RECENSIONI
Kent Haruf
Benedizione
NNE, Traduzione di Fabio Cremonesi, Pag. 243 Euro 16,00
Della serie: prima o poi capita.
Kent Haruf, scrittore americano morto nel dicembre del 2014, doveva aspettare la fine per essere pubblicato da un editore italiano. E che editore. Giovane e gagliardo da far tremare i polsi anche ai più esperti.
Perché con le sue indubbie qualità narrative Haruf non è stato notato da nessun altro talent-scout nostrano? Forse perché non esistono più i ricercatori? Forse perché l’impari lotta contro lo strapotere americano lascia ancora delle tracce pesanti? Forse perché tutto ormai è già consolidato e formato che non vale la pena tentare il tentabile?
Comunque sia Haruf è un grande scrittore, che purtroppo però non potrà aggiungere altro alla sua grandezza letteraria. Ma ci basta anche quello che ha fatto e che l’editore corrente ha già provveduto alla sua pubblicazione.
Sì perché Benedizione è il primo di una trilogia: trilogia che qualcuno ha avuto il sentore di accostare alle grandi cose di Faulkner e di Corman McCarthy, ma che anche senza queste autorevoli presenze può portare nuova voce e nuove sollecitudini al pubblico italiano.
In una cittadina del Colorado, Dad Lewis trascorre i suoi ultimi giorni, devastato da un male che lo porterà ben presto alla fine dei suoi giorni. Accanto a lui la moglie Mary e la figlia Lorraine, una mezza sfigata che però trova senso e modo per riacquistare una dignità e una presenza accanto al padre ormai moribondo.
Ma non è tutto nella storia: c’è una assenza che Dad Lewis a malapena sopporta, quella del figlio Frank che è scappato da lui per vivere una vita accanto ad un uomo (un fantasma tra i fantasmi, una presenza inquieta che regala al lettore pagine tra le più sincere ed abbaglianti del romanzo) e altre persone che si trovano a convivere il trapasso del protagonista come un evento comunque superabile.
Benedizione è un romanzo sudista, un romanzo fatto di fragilità e vergogna ma che tenta di ricucire lo strappo del passato con una forma d’amore silenziosa ed austera. Hanno ragione le poche righe della seconda di copertina ad affermare che… Haruf affronta i temi delle relazioni umane senza mai alzare la voce, intrattenendo una conversazione intima col lettore che ha il tocco della poesia.
Benedizione è il primo romanzo di una trilogia, ma potrebbe rimanere anche un singolo episodio: di una tragedia irrisolta e di un tentativo di rinascere. Fuori da qualsivoglia tentazione contemporanea, ma allegro nel suo ridiscendere tracce già percorse (io ci vedo pure Steinbeck).
di Alfredo Ronci
Kent Haruf, scrittore americano morto nel dicembre del 2014, doveva aspettare la fine per essere pubblicato da un editore italiano. E che editore. Giovane e gagliardo da far tremare i polsi anche ai più esperti.
Perché con le sue indubbie qualità narrative Haruf non è stato notato da nessun altro talent-scout nostrano? Forse perché non esistono più i ricercatori? Forse perché l’impari lotta contro lo strapotere americano lascia ancora delle tracce pesanti? Forse perché tutto ormai è già consolidato e formato che non vale la pena tentare il tentabile?
Comunque sia Haruf è un grande scrittore, che purtroppo però non potrà aggiungere altro alla sua grandezza letteraria. Ma ci basta anche quello che ha fatto e che l’editore corrente ha già provveduto alla sua pubblicazione.
Sì perché Benedizione è il primo di una trilogia: trilogia che qualcuno ha avuto il sentore di accostare alle grandi cose di Faulkner e di Corman McCarthy, ma che anche senza queste autorevoli presenze può portare nuova voce e nuove sollecitudini al pubblico italiano.
In una cittadina del Colorado, Dad Lewis trascorre i suoi ultimi giorni, devastato da un male che lo porterà ben presto alla fine dei suoi giorni. Accanto a lui la moglie Mary e la figlia Lorraine, una mezza sfigata che però trova senso e modo per riacquistare una dignità e una presenza accanto al padre ormai moribondo.
Ma non è tutto nella storia: c’è una assenza che Dad Lewis a malapena sopporta, quella del figlio Frank che è scappato da lui per vivere una vita accanto ad un uomo (un fantasma tra i fantasmi, una presenza inquieta che regala al lettore pagine tra le più sincere ed abbaglianti del romanzo) e altre persone che si trovano a convivere il trapasso del protagonista come un evento comunque superabile.
Benedizione è un romanzo sudista, un romanzo fatto di fragilità e vergogna ma che tenta di ricucire lo strappo del passato con una forma d’amore silenziosa ed austera. Hanno ragione le poche righe della seconda di copertina ad affermare che… Haruf affronta i temi delle relazioni umane senza mai alzare la voce, intrattenendo una conversazione intima col lettore che ha il tocco della poesia.
Benedizione è il primo romanzo di una trilogia, ma potrebbe rimanere anche un singolo episodio: di una tragedia irrisolta e di un tentativo di rinascere. Fuori da qualsivoglia tentazione contemporanea, ma allegro nel suo ridiscendere tracce già percorse (io ci vedo pure Steinbeck).
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Kent Haruf
Le nostre anime di notte
NN Editore , Pag. 176 Euro 17,00Non ricordo chi ha detto che l’amore è l’unico, vero sentimento rivoluzionario. Lo è perché abbatte muri e convenzioni, perché se ne frega del colore della pelle, della religione, dell’età e del gender. Ecco, Le nostre anime di notte di Kent Haruf è proprio un inno alla rivoluzione dell’amore.
Kent Haruf
Vincoli
NNEditore, Pag. 260 Euro 18,00Insomma preparatevi. Sì perché se di Kent Haruf non avete letto nulla, allora dovete sapere che con Vincoli avete tra le mani un gran bel libro. Vincoli — pubblicato nel 1984 — è il romanzo d’esordio dello scrittore americano da poco scomparso, ma già da qui si può capire la sua grande capacità narrativa.
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