RACCONTI
Nino Martino
Tutti i sassi che ho in mano
Il mare è tranquillo e liscio stamattina. Bambini giocano tra l'acqua e la spiaggia. La sabbia della spiaggia è finissima e bianca, il cielo è azzurro e le mamme richiamano i loro bambini perché stanno troppo in acqua. Dietro la spiaggia incominciano i monti. I monti sono azzurri di lontananza e i gigli della sabbia dietro la fila degli asciugamani sono tutti fioriti e profumati.
Il giovane è ben vestito. Spicca tra tutti, perché non ha il costume da bagno. Indossa un paio di pantaloncini corti, una camicia a quadretti di buona stoffa, leggermente aperta sul davanti e ha una leggera barba. È un bel giovane, il viso asciutto e lungo, grandi occhi spaziati. Avanza lungo la spiaggia e a volte si spinge quasi fino all'acqua e poi si ritrae, cammina incerto e guarda la riva e la sabbia.
C'è una riga di sassolini portati durante la notte e lui la cerca con gli occhi. Poi si china e raccoglie qualche cosa e riprende a camminare e guarda il mare e si ritrae e poi guarda ancora la riga di sassolini.
È mattina presto, l'aria è già calda e le mamme sotto gli ombrelloni si spalmano le creme e guardano i figli giocare.
Il giovane ci si avvicina e ci sorride e il suo sorriso è un po' sghembo.
“Guarda che cosa ho in mano” ci dice.
Apre la mano e ce la mostra aperta e stesa. Nella mano ci sono sassolini bianchi e tondi.
“Guarda tutti i sassi che ho in mano, non sono belli?”
“Sono molto belli”
“Sono belli perché sono tondi, non tutti i sassi sono tondi”
“Sono molto belli”
“E poi sono bianchi. Vedi come sono bianchi?”
Non c'è un filo di vento, la giornata sarà molto calda e fra un po' si alzerà la brezza. I sassolini non sono tutti uguali, ma sono tondi e bianchi e il mare riflette l'azzurro del cielo.
Il giovane è in piedi, ci guarda e richiude la mano. La sua guancia sinistra si contrae leggermente e gli occhi guardano di sbieco noi e il mare.
“La partita Spagna-Italia di ieri è stata molto bella”
“L'hai vista?”
“Io guardo tutte le partite della nazionale e l'Italia ha giocato benissimo. Hai visto quel gol?”
“È stato splendido”
“Io guardo tutte le partite della nazionale, ma anche le altre partite, mi piace guardare le partite”
“Sì, anch'io guardo le partite della nazionale”
“Io una volta giocavo a pallone e facevo molti gol” dice il giovane che ha massimo vent'anni e poi guarda il mare e sta zitto.
“Adesso vado”
“Ciao”
“Ciao”
Si allontana leggermente e sempre guarda il mare e la striscia bianca di sassolini.
Una ragazza è arrivata sulla spiaggia con la sua bicicletta. Ha steso con cura l'asciugamano, grande, vicino a noi. Si è spogliata e si è messa la crema. È bruna, con i capelli un po' ricci e gli occhi neri ed è già abbronzata.
Il giovane va verso di lei
“Ciao” dice e protende la mano
“Guarda quanti sassi bianchi ho trovato. Non sono belli?”
“Sono molto belli” gli dice la ragazza con un sorriso e con un gesto butta indietro i capelli
“Sono belli perché sono bianchi e sono tondi e sono tanti. Non è facile trovarli così” dice il giovane.
La ragazza lo guarda e poi guarda il mare.
Il giovane si accovaccia vicino a lei.
“Hai visto la partita di ieri?” le chiede.
Si mettono a parlare. Lui parla sempre e la ragazza dice di sì con la testa, risponde con frasi brevi e prende il sole alzando il viso verso la luce. E lui descrive la partita di ieri e anche le partite del giorno prima. Una volta giocava a pallone ed era bello quando scendeva verso la porta perché era molto veloce e sicuro e non aveva paura di sbagliare.
Il giovane parla a lungo, poi la ragazza raccoglie l'asciugamano.
“Scusami ma adesso devo andare al lavoro” dice la ragazza alzandosi, mette i vestiti nel cestello della bicicletta e tira su la bicicletta.
“Ciao” dice il giovane
“Ciao” dice la ragazza e spinge a fatica la bicicletta sulla sabbia, poi arrivata sullo sterrato la inforca, pedala e si allontana dietro le palme.
Si è alzata una leggerissima brezza e il giovane si alza e guarda l'acqua.
Le due ragazze proprio sulla battigia davanti a noi parlano tra di loro, con i piedi nell'acqua e sentiamo brandelli.
“Forse non vengo più su questa spiaggia, c'è sempre lui che gira”
“Ma non dà fastidio” dice l'altra.
“Non è per questo, è che era mio compagno di classe, mi passava i compiti di latino e matematica ed era il più bravo. Non è per questo. Dopo l’incidente è rimasto sempre molto dolce e gentile” dice la ragazza e più in là c'è un altro gruppetto di ragazze in bikini, che parlano e ridono e scherzano su qualche cosa. Tirano una palla di alghe a una di loro e tutte si mettono a ridere, ma sono lontane e non si capisce cosa dicono.
Il giovane si avvicina a loro con la sua andatura incerta, con i pantaloncini corti e la camicia a quadretti aperta davanti.
“Ciao,” dice loro e protende la mano “avete visto tutti i sassi che ho in mano?”
