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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Lee Siegel

Homo Interneticus

Piano B, Pag. 196 Euro 13,50
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Io personalmente non sopporto più quelli che sono contro. Soprattutto, le categorie che proprio non mi vanno più giù sono quelli che contestano la modernità (e poi ci sguazzano dentro) e, last but not least, quelli che se la prendono con Internet. Lee Siegel rientra in quest'ultima categoria e, francamente, il libro in questione è un'accozzaglia di luoghi comuni che lasciano non solo indifferente ma, e forse non dovremmo, irritati. Questo signore, che dire egocentrico è poco, è (era?) un giornalista del 'New Republic' e siccome qualcuno l'ha insultato su un blog (il suo, aperto sulla piattaforma del giornale) ha pensato bene di ammorbarci con una tirata moralista e per certi aspetti patetica contro Internet. Le accuse che si muovono al mezzo (al sistema?) sono sempre le solite: la perdita di contatti umani, non si sa chi lo gestisce, chi c'è dietro, è un mezzo con cui ci controllano meglio, non si conversa più a tavola perché si può navigare pure col telefonino. In due righe dell'introduzione, Siegel pretende di spiegarci che il libro parla di come Internet sta ridefinendo le nostre opinioni su noi stessi, sugli altri e sul mondo che ci circonda. Non la farò lunga ma cercherò di analizzare insieme a voi i punti che solleva. Dice Siegel: Internet sta convincendoci che la realtà è solo quella del nostro mondo virtuale. Esatto, ha ragione caro Siegel, anche la fisica quantistica ci sta dimostrando esattamente questo: la realtà esterna non esiste, è solo una nostra proiezione. Dice che Internet lo ha aiutato a trovare casa, le cure per il figlio e pure sua moglie e non so cos'altro ma che senza avrebbe fatto lo stesso; perfetto, ci aspettiamo che da domani ne faccia volentieri a meno. E mi raccomando ci comunichi la lieta novella. Dice che non si conversa più in famiglia, o fra amici. Grazie a Dio io ho il mio iphone con cui staccarmi da conversazioni inutili e noiose (prima o uno si alzava e se ne andava o si faceva due palle!); adesso posso navigare e pure fare qualche giochetto, o rispondere alla posta se la serata è insopportabile. L'altra cosa inaccettabile per Siegel è l'anonimato dietro cui ci si nasconde su internet; e nella prefazione Luca De Biase fa l'esempio del blogger che ultimamente si è spacciato per una lesbica siriana, denunciando l'intolleranza del regime e l'oppressione contro le diversità (blogger poi scoperto da un'indagine del 'Washington Post'). Io ho trovato la cosa geniale e, francamente, applaudo all'iniziativa del blogger Tom MacMaster. Sieger è tutto indignato perché Internet permetterebbe l'auto-espressione. Viva dio! Ma non lo vedete come sono terrorizzati gli editori del mainstream (almeno gli italiani) rispetto all'arrivo degli e book? (Sandro Ferri, l'altro giorno vezzeggiava sul blog della Lipperini – il che è tutto dire – sul fatto che non è giusto fare troppi sconti sui libri, perché loro sono così bravi che spendono tanto per fare un libro e la distribuzione e si impegnano a fare la selezione dei "talenti" e che vuoi mettere con l'e book: disgustoso).

Siegel è datato e probabilmente una delle tante inutili voci no global dell'ultimo decennio. Non solo il libro è del 2008 e, come ha detto giustamente Simone Buttazzi su lankelot.eu, in tre anni nel mondo della rete avvengono cambiamenti epocali. Siegel è datato perché internet è vero che ci sta cambiando la mente. Ma per fortuna, aggiungo. Anche Mozart cambiò il modo di fare e sentire musica, secoli fa. E tutti si indignarono. Oggi senza Mozart la musica contemporanea non esisterebbe. Senza Siegel per fortuna Internet continuerà ad esistere



P.S. la veste grafica del libro, al contrario del suo contenuto, è straordinaria, a firma Maurizio Ceccato.

di Adriano Angelini Sut


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