RACCONTI
Leonello Ruberto
Tornare indietro
Le fantasie fantascientifiche quando si realizzano non sono mai esattamente come erano state immaginate.
La possibilità era gigantesca, ma non era un viaggio nel tempo avventuroso. Si trattava semplicemente di poter tornare indietro.
Si trattava di una delle più grandi possibilità che il genere umano avesse mai avuto: quante volte avevamo detto infatti: se solo potessi tornare indietro?
E ora si poteva fare.
Nessuno aveva però immaginato che sarebbe andata in quel modo. Cioè tutti avevamo pensato che servisse a correggere gli errori. Non a commetterli.
Quello davanti a cui ci trovammo fu infatti questo: le persone cominciarono a fare le cose più assurde e terribili, tanto potevano poi tornare indietro.
Ovviamente pagando un prezzo, perché il procedimento aveva dei costi. All'inizio si era pensato addirittura di renderlo gratuito per tutti, pensando al bene che avrebbe fatto alla Sanità Pubblica, ma si capì subito che non era così.
Che andava messo un limite. Allora come per tutto il resto si pensò di affidarsi alla semplice Legge del Mercato: se un prodotto è a pagamento se ne regolerà l'utilizzo indiscriminato.
Ma il problema non era quante persone decidessero di pagarne il prezzo, era cosa ne facessero una volta acquistato.
Uno per esempio a cui stava antipatica quella persona decideva di ammazzarla. Poi, siccome si rendeva conto di non voler passare tutta la vita in galera, decideva di tornare indietro.
Il problema era anche che il procedimento permetteva di tornare a prima degli eventi, li cancellava come fatti, ma comunque restavano nei ricordi: cioè non venivano cancellati dalla memoria di chi li aveva vissuti. Rimanevano un po' come un sogno, così vivido da averci colpito. Immaginate le conseguenze sui rapporti e i rancori per delle azioni vergognose commesse, nonostante poi si fosse tornati indietro. Non si poteva nemmeno credere a un vero pentimento, magari non era quello il motivo, visto che era così facile pentirsi.
C'era anche chi l'azione la commetteva su se stesso, come quello che si suicidò, ma aveva già previsto di pentirsene e quindi aveva pagato, firmato il contratto e lasciato le disposizioni affinché il suicidio fosse annullato.
C'era però sempre un gusto perverso dietro: il suicidio era stato commesso infatti per vedere poi le reazioni e le conseguenze lasciate sui propri cari, in una situazione di bassa autostima e tanti dubbi sul bene che gli volevano realmente. Era per misurare questo bene, arrecando sofferenza. Vedere quanto avrebbe sofferto la propria madre per la perdita di un figlio, ritornando in vita prima che il lutto venisse elaborato e la madre pensasse giustamente agli altri figli che erano ancora lì.
Sarebbe interessante sapere come la prese poi la madre, se davvero amò di più quel figlio, se si scoprì che altri lo amavano come lui non credeva, che era poi il suo scopo. O se da quel momento in poi tutti lo rifuggissero come un essere perverso per quello che era stato capace di progettare.
L'esperimento finisce qui. Il Governo valutò anche la possibilità di un grande gesto democratico: un gettone gratuito per ogni cittadino. Uno solo, ognuno di noi sarebbe potuto tornare indietro una sola volta. Ma c'era il solito problema di capire chi fosse cittadino e chi no, chi ne avesse diritto e cosa avessero deciso gli altri governi.
Allora il Governo decise di non concedere più questa possibilità. Decise di tornare indietro sui progressi compiuti, di fare come se la scoperta non fosse mai stata fatta. E si mise d'accordo con tutti gli altri governi, cioè si copiarono a vicenda in quanto nessuno aveva altra scelta.
Troppi i problemi. Troppe le obiezioni. Troppe le contraddizioni e i paradossi, come per ogni Viaggio nel Tempo.
Così è rimasto solo il ricordo di una cosa impossibile che si poteva fare. Così che l'unico desiderio che avrei in questo momento sarebbe tornare indietro, e non avere mai scritto questo racconto.
