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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Martin Kohan

Fuori i secondi

Einaudi, Pag.233 Euro 12,50
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Personalmente non ho un buon rapporto coi sudamericani. Non voglio tediarvi facendo l'elenco, ma non stupitevi o inorridite se a Borges, parafrasando Battiato, preferisco l'insalata (a Beethoven e Sinatra preferisco l'insalata, a Vivaldi l'uva passa che mi dà più calorie...- "Bandiera bianca"). Per carità qualcosa mi piace. Tanto per dirne uno: non potrei fare a meno dell'ironia vetriolinica di Bolano, ma poi anche coi classici spesso ci sbatto il muso. E non parlatemi di realismo magico che vi prendo a sassate.

Martin Kohan è un argentino di Buenos Aires con al suo attivo già sei romanzi e due saggi, rispettivamente su Evita Peron e su Walter Benjamin e questo è il suo primo romanzo pubblicato in Italia.

Storia che procede a rallentatore – ma non è la lentezza kunderiana la caratteristica, quella secondo la quale quando dovete pensare rallentate e quando non avete un piffero da fare, andate a duemila, è solo una agonico avanzare per sbalzi – e che si ramifica in tre direzioni.

La prima: 1923, Richard Strauss tiene concerti in Argentina, precisamente al teatro Colớn, dirigendo anche brani del suo amico Gustav Mahler.

La seconda: 1923, viene ritrovato morto, in un alberghetto da quattro soldi, un giovane orchestrale di origine tedesca.

La terza: 1923, si svolge il campionato del mondo di pugilato dei pesi massimi tra il campione George Dempsey e lo sfidante, colosso argentino, Luis Angel Firpo.

- Lei sapeva che esiste un filmato del combattimento tra Firpo e Dempsey?

- No.

- Ebbene sì, esiste. Tremolante, certo, tenga conto di che anni si parla. Però esiste.
(Pag.183).

E io me lo sono andato a vedere su Youtube: esiste davvero. Sgranato, ma significativo, preceduto anche da alcuni momenti degli allenamenti prima dell'incontro. Ma per capire cosa? Come un campione del mondo, dato nettamente favorito, dopo aver procurato sette (e dico sette!) atterramenti all'avversario durante la prima ripresa, nella seconda, per un cazzotto violento di Firpo se ne va dritto dritto fuori dalle corde cadendo in mezzo al pubblico assiepato ai bordi del ring.

Insomma in questo romanzo c'è tutto: il mito, lo sport vissuto come tragedia – e da questo punto di vista gli argentini hanno davvero dato molto, pensiamo alle vicende "penose" di campioni come Maradona o Monzon – il mistero, l'audace accostamento tra il sacro anelito della musica e la materialità sanguinaria del pugilato, e la lezione dei classici.

Peccato questa indolenza quasi rigorosa, questo fraseggio per di più "alto" ma che soffre di un'astenia di fondo, che lo marca alla fine.

Fuori i secondi è per palati fini. Ma che indipendentemente se esso è gustato ad inizio o fine pranzo, e nonostante una fattura professionale, alle bocche risulta scipito.



di Alfredo Ronci


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