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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Simona Manganaro

Diario di bordo

Augh! Edizioni, Pag. 132 Euro 12,00
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Comincia bene, questo romanzo incentrato sulla storia della dodicenne Anna impegnata nell’impresa di uscire da un’infanzia difficile. Comincia bene ma non mantiene le promesse. Non mi si fraintenda, la vita di Anna comincia male ma continua bene. È il romanzo che comincia bene ma, appena le cose per la bambina vanno bene, inizia ad andare male. Sembra un rompicapo ma è facile da spiegare. All’inizio con stile asciutto e con la semplicità della piccola che si racconta in prima persona, l’autrice tratteggia in modo essenziale la situazione di Anna, ragazzina che cresce senza padre e con una madre troppo giovane, immatura e tossicodipendente, che le elargisce affetto a modo suo.
   Dopo una settimana trascorsa nella casa nuova, la busta in cui Valentina teneva le sigarette e l’erba era vuota; così vendette la macchina del gas per comprare altra erba da un certo Rocco, al parco.
   “E non fare quella faccia, Anna! Mangiare cose bruciate dal fuoco in orrende padelle mi ucciderebbe prima dei quarant’anni”.
   La ragazzina è sveglia, curiosa della vita, pronta ad apprendere in particolar modo le lezioni che le arrivano al di fuori della scuola. Un barbone e una prostituta sono gli esseri umani che sente più vicini, e girando per le strade con poche certezze impara a sentirsi cittadina del mondo. Purtroppo a un certo punto le cose sembrano andare di male in peggio, e la sua vita si restringe in cerchi sempre più soffocanti. Ma nel momento più critico arrivano soluzioni inaspettate. Dopo varie peripezie Anna fugge da un istituto che l’ha accolta e si imbarca su un caicco in partenza dal porto di Genova. Per pochi giorni il saggio capitano e i membri dell’equipaggio saranno i suoi maestri di vita, tanto che al ritorno le si apriranno prospettive nuove. Non sarebbe male, l’idea, se l’Autrice mantenesse sempre i toni realistici e scanzonati dell’inizio. Invece sembra che a un certo punto sia passato nell’aria qualcosa… che so, polvere di fata o suono di campane natalizie, o canto di angeli. Insomma, tutti si mettono a parlare come libri stampati, dicendo quasi sempre le cose giuste con le parole giuste. La ragazzina riceve lezioni di vita a profusione, e lei stessa diventa così saggia che quasi sembra di vederle crescere una barba bianca, al punto da diventare a sua volta dispensatrice di saggezza e di benefico cambiamento per gli altri. Ora io non dico che questo non possa succedere, i cambiamenti esistono e vanno in tutte le direzioni possibili, ed è vero che una persona che sta crescendo riesce ad attingere a tante risorse inaspettate, interne ed esterne. Ma qui è tutto spiegato, tutto detto, e tutto in un linguaggio troppo corretto e chiaro. In una parola, assolutamente didascalico. E a ogni occasione nelle conversazioni dei personaggi viene inserita qualche notiziola storica o geografica o scientifica, come nelle letture di scuola. Alla fine si ha l’impressione che questo libro, gradevole anche nell’aspetto, non sia adatto a un pubblico adulto.



di Giovanna Repetto


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