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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Tove Jansson

Il libro dell’inverno

Iperborea, Traduzione di Carmen Giorgetti Cima, Pag. 144 Euro 13,00
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Finlandese, appartenente però a una minoranza di lingua svedese, l’Autrice (1914-2001) è qui rappresentata da una serie di racconti e altri scritti estratti da diverse raccolte (Lettere da Klara, Messaggi, Congedo).  E’ conosciuta soprattutto per i suoi libri per l’infanzia, pubblicati in Italia da Salani. Sua è la serie dei Mumin. I racconti si riferiscono alla sue esperienze infantili, rievocate con delicatezza e umorismo.
   La sua capacità di utilizzare lo strumento della fantasia era in continuo allenamento, sia nei momenti di solitudine che in compagnia, quando per esempio giocava con un piccolo vicino di casa.
   Una domenica gli insegnai come sfuggire ai serpenti che si nascondevano nel grande tappeto a pelo lungo di casa loro. L’unica cosa è camminare sulle strisce chiare, su tutti i colori che sono chiari. Se il piede scivola sui colori scuri, sei fatto. Lì dentro brulica di serpenti… 
   Il mondo visto dalla prospettiva infantile ha dimensioni diverse da quello degli adulti. Un sasso lucente, di cui ci si vuole impossessare come di un tesoro, può diventare un’enormità che occupa l’intero campo visivo e lascia tutto il resto in uno sfondo indeterminato. E farlo rotolare fino a casa è un compito titanico che assorbe tutte le energie.
   Quando raggiunsi le rotaie del tram ero sfinita, per cui mi sdraiai sopra la pietra e l’abbracciai. Ma il tram continuava a scampanellare…     
   Dal sasso all’iceberg. Ogni giornata è piena di piccole e grandi avventure. E si popola di visioni magiche. Quando la bambina vede un iceberg vicino alla spiaggia nella notte chiara, ingaggia una lotta interna fra la voglia di saltarci dentro e la paura. La tentazione è grande, perché l’iceberg contiene una cavità scintillante di cristalli di ghiaccio, come una minuscola grotta che sembra fatta apposta per accoglierla. Ma quell’attimo di audacia passa in fretta senza trasformarsi in azione. La piccola sceglie una soluzione di compromesso.
   Accesi la torcia e la lanciai nella grotta di ghiaccio. Cadde di schiena e illuminò tutta la grotta ed era bello esattamente come mi ero aspettata. Sembrava un acquario illuminato di notte, la mangiatoia di Betlemme o lo smeraldo più grande del mondo!
   A volte la prospettiva infantile è capovolta al punto che un evento drammatico come una tempesta diventa fonte di allegria e divertimento.
   … il pontile era già a metà strada (…) e fluttuava con tutte le barche attaccate che si urtavano e si spingevano l’un l’altra come dotate di vita propria e la gabbia flottante si era disancorata e tutti i paletti stavano uscendo attraverso lo stretto. Era meraviglioso!
   Fra i ricordi ci sono le attività artistiche dei genitori, le sculture del padre e i disegni della madre, da cui lei stessa ha ereditato il tratto elegante e stilizzato dei disegni che corredano il libro.
   Alcuni scritti sono relativi all’ultimo periodo della vita. I momenti tristi in cui vede venir meno l’autonomia, la capacità di vivere su un’isola pescando e provvedendo alle proprie necessità. Altri scritti appartengono a raccolte di messaggi e di lettere, in lo sguardo ingenuo e curioso  della bambina si riaffaccia ammantato dall’ironia del disincanto adulto.
   Nell’insieme si tratta di un libro tenero e garbato, con qualche momento gustoso.

di Giovanna Repetto


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