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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Edgar Allan Poe

Il diavolo schizzinoso

Robin Edizioni, Pag. 129 Euro 11,00
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Il sottotitolo I racconti umoristici del maestro dell'orrore andrebbe forse modificato in racconti satirici. E infatti l'immagine che se ne ricava è quella di un Poe ben presente al suo tempo, anziché, come vuole lo stereotipo, assorto in un mondo fantastico fuori dalla realtà. Ad esempio la sua esperienza presso le redazioni di vari giornali, di cui assunse talvolta la direzione, è stata fondamentale nel suggerirgli il paradossale raccontino X-ando un pezzo, in cui si fronteggiano senza esclusione di colpi due pescecani dell'editoria.

Ne Il milleduesimo racconto di Sheherazade si rivela invece un Poe attentissimo a tutte le invenzioni e le scoperte scientifiche del suo tempo, a cui fa assumere una valenza fiabesca nella bocca della narratrice, con la nefasta conseguenza di disgustare il monarca, che davanti a così evidenti panzane mette fine alla clemenza. Con La beffa del pallone (ma non era ovviamente questo il titolo di uscita dell'articolo) anticipa H.G.Wells nel genere dello scherzo giornalistico, facendo credere ai lettori del 'New York Sun' che un pallone aerostatico abbia attraversato l'Atlantico. Diversamente, Bon-Bon riecheggia le vecchie leggende inglesi in cui figurano abbondanti incontri ravvicinati col Diavolo, ma ne stravolge lo spirito in chiave decisamente umoristica. Ad accrescere la comicità, c'è che il protagonista è un cuoco dedito alla filosofia, e che l'infernale interlocutore è un raffinato gastronomo ghiotto di anime di filosofi famosi. Gli occhiali ha invece il tono di una commedia brillante e pungente ambientata nel bel mondo (fa pensare a Oscar Wilde) in cui un'attempata dama gioca una beffa crudele a un giovane sventato e preda di facili passioni. Il diavolo nel campanile nonostante il titolo e il colore fiabesco riporta all'attualità, riferendosi all'insofferenza della popolazione di New York, di origine olandese, verso la scalmanata vitalità degli immigrati irlandesi che turba le loro inveterate abitudini.

...tutta circondata di dolci colline le cui cime la popolazione non si è mai arrischiata a valicare. Ne deriva la convinzione che dalla parte opposta non esista nulla. (...) Le costruzioni sono così perfettamente identiche che è assolutamente impossibile distinguerle le une dalle altre (...) gli intagliatori di Vondervotteimittis sanno raffigurare due oggetti soltanto: un orologio e un cavolo. (...) Vi arde di continuo un fuoco vivo su cui bolle un pentolone colmo di sauer-kraut e di carne di maiale, accudito con solerzia dall'operosa massaia (...) Nella mano sinistra la donnetta stringe un piccolo ma massiccio orologio olandese, nella destra un mestolone da cucina.

Per farla breve, uomini donne e ragazzi, tutti abbigliati in fogge prestabilite, hanno l'ossessione degli orologi e della precisione nei ritmi quotidiani. I consiglieri comunali hanno approvato tre mozioni:

- E' un errore mutare il normale corso degli eventi;

- Fuori di Vondervotteimittis non vi è nulla degno di nota;

- Gli abitanti resteranno fedeli ai loro orologi e ai loro cavoli.


E' in questo clima che un diavolo forestiero getta lo scompiglio, manomettendo l'orologio della torre, e suonando un enorme violino con ritmi tutti suoi.

Ecco un Poe insolito, non eccelso, ma a cui vale la pena di dare un'occhiata.



di Giovanna Repetto


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