RECENSIONI
Maurizio Matrone
Il commissario incantato. Romanzo d'avventure.
Marcos y Marcos, Pag. 214 Euro 14,50
C'è sempre una frattura fra finzione e realtà. Nella realtà trovo commissari, ma anche semplici agenti o funzionari, rigidi, scostanti, arroganti e al limite della correttezza professionale; nella finzione, a parte qualche scapestrato d'oltre oceano, mi ritrovo a leggere di persone amabili, corrette e stimolanti.
Prendi questo per esempio: ha la fissa per la scrittura (bisogna ammetterlo, non è il primo), quando t'aspetti che ascolti Gigi D'Alessio, ti spara addosso (metaforicamente s'intende) il Bela Lugosi's Dead dei Bauhaus (spero di farlo crepare d'invidia dicendogli che conservo una copia in vinile del relativo extended play): avevamo lavorato su un paio di cover della Rettore e pensavamo di fare un gran finale con Bela Lugosi's Dead, brano che amo moltissimo (pag.18).
Quando t'aspetti che sui muri del suo ufficio faccia bella posta l'immagine del nostro caro presidente della Repubblica, ecco che scopri che nel percorso il suo sguardo (tra i tanti encomii e riconoscimenti alla carriera, debitamente incorniciati) indugiò sopra una vignetta di Vauro che raffigurava un nostro premier imbraccinate una doppietta (pag.79).
Non solo, ma sospetti anche che qualche senso di colpa strisciante se lo porti addosso: nella mia posizione, con una divisa da poliziotto – e avendo persino esercitato un pertinente quanto legittimo uso della violenza e delle armi – troverei ipocrits sbandierare il vessillo arcobaleno. Pur tuttavia, Wilma, sai che la frequentazione – e l'esibizione – gratuita della violenza m'infastidisce e mi offende gravemente. (Pag. 140).
Ma fosse finita qua: scrive un libro che potrebbe sembrare 'noir' (troppo facile no?) e invece è, come sottolinea l'altro titolo, un romanzo d'avventure. Sì sì, semplici avventure, come quelle che ci possono accadere andando al supermercato o facendo benzina e che forse deluderà i lettori abituati al genere poliziesco che va per la maggiore (anglosassone e non) i quali esigeranno che tra le 20 e le 20 e 30 io abbia incontrato uno psicopatico con la mannaia, sia stato coinvolto in una sparatoria o mi sia prodigato in un interrogatorio col sospettato di turno. (Pag.107).
Ma insomma 'sta cosa (libro no?) cos'è?? Non ci credereste: è la riproposizione de La vita intensa di Massimo Bontempelli. Cosa? Sì sì, quella. Dice l'autore in un'intervista (che non è la nostra): Ho fatto il book-jockey: ho conservato alcuni pezzi, altri li ho riscritti. Ho spostato la vicenda da Milano a Bologna e il protagonista da scrittore è diventato poliziotto-scrittore. Ma lo scheletro del romanzo originale è rimasto.
Capito no? Una specie di letteratura riciclata. Che, attenzione, non è l'operazione che Gus Van Sant fece dello Psycho di Hithcock (ripetizione pedissequa delle sequenze del film). No, qui siamo ad una ri-trasposizione di un'opera letteraria, con le libertà dell'autore che ha preso l'originale solo come modello di riferimento.
'Na faticaccia parlare de 'sto libro: io lascio la parola ancora a Matrone che avendo dedicato lo scritto a Wilma, una libraia appassionata di gialli, che purtroppo non c'è più, dice: Eh già, come il resto (ti vedo sorridere, sai?), anche questo è un "giallo" ovvero un romanzo d'avventure. Il tuo devoto autore.
Visto? Semplice no? A volte tante parole non servono. Quindi prendere o lasciare: personalmente prendo.
di Alfredo Ronci
Prendi questo per esempio: ha la fissa per la scrittura (bisogna ammetterlo, non è il primo), quando t'aspetti che ascolti Gigi D'Alessio, ti spara addosso (metaforicamente s'intende) il Bela Lugosi's Dead dei Bauhaus (spero di farlo crepare d'invidia dicendogli che conservo una copia in vinile del relativo extended play): avevamo lavorato su un paio di cover della Rettore e pensavamo di fare un gran finale con Bela Lugosi's Dead, brano che amo moltissimo (pag.18).
Quando t'aspetti che sui muri del suo ufficio faccia bella posta l'immagine del nostro caro presidente della Repubblica, ecco che scopri che nel percorso il suo sguardo (tra i tanti encomii e riconoscimenti alla carriera, debitamente incorniciati) indugiò sopra una vignetta di Vauro che raffigurava un nostro premier imbraccinate una doppietta (pag.79).
Non solo, ma sospetti anche che qualche senso di colpa strisciante se lo porti addosso: nella mia posizione, con una divisa da poliziotto – e avendo persino esercitato un pertinente quanto legittimo uso della violenza e delle armi – troverei ipocrits sbandierare il vessillo arcobaleno. Pur tuttavia, Wilma, sai che la frequentazione – e l'esibizione – gratuita della violenza m'infastidisce e mi offende gravemente. (Pag. 140).
Ma fosse finita qua: scrive un libro che potrebbe sembrare 'noir' (troppo facile no?) e invece è, come sottolinea l'altro titolo, un romanzo d'avventure. Sì sì, semplici avventure, come quelle che ci possono accadere andando al supermercato o facendo benzina e che forse deluderà i lettori abituati al genere poliziesco che va per la maggiore (anglosassone e non) i quali esigeranno che tra le 20 e le 20 e 30 io abbia incontrato uno psicopatico con la mannaia, sia stato coinvolto in una sparatoria o mi sia prodigato in un interrogatorio col sospettato di turno. (Pag.107).
Ma insomma 'sta cosa (libro no?) cos'è?? Non ci credereste: è la riproposizione de La vita intensa di Massimo Bontempelli. Cosa? Sì sì, quella. Dice l'autore in un'intervista (che non è la nostra): Ho fatto il book-jockey: ho conservato alcuni pezzi, altri li ho riscritti. Ho spostato la vicenda da Milano a Bologna e il protagonista da scrittore è diventato poliziotto-scrittore. Ma lo scheletro del romanzo originale è rimasto.
Capito no? Una specie di letteratura riciclata. Che, attenzione, non è l'operazione che Gus Van Sant fece dello Psycho di Hithcock (ripetizione pedissequa delle sequenze del film). No, qui siamo ad una ri-trasposizione di un'opera letteraria, con le libertà dell'autore che ha preso l'originale solo come modello di riferimento.
'Na faticaccia parlare de 'sto libro: io lascio la parola ancora a Matrone che avendo dedicato lo scritto a Wilma, una libraia appassionata di gialli, che purtroppo non c'è più, dice: Eh già, come il resto (ti vedo sorridere, sai?), anche questo è un "giallo" ovvero un romanzo d'avventure. Il tuo devoto autore.
Visto? Semplice no? A volte tante parole non servono. Quindi prendere o lasciare: personalmente prendo.
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