La giornata è veramente bella e serena, senza nemmeno una nuvola. I bambini giocano felici strillando, le mamme continuano a richiamarli perché sono a bagno da troppo e l'acqua è calda e limpidissima e si vede persino qualche mormoretta che rovista con i suoi baffi sul fondo. E tutti sono molto felici e molto contenti.
Il giovane è ben vestito. Spicca tra tutti, perché non ha il costume da bagno. Indossa un paio di pantaloncini corti, una camicia a quadretti di buona stoffa, leggermente aperta sul davanti e ha una leggera barba. È un bel giovane, il viso asciutto e lungo, grandi occhi spaziati. Avanza lungo la spiaggia e a volte si spinge quasi fino all'acqua e poi si ritrae, cammina incerto e guarda la riva e la sabbia.
C'è una riga di sassolini portati durante la notte e lui la cerca con gli occhi. Poi si china e raccoglie qualche cosa e riprende a camminare e guarda il mare e si ritrae e poi guarda ancora la riga di sassolini.
È mattina presto, l'aria è già calda e le mamme sotto gli ombrelloni si spalmano le creme e guardano i figli giocare.
Il giovane ci si avvicina e ci sorride e il suo sorriso è un po' sghembo.
“Guarda che cosa ho in mano” ci dice.
Apre la mano e ce la mostra aperta e stesa. Nella mano ci sono sassolini bianchi e tondi.
“Guarda tutti i sassi che ho in mano, non sono belli?”
“Sono molto belli”
“Sono belli perché sono tondi, non tutti i sassi sono tondi”
“Sono molto belli”
“E poi sono bianchi. Vedi come sono bianchi?”
Non c'è un filo di vento, la giornata sarà molto calda e fra un po' si alzerà la brezza. I sassolini non sono tutti uguali, ma sono tondi e bianchi e il mare riflette l'azzurro del cielo.
Il giovane è in piedi, ci guarda e richiude la mano. La sua guancia sinistra si contrae leggermente e gli occhi guardano di sbieco noi e il mare.
“La partita Spagna-Italia di ieri è stata molto bella”
“L'hai vista?”
“Io guardo tutte le partite della nazionale e l'Italia ha giocato benissimo. Hai visto quel gol?”
“È stato splendido”
“Io guardo tutte le partite della nazionale, ma anche le altre partite, mi piace guardare le partite”
“Sì, anch'io guardo le partite della nazionale”
“Io una volta giocavo a pallone e facevo molti gol” dice il giovane che ha massimo vent'anni e poi guarda il mare e sta zitto.
“Adesso vado”
“Ciao”
“Ciao”
Si allontana leggermente e sempre guarda il mare e la striscia bianca di sassolini.
Una ragazza è arrivata sulla spiaggia con la sua bicicletta. Ha steso con cura l'asciugamano, grande, vicino a noi. Si è spogliata e si è messa la crema. È bruna, con i capelli un po' ricci e gli occhi neri ed è già abbronzata.
Il giovane va verso di lei
“Ciao” dice e protende la mano
“Guarda quanti sassi bianchi ho trovato. Non sono belli?”
“Sono molto belli” gli dice la ragazza con un sorriso e con un gesto butta indietro i capelli
“Sono belli perché sono bianchi e sono tondi e sono tanti. Non è facile trovarli così” dice il giovane.
La ragazza lo guarda e poi guarda il mare.
Il giovane si accovaccia vicino a lei.
“Hai visto la partita di ieri?” le chiede.
Si mettono a parlare. Lui parla sempre e la ragazza dice di sì con la testa, risponde con frasi brevi e prende il sole alzando il viso verso la luce. E lui descrive la partita di ieri e anche le partite del giorno prima. Una volta giocava a pallone ed era bello quando scendeva verso la porta perché era molto veloce e sicuro e non aveva paura di sbagliare.
Il giovane parla a lungo, poi la ragazza raccoglie l'asciugamano.
“Scusami ma adesso devo andare al lavoro” dice la ragazza alzandosi, mette i vestiti nel cestello della bicicletta e tira su la bicicletta.
“Ciao” dice il giovane
“Ciao” dice la ragazza e spinge a fatica la bicicletta sulla sabbia, poi arrivata sullo sterrato la inforca, pedala e si allontana dietro le palme.
Si è alzata una leggerissima brezza e il giovane si alza e guarda l'acqua.
Le due ragazze proprio sulla battigia davanti a noi parlano tra di loro, con i piedi nell'acqua e sentiamo brandelli.
“Forse non vengo più su questa spiaggia, c'è sempre lui che gira”
“Ma non dà fastidio” dice l'altra.
“Non è per questo, è che era mio compagno di classe, mi passava i compiti di latino e matematica ed era il più bravo. Non è per questo. Dopo l’incidente è rimasto sempre molto dolce e gentile” dice la ragazza e più in là c'è un altro gruppetto di ragazze in bikini, che parlano e ridono e scherzano su qualche cosa. Tirano una palla di alghe a una di loro e tutte si mettono a ridere, ma sono lontane e non si capisce cosa dicono.
Il giovane si avvicina a loro con la sua andatura incerta, con i pantaloncini corti e la camicia a quadretti aperta davanti.
“Ciao,” dice loro e protende la mano “avete visto tutti i sassi che ho in mano?”
La giornata è veramente bella e serena, senza nemmeno una nuvola. I bambini giocano felici strillando, le mamme continuano a richiamarli perché sono a bagno da troppo e l'acqua è calda e limpidissima e si vede persino qualche mormoretta che rovista con i suoi baffi sul fondo. E tutti sono molto felici e molto contenti.
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