RECENSIONI
Siegfried J. Pucher
Il nazista di Trieste. Vita e crimini di Odilo Globocnik, l'uomo che inventò Treblinka.
Beit edizioni, Pag. 368 Euro 18,00
Magari avesse inventato solo Treblinka. Essendo, come diceva un suo contemporaneo, fisicamente invasato della sua missione ed essenzialmente motivato nella sua fede nel nazionalsocialismo, nella sua ambizione personale, nella sua avidità di ricompense e riconoscimenti, nella sua sottomissione autoritaria e nella sua paura di essere estromesso dall'elite del nazionalismo, fu, meglio ancora del suo più 'illustre' Eichmann, un 'semplice' esecutore e uomo, ahinoi, di una banalità sconcertante (che senza scomodare i padri della psicanalisi è elemento che contraddistingue le dittature più feroci e di queste le figliolanze più serve).
Globocnik fu Gauleiter (sorta di sindaco) nella Vienna del 1938/39, già occupata dalla truppe naziste, ma durò ben poco perché immediatamente allontanato per incapacità, diciamo così, amministrative. Protetto, nonostante tutto, da Himmler, fu destinato successivamente al distretto di Lublino, in Polonia, quando il paese non solo era già stato occupato da Hitler, ma si era avviata la campagna di sterminio degli ebrei polacchi.
Quest'ultima, nella sua fase più criminale e chiamata 'Operazione Reinhardt', fu portata avanti dal Globocnik con la messa 'in funzione' di tre campi di concentramento, esattamente Treblinka, Sobibòr e Belzec, (derivazione più 'cruenta' dei campi di lavoro di cui l'operoso nazista si era già distinto come ideatore alla fine degli anni trenta) e il cui risultato fu lo sterminio complessivo di circa un milione e mezzo di ebrei.
Ma anche qui l'invasato personaggio, tutto preso nella personale realizzazione del massacro di un'intera genia, mostrò lacune dal punto di vista amministrativo (come a dire, ligio al dovere, ma non alla burocrazia... forse se fosse successo il contrario avremmo avuto meno morti) e di conseguenza subì un secondo allontanamento (A mio avviso, la destituzione di Globocnik ha una causa molto semplice: nel settembre del 1943 non c'era semplicemente più alcun 'lavoro' in cui Himmler avrebbe potuto impiegarlo. I compiti che richiedevano iniziativa personale e mancanza di scrupoli erano o (quasi) ultimati oppure erano stati sospesi. E che Globocnik non fosse un uomo dell'apparato amministrativo anche Himmler lo sapeva bene). Nuova destinazione: l'Italia. E qui, sfruttando una vecchia costruzione industriale, la Risiera di San Saba, s'industriò alla realizzazione dell'unico campo di concentramento nel nostro territorio dotato di un forno crematorio: Come in Polonia, le attività del reparto"R" erano finalizzate alla spoliazione e all'eliminazione fisica degli ebrei: tuttavia nell'Ozak a differenza del Distretto di Lublino, si dovevano adottare certe precauzioni per riguardo nei confronti degli alleati italiani.
La fine dell'invasato fu ovvia: si suicidò quando era ormai chiaro il destino del Reich.
Completano il testo belle e agghiaccianti testimonianze di contemporanei e la disamina sulla falsa notizia della morte di Globocnik (un po' come successe per Hitler) redatta dalla scrittrice Gitta Sereny.
di Alfredo Ronci
Globocnik fu Gauleiter (sorta di sindaco) nella Vienna del 1938/39, già occupata dalla truppe naziste, ma durò ben poco perché immediatamente allontanato per incapacità, diciamo così, amministrative. Protetto, nonostante tutto, da Himmler, fu destinato successivamente al distretto di Lublino, in Polonia, quando il paese non solo era già stato occupato da Hitler, ma si era avviata la campagna di sterminio degli ebrei polacchi.
Quest'ultima, nella sua fase più criminale e chiamata 'Operazione Reinhardt', fu portata avanti dal Globocnik con la messa 'in funzione' di tre campi di concentramento, esattamente Treblinka, Sobibòr e Belzec, (derivazione più 'cruenta' dei campi di lavoro di cui l'operoso nazista si era già distinto come ideatore alla fine degli anni trenta) e il cui risultato fu lo sterminio complessivo di circa un milione e mezzo di ebrei.
Ma anche qui l'invasato personaggio, tutto preso nella personale realizzazione del massacro di un'intera genia, mostrò lacune dal punto di vista amministrativo (come a dire, ligio al dovere, ma non alla burocrazia... forse se fosse successo il contrario avremmo avuto meno morti) e di conseguenza subì un secondo allontanamento (A mio avviso, la destituzione di Globocnik ha una causa molto semplice: nel settembre del 1943 non c'era semplicemente più alcun 'lavoro' in cui Himmler avrebbe potuto impiegarlo. I compiti che richiedevano iniziativa personale e mancanza di scrupoli erano o (quasi) ultimati oppure erano stati sospesi. E che Globocnik non fosse un uomo dell'apparato amministrativo anche Himmler lo sapeva bene). Nuova destinazione: l'Italia. E qui, sfruttando una vecchia costruzione industriale, la Risiera di San Saba, s'industriò alla realizzazione dell'unico campo di concentramento nel nostro territorio dotato di un forno crematorio: Come in Polonia, le attività del reparto"R" erano finalizzate alla spoliazione e all'eliminazione fisica degli ebrei: tuttavia nell'Ozak a differenza del Distretto di Lublino, si dovevano adottare certe precauzioni per riguardo nei confronti degli alleati italiani.
La fine dell'invasato fu ovvia: si suicidò quando era ormai chiaro il destino del Reich.
Completano il testo belle e agghiaccianti testimonianze di contemporanei e la disamina sulla falsa notizia della morte di Globocnik (un po' come successe per Hitler) redatta dalla scrittrice Gitta Sereny.
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