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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Antonio Manzini

Sull'orlo del precipizio

Sellerio, Pag. 128 Euro 8,00
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   Forse chi non è scrittore non può capire in pieno quanto sia terrificante l’ipotesi espressa in questo libricino. È cosa da non dormirci la notte.
   Per farla breve uno scrittore affermato, uno che pensa di avere un certo potere contrattuale nella gestione del suo lavoro, consegna l’ultima fatica letteraria all’abituale e rassicurante casa editrice. Ma da un giorno all’altro scopre che è tutto cambiato. La casa editrice è stata assorbita da una misteriosa multinazionale che vuole trasformare i libri in prodotti di consumo confezionati in base a rigidi criteri di marketing.
   Addio all’autonomia degli autori, addio alla libertà espressiva, al linguaggio letterario, perfino all’uso della metafora. Al posto dell’abituale editor con cui lavorava in perfetta sintonia, lo scrittore Giorgio Volpe trova due loschi figuri addetti a rendere appetibili i romanzi al grande pubblico, a cominciare dai classici. Così Guerra e pace uscirà depurato dalle scene di guerra, e il Manzoni sarà tradotto in un linguaggio più attuale.
   Il povero Volpe, che ha fatto del suo romanzo una specie di testamento spirituale ispirato alle vicende più sofferte della sua famiglia, deve scontrarsi contro il progetto di trasformarlo in un fumettone d’avventura.
Doveva prendere tempo. Tutto il tempo di cui aveva bisogno per capire cosa stesse accadendo. E il fatto che quei due energumeni avessero sul computer il Pdf del suo romanzo costato due anni, sei mesi e tredici giorni gli dava i brividi. “Io oggi non posso lavorare”.
Aldo si intristì. Sergej non cambiò espressione. Gli occhi freddi e taglienti lo squadrarono dalla testa ai piedi. Giorgio ebbe l’impressione che gli stesse facendo una tac. “Se oggi non lavoriamo è una cosa brutta. Per lei e per noi.”
   Comincia un’odissea per cercare un contatto con i vertici della casa editrice e per trovare alleanze fra i suoi amici scrittori. Fra questi ultimi la più sfortunata è una giallista ora costretta a scrivere libri di cucina, e perfino a eseguire pubblicamente le sue ricette alla fiera del libro.
   Giorgio Volpe, piuttosto che diventare lui stesso un prodotto di largo consumo, le tenta tutte, compresa la scelta coraggiosa di rivolgersi ai piccoli editori che lo avevano sostenuto agli esordi. Ahimè, nel panorama sempre più claustrofobico che lo circonda, scopre che la potente multinazionale Sigma gli sta facendo terra bruciata intorno, colpendolo fin negli affetti più cari.
   Man mano che procedevo nella lettura, mi immedesimavo sempre più nei panni del protagonista, fino a immaginare possibili soluzioni. Sono arrivata a pensare alla clandestinità, ai testi ciclostilati di nascosto e diffusi tra adepti fidati, come sentivo raccontare a proposito degli scrittori dissidenti perseguitati in Unione Sovietica. Poi mi sono resa conto che il romanzo, tutto giocato su toni satirici e grotteschi, stava costruendo uno scenario sempre più surreale, dove la Sigma assumeva le stesse connotazioni della Spectre, la famigerata società segreta dei film di 007. Mi sono sentita un po’ rassicurata: è solo fantascienza distopica, ho pensato con un sospiro di sollievo. 
   Il giorno dopo, scorrendo un quotidiano, mi è caduto l’occhio su una pubblicità a caratteri cubitali, più o meno del seguente tenore:    
Nascono i DISTILLATI
Best seller da leggere nel tempo di un film
L’originale distillato in meno della metà delle pagine
Vivi il piacere dei grandi best seller, distillati anche nel prezzo.
   Un sottile rivolo di sudore ghiacciato ha ricominciato a scorrermi giù per la schiena.

di Giovanna Repetto


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Rieccoci a parlare di Manzini. Un po’ perché lo merita e un po’ perché, in questo caso, merita un’attenzione particolare.

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