I Classici

Quel peccato veniale diventato storia: “Quelle signore” di Umberto Notari.
La sorte di questo romanzo fu davvero incredibile. Pubblicato nel 1904, in poche centinaia di copie, dopo appena dieci giorni il libro venne ritirato dalla circolazione avendo riportato una denuncia per oltraggio al pudore a mezzo stampa.

Il volere e il non volere: “Deposito celeste” di Carlo Villa.
Nella mia personale Storia della letteratura italiana, Carlo Villa è indicato come uno tra gli altri narratori sperimentalisti.

Il grande Sergio Tofano senza il signor Bonaventura: “Il romanzo delle mie delusioni”.
Chi come me sta ormai cavalcando un bel botto di anni, non può non soffermarsi su il ricordo di una serie televisiva degli anni ’60: Il giornalino di Gianburrasca.

Un modus vivendi che pesa: “Dalla parte di lei” di Alba De Cespedes.
Non possiamo immaginare quali siano state le intenzioni della Mondadori di ripubblicare un’edizione, peraltro cortesemente introdotta da Melania Mazzucco, del romanzo della de Cespedes. Forse per via di elementi che portano i lettori a confrontarsi, anche duramente, con l’oggi e la situazione sociale della donna, ma capovolti?

Un bel gesto del vivere: “In questa notte del tempo” di Vincenzo Vitale.
Non è facile scrivere qualcosa quando a chiederlo è uno scrittore di gran classe. Di più: non è facile star dietro ad una storia morale di forte simbolismo civile e non travolgere l’ideologia di un uomo che ha saputo più di tutti definire il concetto di nemico e soprattutto il concetto di guerra.

L’ossessione dell’uomo moderno: “Il circolo Otes” di Giuseppe D’Agata.
Iniziamo questa recensione correggendo un errore. L’errore è di chi ha fatto la presentazione del libro dicendo: “Il grosso pubblico lo ha imparato a conoscere dopo il successo de Il medico della mutua (Feltrinelli 1964) dal quale Luciano Salce sta ricavando un film, che avrà come protagonista Ugo Tognazzi”.

La parodia e l’inganno: “Nostra signora dei turchi” di Carmelo Bene.
Il romanzo uscì nel 1966 e i più informati dicono che si rinchiuse nella sua casa per molti giorni fino all’esaurimento delle sue forze e alla realizzazione di quello che, dati i tempi, molti tentarono di inserirlo nel filone dell’avanguardia.

Un diciottenne con stile: “L’Altrieri” di Carlo Dossi.
Certo è abbastanza evidente la personalità inquieta e nevrotica dell’autore. Autore che, forse piegato dalle sue stesse inquietudini, decide, nel 1881, di ripubblicare il suo diario, l’Altrieri appunto, del 1868.

Un segno della tragedia che verrà: Vamba e il “Giornalino di Gianburrasca”.
Secondo voi, quale furono le intenzioni di Vamba (Luigi Bertelli), nel momento in cui uscirono le prime copie del suo famosissimo libro?

Un signore dall’aura inconfondibile: Alberto Carossi e il suo “Un ballo dagli Angrisoni”.
C’è un dubbio, anzi una negligenza, che assale le persone che si dedicano, con un po’ di coraggio e anche con un certo amore, alla nostra letteratura e soprattutto al periodo che va dal 1920 al 1945.
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