La possibilità era gigantesca, ma non era un viaggio nel tempo avventuroso. Si trattava semplicemente di poter tornare indietro.
Si trattava di una delle più grandi possibilità che il genere umano avesse mai avuto: quante volte avevamo detto infatti: se solo potessi tornare indietro?
E ora si poteva fare.
Nessuno aveva però immaginato che sarebbe andata in quel modo. Cioè tutti avevamo pensato che servisse a correggere gli errori. Non a commetterli.
Quello davanti a cui ci trovammo fu infatti questo: le persone cominciarono a fare le cose più assurde e terribili, tanto potevano poi tornare indietro.
Ovviamente pagando un prezzo, perché il procedimento aveva dei costi. All'inizio si era pensato addirittura di renderlo gratuito per tutti, pensando al bene che avrebbe fatto alla Sanità Pubblica, ma si capì subito che non era così.
Che andava messo un limite. Allora come per tutto il resto si pensò di affidarsi alla semplice Legge del Mercato: se un prodotto è a pagamento se ne regolerà l'utilizzo indiscriminato.
Ma il problema non era quante persone decidessero di pagarne il prezzo, era cosa ne facessero una volta acquistato.
Uno per esempio a cui stava antipatica quella persona decideva di ammazzarla. Poi, siccome si rendeva conto di non voler passare tutta la vita in galera, decideva di tornare indietro.
Il problema era anche che il procedimento permetteva di tornare a prima degli eventi, li cancellava come fatti, ma comunque restavano nei ricordi: cioè non venivano cancellati dalla memoria di chi li aveva vissuti. Rimanevano un po' come un sogno, così vivido da averci colpito. Immaginate le conseguenze sui rapporti e i rancori per delle azioni vergognose commesse, nonostante poi si fosse tornati indietro. Non si poteva nemmeno credere a un vero pentimento, magari non era quello il motivo, visto che era così facile pentirsi.
C'era anche chi l'azione la commetteva su se stesso, come quello che si suicidò, ma aveva già previsto di pentirsene e quindi aveva pagato, firmato il contratto e lasciato le disposizioni affinché il suicidio fosse annullato.
C'era però sempre un gusto perverso dietro: il suicidio era stato commesso infatti per vedere poi le reazioni e le conseguenze lasciate sui propri cari, in una situazione di bassa autostima e tanti dubbi sul bene che gli volevano realmente. Era per misurare questo bene, arrecando sofferenza. Vedere quanto avrebbe sofferto la propria madre per la perdita di un figlio, ritornando in vita prima che il lutto venisse elaborato e la madre pensasse giustamente agli altri figli che erano ancora lì.
Sarebbe interessante sapere come la prese poi la madre, se davvero amò di più quel figlio, se si scoprì che altri lo amavano come lui non credeva, che era poi il suo scopo. O se da quel momento in poi tutti lo rifuggissero come un essere perverso per quello che era stato capace di progettare.
L'esperimento finisce qui. Il Governo valutò anche la possibilità di un grande gesto democratico: un gettone gratuito per ogni cittadino. Uno solo, ognuno di noi sarebbe potuto tornare indietro una sola volta. Ma c'era il solito problema di capire chi fosse cittadino e chi no, chi ne avesse diritto e cosa avessero deciso gli altri governi.
Allora il Governo decise di non concedere più questa possibilità. Decise di tornare indietro sui progressi compiuti, di fare come se la scoperta non fosse mai stata fatta. E si mise d'accordo con tutti gli altri governi, cioè si copiarono a vicenda in quanto nessuno aveva altra scelta.
Troppi i problemi. Troppe le obiezioni. Troppe le contraddizioni e i paradossi, come per ogni Viaggio nel Tempo.
Così è rimasto solo il ricordo di una cosa impossibile che si poteva fare. Così che l'unico desiderio che avrei in questo momento sarebbe tornare indietro, e non avere mai scritto questo racconto.
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