RECENSIONI
Loren D. Estleman
Hollywood Detective
Gargoyle books, Pag. 196 Euro 16,50
Valentino lavora come archivista per la facoltà di cinema dell'Università della California di Los Angeles, anzi al Dipartimento del Restauro dei Film. Un giorno decide di comprarsi l'Oracle, un vecchio cinema abbandonato e decrepito che è miracolosamente scampato alla centro commercializzazione edilizia degli anni '80/'90. In realtà la sua intenzione è quella non solo di ristrutturarlo, ma di andarci a vivere (considerando la problematica abitativa, persino per i "giovani" trentenni di Los Angeles). Ma il destino è in agguato nel sotto scala del locale. Lì infatti, viene ritrovato uno scheletro di un uomo probabilmente assassinato insieme a numerose pizze contenenti uno dei capolavori del cinema del passato, il film "Rapacità" di Eric Von Stroheim (forse più noto al pubblico nei panni del maggiordomo in "Viale del Tramonto").
Prima di avvertire la polizia, Valentino, insieme al suo professore di facoltà, Kyle Broadhead, e a una giovane apprendista in legge, Fanta, decidono di far sparire le pizze per paura che la loro improvvisa esposizione all'atmosfera e il trasporto e il susseguente sequestro potesse rovinare il capolavoro perduto. Ma la polizia di West Hollywood, capitanata dal sergente Clifford, in realtà una rossa spumeggiante, non mangia la foglia di chi voleva farle credere che non era stato trovato nulla e decide che vuole quelle pizze perché lì sopra potrebbe esserci qualche indizio legato a quella strana morte.
Da qui in poi inizieranno le rocambolesche, divertenti, frizzanti avventure di questo personaggio davvero riuscito; un giovane un po' imbranato, un po' sapientino del cinema, che s'invaghirà della intrigante Harriet, il medico addetto alle autopsie che lavora con il sergente Clifford. I dialoghi risultano brillanti e sagaci. Estleman ci trascina dentro il mondo di Hollywood, ci porta dietro le quinte; nelle sartorie, negli studi dove restaurano e conservano le pellicole, persino nelle case di cura per le vecchie glorie del cinema dove s'imbatterà in quello che poi si rivelerà uno dei protagonisti della storia.
La Los Angeles di Estleman è folle e divertente. Tutt'altro che violenta e piena di surfisti o rapper. La Los Angeles di Estleman è la quintessenza di tutta la filosofia di vita che la caratterizza; sfondare nel cinema. Ecco che la cameriera che li serve nel Deli o la guardia giurata che li fa entrare negli Studios, tutti sono potenziali sceneggiatori con la loro storia nel cassetto, attori con il copione nella borsa che studiano nelle ore di pausa. Valentino lo sa. Ci guida in questo tour come fossimo agli Universal Studios e stessimo assistendo non già alla riproduzione dei Pirati dei Caraibi ma a un set del muto, di registi come CB De Mille, di Chaplin seppure. Personaggi che la maggior parte di quelli come la giovane Fanta non conosce (perché per lei Sandra Bullock e Meg Ryan sono le dive da ammirare). Ma che, come Stroheim che appare sotto la veste di fantasma personale proprio per Valentino, vivono fra le vecchie mura decrepite di sale cinematografiche in disuso. Nella memoria degli accademici col vezzo della citazione. Fra le vestigia di magazzini di sartoria pieni di cimeli e memorabilia. Uno spasso, una piccola ma grande lezione di narrativa, per uno scrittore che fortunatamente qualcuno, come la Gargoyle, ha deciso di continuare a proporre al pubblico italiano.
di Adriano Angelini Sut
Prima di avvertire la polizia, Valentino, insieme al suo professore di facoltà, Kyle Broadhead, e a una giovane apprendista in legge, Fanta, decidono di far sparire le pizze per paura che la loro improvvisa esposizione all'atmosfera e il trasporto e il susseguente sequestro potesse rovinare il capolavoro perduto. Ma la polizia di West Hollywood, capitanata dal sergente Clifford, in realtà una rossa spumeggiante, non mangia la foglia di chi voleva farle credere che non era stato trovato nulla e decide che vuole quelle pizze perché lì sopra potrebbe esserci qualche indizio legato a quella strana morte.
Da qui in poi inizieranno le rocambolesche, divertenti, frizzanti avventure di questo personaggio davvero riuscito; un giovane un po' imbranato, un po' sapientino del cinema, che s'invaghirà della intrigante Harriet, il medico addetto alle autopsie che lavora con il sergente Clifford. I dialoghi risultano brillanti e sagaci. Estleman ci trascina dentro il mondo di Hollywood, ci porta dietro le quinte; nelle sartorie, negli studi dove restaurano e conservano le pellicole, persino nelle case di cura per le vecchie glorie del cinema dove s'imbatterà in quello che poi si rivelerà uno dei protagonisti della storia.
La Los Angeles di Estleman è folle e divertente. Tutt'altro che violenta e piena di surfisti o rapper. La Los Angeles di Estleman è la quintessenza di tutta la filosofia di vita che la caratterizza; sfondare nel cinema. Ecco che la cameriera che li serve nel Deli o la guardia giurata che li fa entrare negli Studios, tutti sono potenziali sceneggiatori con la loro storia nel cassetto, attori con il copione nella borsa che studiano nelle ore di pausa. Valentino lo sa. Ci guida in questo tour come fossimo agli Universal Studios e stessimo assistendo non già alla riproduzione dei Pirati dei Caraibi ma a un set del muto, di registi come CB De Mille, di Chaplin seppure. Personaggi che la maggior parte di quelli come la giovane Fanta non conosce (perché per lei Sandra Bullock e Meg Ryan sono le dive da ammirare). Ma che, come Stroheim che appare sotto la veste di fantasma personale proprio per Valentino, vivono fra le vecchie mura decrepite di sale cinematografiche in disuso. Nella memoria degli accademici col vezzo della citazione. Fra le vestigia di magazzini di sartoria pieni di cimeli e memorabilia. Uno spasso, una piccola ma grande lezione di narrativa, per uno scrittore che fortunatamente qualcuno, come la Gargoyle, ha deciso di continuare a proporre al pubblico italiano.
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