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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Luigi De Pascalis

Il labirinto dei Sarra

La Lepre edizioni, Pag. 304 Euro 22,00
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Credo che qualcuno si arrabbierà se affermo che il Cristianesimo (soprattutto un certo tipo di Cristianesimo, per intenderci quello che ci viene illustrato in film come Agorà o La Papessa) è una delle più perfette macchine ammazza-fantasia che la mente dell'uomo abbia mai partorito. Si arrabbino pure, non fa niente: la mia è solo un'opinione e voi siete liberi di pensarla come volete. Io so solo che non appena noi ci liberiamo (e per "noi" intendo i poveri abitanti di questa martoriata nazione) di Cristi, Santi e Madonne varie, ne escono fuori dei racconti che te li leggi d'un fiato.

Mi sembra questo il caso de Il labirinto dei Sarra, una narrazione che sta a metà tra il romanzo e la raccolta di racconti e che al centro ha non un personaggio, ma un luogo, una specie di cantina-grotta dove si è rifugiato l'ultimo degli Dèi, Nereus, chiamato a vegliare sulla "macina del mondo" e soprattutto sulle sorti della casata dei Sarra. La struttura narrativa architettata da De Pascalis è composta da due momenti: il primo (Umbra dei) è una sorta di romanzo breve dove conosciamo Alessandro e Ambra, ma soprattutto Nereus, il satiro genius locii, che sarà poi il filo conduttore di tutta la seconda parte (Umbra clamat), composta da una serie di racconti ambientati in diverse epoche storiche, dall'Impero romano fino ai giorni d'oggi. La prima parte funge, insomma, da introduzione: è lo spunto dal quale si parte, perché le storie di Umbra clamat sono i racconti che Nereus farà ad Alessandro di ciò che è avvenuto nel corso del Tempo ("Odio Kronos e il suo tragico potere sui viventi", dirà Nereus) e che lo hanno visto, in un modo o nell'altro, protagonista. A muoversi in questo primo scenario di San Rocco, Umbra dei, ormai quasi un paese fantasma, sono perciò Alessandro ed Ambra: lui un ragazzo straniato, una sorta di predestinato alla scoperta della grotta dove sta Nereus; Ambra, invece, ha qualcosa che la fa somigliare all'etereo Puck di shakespeariane memorie, un folletto, una ragazza che non t'aspetti in un paese dimenticato, libera nei confronti della materia sessuale come può esserlo solo chi ha una psicologia non sfiorata dal senso di colpa e dalle fobie inculcate dal catechismo. Sembra, insomma, che Nereus abbia il potere di liberare gli animi delle persone con le quali viene a contatto dalle sovrastrutture castranti e a proiettarli in una dimensione dionisiache. Capiterà ad Alessandro con Ambra, ma anche in altri racconti dove il sesso è sempre fonte di gioia e mai di peccato. Alla luce di quello che leggiamo sui giornali in questi giorni, questa è rivoluzione allo stato puro.

Il labirinto dei Sarra è insomma un bel libro. E' una lettura che definiremmo "leggera" nel senso migliore del termine, perché riesce ad affrontare i temi accennati attirandoti dentro il gorgo della lettura. Tutto sommato è questo che dovrebbe fare un narratore, no?







di Marco Minicangeli


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