quindi tre approcci musicali differenti: Svezia, Cuba e Germania. Mentre loro erano tutti e tre svedesi.
Quale genere musicale si avvicina di più alla vostra musica?
Penso che la nostra musica si muova attraverso diversi generi. Jazz sicuramente, per cui c'è molta improvvisazione, ma anche musica classica. Molti temi derivano dalla musica classica, come ad esempio 'Efter livet-Afterlife'. Ma abbiamo anche elementi pop, rock e folk, insomma un bel miscuglio.
Nel brano "Efter Livet" suonate con una formazione di archi e fiati; pensate di riproporla in futuro?
In principio 'Efter Livet' venne composta pensando ad un'orchestra, diciamo che è venuta fuori così... Sono davvero aperto a quello che il futuro ha in serbo per noi. Certamente sarebbe interessante portare il Tingvall a lavorare con un'orchestra sinfonica un giorno, ma per il momento ci piace suonare in trio.
In "Hajskraj" (Vattensaga) il suono del contrabbasso ricorda il canto delle balene: come è venuto fuori quest'effetto?
Beh, durante le prove, Omar, il nostro contrabassista, stava accordando il suo contrabbasso ed io gli ho detto: continua a farlo! A quel punto ho iniziato a suonare una melodia sul suo accordo con l'archetto. Così nacque 'Hajskraj'.
Qual è stato il vostro percorso dal primo all'ultimo album? Come sono cambiate le vostre idee musicali nel corso degli anni?
Io direi che dopo ogni album siamo cresciuti insieme dal punto di vista musicale. Abbiamo un sound molto più personale che all'inizio e concerto dopo concerto siamo cresciuti dal punto di vista dell'unità. È un processo che continua e penso e spero che siamo solo all'inizio del nostro "viaggio musicale".
Come mai avete scelto di registrare il vostro ultimo album ad Udine?
Perché c'è un grande ingegnere del suono: Stefano Amerio. È veramente fantastico e avevamo lavorato benissimo, come una squadra, già nel nostro precedente album Vattensaga, quindi abbiamo deciso di affidarci a lui nuovamente.
Quali sono i vostri piani per il futuro?
Direi che il nostro progetto nell'immediato futuro è di andare oltre oceano a suonare in Giappone e negli Stati Uniti, sarebbe davvero una bella esperienza. Ma certamente siamo sempre contenti di suonare in Italia, ci divertiamo molto nel vostro paese e ci troviamo bene. Speriamo che accada.
Io ed il nostro batterista Jurgen Spiegel ci siamo conosciuti nel 1996 in Olanda (Groningen) durante gli studi. Ho avuto una borsa di studio dal mio paese ed io e Jurgen siamo diventati amici ed oltre all'affetto è l musica ad unirci.
Molte riviste jazz vi paragonano all'Esbjorn Svensson Trio (E.S.T.). Secondo te cosa avete in comune con loro?
L'E.S.T. merita molto rispetto e la tragedia che ha portato via il loro leader così improvvisamente ne merita altrettanto (ndr Esbjorn Svensson è morto nel 2008 a 44 anni in seguito ad un incidente subacqueo). Io credo che il nostro trio abbia il proprio sound che è differente da quello del trio svedese. Tanto per cominciare noi suoniamo totalmente in acustico, senza alcun tipo di strumento elettronico e credo sia una differenza importante. Ma ci sono anche dei punti in comune; essendo anche io svedese sia l'approccio che il tocco scandinavo presente nell'E.S.T. è una componente importante anche della nostra musica. Un'altra differenza è che noi veniamo da tre paesi differenti e quindi tre approcci musicali differenti: Svezia, Cuba e Germania. Mentre loro erano tutti e tre svedesi.
Quale genere musicale si avvicina di più alla vostra musica?
Penso che la nostra musica si muova attraverso diversi generi. Jazz sicuramente, per cui c'è molta improvvisazione, ma anche musica classica. Molti temi derivano dalla musica classica, come ad esempio 'Efter livet-Afterlife'. Ma abbiamo anche elementi pop, rock e folk, insomma un bel miscuglio.
Nel brano "Efter Livet" suonate con una formazione di archi e fiati; pensate di riproporla in futuro?
In principio 'Efter Livet' venne composta pensando ad un'orchestra, diciamo che è venuta fuori così... Sono davvero aperto a quello che il futuro ha in serbo per noi. Certamente sarebbe interessante portare il Tingvall a lavorare con un'orchestra sinfonica un giorno, ma per il momento ci piace suonare in trio.
In "Hajskraj" (Vattensaga) il suono del contrabbasso ricorda il canto delle balene: come è venuto fuori quest'effetto?
Beh, durante le prove, Omar, il nostro contrabassista, stava accordando il suo contrabbasso ed io gli ho detto: continua a farlo! A quel punto ho iniziato a suonare una melodia sul suo accordo con l'archetto. Così nacque 'Hajskraj'.
Qual è stato il vostro percorso dal primo all'ultimo album? Come sono cambiate le vostre idee musicali nel corso degli anni?
Io direi che dopo ogni album siamo cresciuti insieme dal punto di vista musicale. Abbiamo un sound molto più personale che all'inizio e concerto dopo concerto siamo cresciuti dal punto di vista dell'unità. È un processo che continua e penso e spero che siamo solo all'inizio del nostro "viaggio musicale".
Come mai avete scelto di registrare il vostro ultimo album ad Udine?
Perché c'è un grande ingegnere del suono: Stefano Amerio. È veramente fantastico e avevamo lavorato benissimo, come una squadra, già nel nostro precedente album Vattensaga, quindi abbiamo deciso di affidarci a lui nuovamente.
Quali sono i vostri piani per il futuro?
Direi che il nostro progetto nell'immediato futuro è di andare oltre oceano a suonare in Giappone e negli Stati Uniti, sarebbe davvero una bella esperienza. Ma certamente siamo sempre contenti di suonare in Italia, ci divertiamo molto nel vostro paese e ci troviamo bene. Speriamo che accada.
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