RECENSIONI
Franco Legni
Due di briscola
Curiosando, Pag. 216 Euro10,00
Cinico, dissacrante, politicamente scorretto almeno nel linguaggio, perché poi in filigrana rivela un altro sguardo, questo romanzo si ammanta di un senso dell'esagerazione e della tracotanza che ricorda il buon Carlo Manzoni, quando parlava di pupe e di sventole.
I personaggi sono un'accozzaglia di squinternati animati dalle peggiori intenzioni. Magnaccia, prostitute, spacciatori, scippatori e furfanti di ogni risma. Li accomuna una rara e indomita vocazione alle imprese perdenti. E' una folla multicolore, di individui etnicamente molto assortiti che se lo fanno notare l'un l'altro, con insulti che sono razzisti solo in apparenza, perché tanto, nel loro mondo di sciagurati, partono tutti alla pari.
Protagonista un certo Nichi Moretti, avvocaticchio incarcerato per droga e poi fuggito a Barcellona, dove pensa bene di rifugiarsi presso i parenti di un suo complice africano, finendo in un "appartamento spagnolo" assolutamente sui generis. Scontento del letto che gli è toccato, nella camera della piccolina di famiglia che lavora tutta la notte con i clienti adescati in strada, individua un comodo giaciglio nella vasca da bagno, che però è anche il laboratorio in cui vengono trattati gli acidi prima dello spaccio. Vivo per miracolo dopo un devastante bagno psichedelico, è costretto a un lunga convalescenza dentro, appunto, la vasca stessa. Affronta così , suo malgrado, una scurrile odissea che gli riserva il momento peggiore quando la banda cattura un malcapitato pifferaio andino, presunto spione.
"Sentitemi bene" e, miracolo, parla anche Rudy, "questo ce lo teniamo qui per un po', tentiamo di ricavarci qualcosa e se non si guadagna nulla lo facciamo fuori, lo strangoliamo e lo sciogliamo nell'acido nella vasca!"
Ancora la vasca! Possibile che nessuno si renda conto che questi oggetti servono solo per farci il bagno con acqua calda e sapone, e basta!
"Lo teniamo nel cesso per un po' e..."
E Ramona allora sbotta: "Sì, Rudy, lo teniamo nel cesso per un po' insieme a Nichi e cachiamo tutti in mondovisione! (...) E la notte, quando i miei clienti vanno a pisciare e si ritrovano questa specie di cadavere nella vasca e l'eschimese imbavagliato accanto, che succede? Insomma, mi pare che l'acquario con il muso pallido sia già abbastanza esotico, no? (...)"z
La storia è piena di trovate esilaranti, e mantiene in genere un buon ritmo, in un susseguirsi di colpi di scena surreali e però del tutto coerenti col genere. Non mancano i difetti: qualche discontinuità e, per contro, una eccessiva omogeneità nei personaggi, che, alternandosi talvolta nel racconto, lo fanno con uno stile così simile da poterli confondere. Ma c'è molta vitalità. Fra guasconate e autocommiserazioni, è particolarmente ben riuscita la scena epica in cui Nichi fugge a trenta all'ora su un motorino rubato.
(...) forse sto andando a Madrid che è a mille chilometri, forse verso la Mancha, forse verso la morte o verso la fine della miscela che alimenta questo coso, ma in sostanza fuggo ancora una volta e sono una volpe con i cani alle spalle, sono Icaro in motorino, sono Pollicino, sono un eroe delle Termopili, sono Kohl sul muro a novembre, sono un dribbling di Roberto Baggio e sono Maria Teresa l'albanese di Dio, (...) sono un uomo solo al comando, un motociclista impazzito, un disperato, un perdente, un vincente, un tipo qualunque, sono un falso magro, sono un vero idiota, sono il più grande di tutti in un mondo piccolo, sono tutti e nessuno, sono qualcuno, sono addirittura me stesso o sono il più incredibile degli eroi terreni, (...)
di Giovanna Repetto
I personaggi sono un'accozzaglia di squinternati animati dalle peggiori intenzioni. Magnaccia, prostitute, spacciatori, scippatori e furfanti di ogni risma. Li accomuna una rara e indomita vocazione alle imprese perdenti. E' una folla multicolore, di individui etnicamente molto assortiti che se lo fanno notare l'un l'altro, con insulti che sono razzisti solo in apparenza, perché tanto, nel loro mondo di sciagurati, partono tutti alla pari.
Protagonista un certo Nichi Moretti, avvocaticchio incarcerato per droga e poi fuggito a Barcellona, dove pensa bene di rifugiarsi presso i parenti di un suo complice africano, finendo in un "appartamento spagnolo" assolutamente sui generis. Scontento del letto che gli è toccato, nella camera della piccolina di famiglia che lavora tutta la notte con i clienti adescati in strada, individua un comodo giaciglio nella vasca da bagno, che però è anche il laboratorio in cui vengono trattati gli acidi prima dello spaccio. Vivo per miracolo dopo un devastante bagno psichedelico, è costretto a un lunga convalescenza dentro, appunto, la vasca stessa. Affronta così , suo malgrado, una scurrile odissea che gli riserva il momento peggiore quando la banda cattura un malcapitato pifferaio andino, presunto spione.
"Sentitemi bene" e, miracolo, parla anche Rudy, "questo ce lo teniamo qui per un po', tentiamo di ricavarci qualcosa e se non si guadagna nulla lo facciamo fuori, lo strangoliamo e lo sciogliamo nell'acido nella vasca!"
Ancora la vasca! Possibile che nessuno si renda conto che questi oggetti servono solo per farci il bagno con acqua calda e sapone, e basta!
"Lo teniamo nel cesso per un po' e..."
E Ramona allora sbotta: "Sì, Rudy, lo teniamo nel cesso per un po' insieme a Nichi e cachiamo tutti in mondovisione! (...) E la notte, quando i miei clienti vanno a pisciare e si ritrovano questa specie di cadavere nella vasca e l'eschimese imbavagliato accanto, che succede? Insomma, mi pare che l'acquario con il muso pallido sia già abbastanza esotico, no? (...)"z
La storia è piena di trovate esilaranti, e mantiene in genere un buon ritmo, in un susseguirsi di colpi di scena surreali e però del tutto coerenti col genere. Non mancano i difetti: qualche discontinuità e, per contro, una eccessiva omogeneità nei personaggi, che, alternandosi talvolta nel racconto, lo fanno con uno stile così simile da poterli confondere. Ma c'è molta vitalità. Fra guasconate e autocommiserazioni, è particolarmente ben riuscita la scena epica in cui Nichi fugge a trenta all'ora su un motorino rubato.
(...) forse sto andando a Madrid che è a mille chilometri, forse verso la Mancha, forse verso la morte o verso la fine della miscela che alimenta questo coso, ma in sostanza fuggo ancora una volta e sono una volpe con i cani alle spalle, sono Icaro in motorino, sono Pollicino, sono un eroe delle Termopili, sono Kohl sul muro a novembre, sono un dribbling di Roberto Baggio e sono Maria Teresa l'albanese di Dio, (...) sono un uomo solo al comando, un motociclista impazzito, un disperato, un perdente, un vincente, un tipo qualunque, sono un falso magro, sono un vero idiota, sono il più grande di tutti in un mondo piccolo, sono tutti e nessuno, sono qualcuno, sono addirittura me stesso o sono il più incredibile degli eroi terreni, (...)
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