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Il Paradiso degli Orchi
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Attualità

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La redazione

Mille (e i futuri venti).

Anche se avvenne nel 1860, quest'anno a ben dire, vien spontaneo festeggiare nel cento cinquantenario dell'unità d'Italia, l'impresa dei Mille. Come corollario alla fausta ricorrenza.
Noi che siamo orchi e paura non abbiamo, festeggiamo le Mille.
Direte voi cosa?
Le mille recensioni dal momento della nascita del Paradiso degli Orchi sul web.
Esattamente con il libro di Morley Callaghan raggiungiamo la quota fatidica. E non è uno scherzo.

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Stefano Torossi

Un anniversario importante

Il nostro spiritoso amico Bruno Lauzi (guarda quante volte ritorna nei nostri pensieri adesso che non c'è più) a proposito degli inni diceva che la statura media dei cittadini, anzi, meglio ancora, la lunghezza delle gambe dei soldati di un paese si può facilmente dedurre dal tempo di metronomo del suo inno nazionale. Più veloce è l'inno, più corte le gambe. Lauzi, che di gambe corte se ne in-tendeva, aveva ragione. Basta ascoltare "Fratelli d'Italia" insieme con "God save the Queen", o con l'inno americano, e la differenza di velocità c'è. Questione di gambe.

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Alfredo Ronci

Ecco un test per misurare la capacità intellettiva.

E' un semplice gioco e basta rispondere sì o no a 13 domande. Ad ogni risposta è abbinato un punteggio. Alla fine il risultato ottenuto vi da l'esatta percezione della vostra capacità intellettiva (e del vostro buon gusto)

1 – Vi interessa ascoltare Eco che dibatte su 'come ho scritto Il cimitero di Praga?
Se sì 5 punti
Se no 0 punti

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Alfredo Ronci

Predicar bene e razzolar male: difetto della critica indigena o 'virtù' che si fa necessità?

Sì appunto, predicar bene e razzolar male. Scrive, ahinoi, Giovanni Pacchiano sull'inserto domenicale dei libri de Il sole 24 ore a proposito del libro di Viola Di Grado Settanta acrilico trenta lana, pubblicato recentemente dalla E/O: Ha scritto un romanzo così poco italiano, lontano anni luce dalle tendenze della nostra narrativa giovane: niente storie di formazione, niente provincia e colore locale, niente calligrafismo o finta disinvoltura. E le pagine finali, benché drammatiche, sono ben distanti dallo splatter o dal sensazionalismo.

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Stefano Torossi

Intelligenza artificiale vs scemenza naturale.

Duemilaquarantacinque. Non è un numero qualsiasi, è l'anno in cui, secondo un articolone apparso su La Repubblica del 14 febbraio, l'intelligenza artificiale supererà quella umana. Aspettiamo con malcelata ansia quel giorno, anche se non ci saremo fisicamente (molti dei nostri lettori invece sì), nella speranza di scoprire se questa nuova intelligenza riuscirà a eliminare le scemenze di quella vecchia, finora l'unica disponibile.
Ne elenchiamo qualcuna.
Roma, Viale Mazzini, all'imbocco di Ponte Risorgimento.

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Alfredo Ronci

Roberto Vecchioni: Sanremo o Sei scemo?

Gino Castaldo su Repubblica di lunedi 21 febbraio, commentando il Festival di Sanremo e la vittoria di Vecchioni, azzardava un suggerimento, alla sinistra in genere, alquanto pellegrino: del perché le emozioni (cioè una conduzione 'umanista' del Morandi ed il trionfo della musica buona – Vecchioni appunto ed il giovine talentoso Raphael Gualazzi) possano fare di più e meglio di una politica che assomigli troppo a quella di colui che si vuol 'combattere'.

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Michele Lupo

Una sobria Norimberga.

Ne sentivamo la mancanza. Poi, in questo paese che a volte ti verrebbe di sognare luterano, severo, bergmaniano, finalmente è arrivata: lei, la salvatrice, l'emancipatrice, la vera femmina che non muore mai, che non è quella che scende in piazza (ma le piazze nei borghi italiani non stavano prevalentemente in alto, appena sotto il castello?), ma la femmina archetipica, prima ancora che mignotta: l'ironia, l'ironia italiana sparsa ovunque come un prezzemolo da supermercato, buona a giustificare qualsiasi porcata o pochezza (perlopiù coniugate),

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Stefano Torossi

La presentazione, che noia mortale!

La presentazione? Una riunione di amichetti in cui ognuno parla per ascoltarsi e far sentire agli altri quanto è bravo. Gli invitati, ogni minuto che passa, rischiano di sprofondare. Nella noia.
Roma, 11 gennaio. L'Istituto Nazionale della Grafica, con meritoria, e sorprendente, iniziativa, ha incaricato l'artista Giuseppe Caccavale di graffire sul soffitto del salone, perché poi ci rimangano per sempre, i versi d'amore di Alfonso Gatto. Presentazione dell'evento. Al tavolo Erri De Luca in preda a un torpore sospetto (i maligni parlano di un principio di coma etilico),

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Alfredo Ronci

Siamo nella merda fin qui: riflessioni sull'editoria nostrana.

Infastidisce e diverte l'intervista che Serena Danna fa ad Aldo Nove sull'inserto libri de Il sole 24 ore del 16 gennaio 2011.
Vediamo cosa infastidisce: la sorta di confessione sugli 'eventi' editoriali. Si legge: Nel 1996 arriva Gioventù Cannibale «costruita a tavolino» da Severino Cesari e Paolo Repetti. «Hanno avuto la capacità d'intuire che autori diversi stavano lavorando sugli stessi temi: nel giro di un mese, guardando il film Jack Frusciante è uscito dal gruppo e leggendo Rincorse di Voltolini, capii anch'io che stava succedendo qualcosa.

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Giangiacomo Gandolfi

Valis e la 'dissociazione' nelle opere di Philip K.Dick. (Seconda parte)

Approfittando dell'uscita dell'ennesima ristampa de La trilogia di Valis di Philip Dick (Fanucci editore), cerchiamo di offrire un quadro generale dell'opera dell'autore e soprattutto gli elementi fondativi della sua arte e delle sue ossessioni. Presentiamo la sconda parte del saggio.

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