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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Laura Liberale

Madreferro

Perdisa pop, Pag. 145 Euro 10,00
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Qualche settimana fa l'esimio critico letterario Filippo la Porta, recensendo un'antologia su XL (Biglietto, prego... e non ditelo a nessuno, ma ci sono anche io) si meravigliava della presenza 'massiccia' in essa di penne italiche. M'è sembrato tornar indietro nel tempo, quando in politica, per assicurare degna rappresentanza alle femmine si discuteva di 'quote rosa' (gesummio!).

Passi la politica che rimane puttanaio, o mignottaio, decidete voi, ma in letteratura se hai un po' di intraprendenza e qualche traccia, dico traccia, di nozione mercantile, prima o poi puoi diventare la nuova Melissa P o la nuova Pulsatilla (sul talento aspettiamo l'avvento dell'anticristo!!).

Insomma, non credo sia necessario il maschio (in quel caso il curatore dell'antologia citata dall'esimio, oltre che appartenere alla razza padrona, è pure orco) perché si possa trovar spazio per le femmine. Suvvia sgomitate come tutti e buona fortuna.

Cappellata per introdurre gentil donzella, che proprio di primo pelo non è (permettemi l'affronto ché conosco la tizia) e che non sgomita e che anni fa strapazzai dopo aver letto, credo, il suo primo romanzo Tanatoparty. La poverina, che mi scrisse tra l'altro missiva gentilissima, mi confessò di non averci dormito. Troppa considerazione mi fu concessa.

Ora sprezzante di qualsiasi pericolo mi invita alla lettura del suo, credo, secondo romanzo. Che con amorevole prontezza ho eseguito (glielo dovevo).

Vado al sodo: non m'interessa la storia. O meglio, il coacervo di memoria, di rituali antichi, di sangue, di mestruo e del tentativo di dialettica che mischi misterio e nostalgie proustiane, per quanto fascinoso, e per quanto sia sostanza decisamente sentita dall'autrice, è forse la cosa, paradossalmente, meno interessante.

Quel che mi aggrada di più è il tentativo, riuscito, di un linguaggio finalmente lontano dalla mistica del vuoto di questo secolo già letterariamente grigio ancor prima di essere nato.

Mi piace per esempio l'azzardo ossimorico a pag. 107 (... dell'amorevolezza sinofoba di Enrico), il verbo desueto a pag. 43 (cerca di mansuefare l'utero rabbioso che morde), l'avventatezza currenti calamo a pag. 42 (I suoi genitori celti avrebbero invocato il Sole, il suo rosso simpatetico dell'emodissipazione), per non parlare della bellezza fetish a pag. 103 (Questa donna, penso, ha pisciato ovunque per segnare il territorio...), risulta persino convincente, anche se al limite della banalità, nella pigrizia di una bambina a pag. 61 (Elsa, la figlia della coppia, sta evidentemente tentando di creare con la forchetta uno svogliato maelstrom nella sua ciotola di salsa...).

Laura è innanzitutto poetessa, e si sente: riversa nel romanzo quel che potrebbe sfuggirle, o intenzionalmente caricare, nel verso. Succede spesso quando si ha una stima diversa ma di sostanza pari delle due dimensioni.

Le consiglio di scrivere di più, poetando di meno. Ma Madreferro è un libriccino riuscito (appena confuso nel plot), che si distingue, finalmente, per una ricerca linguistica che superi l'ostacolo di una prosaica tentazione al nulla. Al suicidio addirittura. Com'è di prassi. Ahinoi.





di Alfredo Ronci


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Gustoso


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Laura Liberale

Tanatoparty

Meridiano Zero, Pag. 126 Euro 10,00

Morte e letteratura, ancora e sempre per tutti i secoli dei secoli, mentre sullo schermo una faccia cadaverica gonfiata dalla pressione dei gas interni riflette sui presenti tutto il suo verdenero.(pag. 54).
Non so voi, ma io conosco la faccia enfiata dalle purulenze della propria coscienza e della propria ignavia: è la faccia delle mezzeseghe della letteratura contemporanea, sedicenti scrittrici che credono di scavalcare la morbosità e nello stesso tempo la disperazione casalinga del classicismo diaristico di altre mezzeseghe

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