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Il Paradiso degli Orchi
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Attualità

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Alfredo Ronci

Le bufale (Roberto Saviano) e i veri scrittori (Oliviero Beha).

Non ne sentivamo la mancanza: dal suo eremo coatto Saviano ci fa sapere, in un'intervista al Corriere della sera, che vuole farsi una famiglia e che non può fare quelle cose che in genere tutti gli innamorati fanno (a 'sto punto, ma è un semplice consiglio, faccia, se proprio non gli è concesso diversamente, quello che si sospetta inciuci il nostro presidente del Consiglio. Soldi non dovrebbero mancargli). Strano davvero però che questa amena notiziola capiti proprio nei giorni dell'uscita del nuovo libro dell'eroe nazionale e che in qualche modo ci prepara ad una vera e propria esposizione mediatica senza precedenti.

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Alex Pietrogiacomi

Di Vampiri e altri demoni.

Faccio parte della Brigata Europea da 5 anni. Meglio, da cinque anni sono la Brigata Europea.
Gli altri lavorano in squadre io mi muovo da solo. Non è per il mio carattere schivo. Anche. È perché i Crociati non vogliono starmi troppo a contatto.
Siamo in due nel mondo ad essere così. Io e la Lama negli Stati Uniti. Ci chiamano "diversi", "mezzo sangue". Ma siamo semplicemente Diurni. La metà di due mondi dove ci si può sentire prede o predatori.
La Lama è nato così. Io ci sono diventato per scelta e per amore. La Lama è mosso da odio profondo. Io ancora non so.

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Alfredo Ronci

Bentornato antifascismo!

Aveva ragione Sergio Luzzatto, nel suo La crisi dell'antifascismo (Einaudi), a temere la scomparsa di un modo di vedere e pensare le cose. E nello stesso tempo ad augurare alla nostra democrazia di garantire una fedeltà profonda alle idee della Resistenza ed un'indiscussa adesione ai valori della Repubblica. Ma paventava (anzi indicava) la nascita di una terza via, un terzismo meno nobile e all'acqua di rose, perfettamente equidistante sia dal fascismo, sia dal comunismo, che alla fine tende a relativizzare gli assunti dal punto di vista storico e morale.

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Pier Paolo Di Mino

Un paese speciale

Mille anni fa (poco meno) un Ugo di San Vittore doveva lamentarsi che l'uomo aveva del tutto perso la capacità di leggere in maniera metaforica il reale: il mondo era in mano a gente che prendeva tutto alla lettera, come i matti.
Del resto, che ce ne rendiamo conto o meno, sempre dobbiamo fare ricorso ad una recuperata lettura metaforica del reale quando siamo minacciati dalla follia, individuale o collettiva, e dai vari corollari di disperazione, depressione, isteria e via dicendo.

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Michele Lupo

Scuola De Profundis (Piero Calamandrei e gli scrittori italiani)

Della scuola agli intellettuali italiani non frega nulla.
Agli scrittori che si lamentano dei mediocri dati di vendita potrebbero tornare utili quelli di Tullio De Mauro sull'analfabetismo gigantesco che sommerge ormai questo paese disgraziato e sempre più ridicolo. Forse capirebbero anche loro che se un lettore curioso sarà difficile farlo uscire da una scuola mediocre, col collasso in corso potrebbe diventare problematico persino sfornare un adulto in grado di apporre un cartoncino con come e cognome sul portone del condominio.

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Ernesto Petrucci

Maestri italiani: dal libro "Cuore" alla pedagogia del sushi

Gentile redazione,
vi invio alcune mie "chiose" (e osa...osa, come direbbe Sofia Loren) circa l'articolo pubblicato sul giornale La Stampa di martedì 19 maggio e riguardante la lungimirante iniziativa di una dirigente scolastica romana, tal Annunziata Marciano, che vuole cambiare il nome alla sua scuola: dall'attuale, sconosciuto, Carlo Pisacane al popolarissimo Makiguchi Tsunesaboro (i cui scritti e le cui imprese, come voi sapete, hanno accompagnato la nostra infanzia).

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Alfredo Ronci

Lo scandaloso nepotismo della letteratura di ieri e di oggi e l'ignoranza suina di Salman Rushdie.

Dice Giulio Ferroni, professore all'Università 'La Sapienza' di Roma: I premi non servono a niente. Riferendosi ovviamente alle recenti polemiche sul premio Strega che non sarebbe altro che un inciucio tra i grandi gruppi editoriali. Aggiunge lo scrittore Giorgio Montefoschi, vincitore dello Strega nel 1994: il Premio era meglio quando era decisamente manovrato (manovrato? Ma non sarebbe stato meglio usare l'espressione 'diretto'?) da Maria Bellonci e poi da Annamaria Rimoaldi, perché loro avevano molto a cuore il valore del premio stesso. Ora è manovrato (aridanghete!) soltanto dagli editori.

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Alfredo Ronci

E basta con Rino Gaetano! Parliamo di veri poeti.

Lo dico col cuore in mano: della letteratura contemporanea ne ho i coglioni pieni. Mi era venuto in mente anche di chiudere il Paradiso: perché cosa te ne fai di un 'sistema' che si autoalimenta sbandierando in continuazioni eventi letterari per poi ritrovarsi tra le mani libercoli insignificanti e squalificanti? Cosa te ne fai di uno spazio 'interviste' quando gli scrittori se la tirano e pensano, coi loro pensierini da bignamino filosofico, di poter smuovere le coscienze delle masse diseducate? Che te ne fai dei raccontini degli esordienti che scrivono tutti allo stesso modo (beh, molti frequentano le scuole di scritture creative, no? Ma non sarebbe il caso di screativizzare qualche cervello?)?

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Adriano Angelini

Da 'Romanzo criminale' (e 'Gomorra') agli stiletti dei nuovi bulletti. Quando la letteratura (e il cinema) sono cattivissimi alunni.

Lungi da noi il voler criminalizzare o mettere al bando un libro, o un film. Lungi da noi l'attaccare per partito preso o moralismo. Un fatto è certo. La cronaca nera di questi giorni gronda sangue innocente, inutile, vano. Roma, città aperta, sempre, tollerante, pacifica, ma anche brigatista, fascista, clerico smodata, sorniona e malandrina, è tornata a far parlare di sé (l'ultima, clamorosa: si accoltellano per un parcheggio, morto padre di famiglia). Niente Bande della Magliana di ritorno, ci mancherebbe (oggi i nuovi Dandy siedono ben spaparanzati nei Consigli di Amministrazione delle banche amatriciane).

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Alfredo Ronci

To', un nazista attendibile ed un ebreo fallace. Che orrore, anzi, che horror!

Alla domanda di un amico: ma com'è il libro di Dan Simmons Danza macabra (1)? Ho risposto: una fregnaccia con degli spunti interessanti. In realtà le cose non stanno proprio così.
Partiamo dalla mole: 945 pagine le può reggere solo Stephen King (non le regge nemmeno la nuova letteratura indiana che si sbrodola addosso le palle infinite delle diverse etnie). Quindi il lettore più scaltro intravede un sillogismo: se solo King sa scrivere mille pagine e Simmons non è King, si deduce che Simmons non sa scrivere mille pagine. Elementare Watson.
Ma come per la fregnaccia di cui sopra c'è un però.

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