RECENSIONI
Niccolò Ammaniti
Io e te
Einaudi, Stile libero, Pag. 117 Euro 10,00
Lorenzo Cuni è un quattordicenne solitario e introverso con problemi di socializzazione che fa preoccupare la sua famiglia alto borghese dei Parioli e in particolare l'apprensiva madre. Un giorno, Lorenzo torna a casa e dice alla mamma che va in settimana bianca con i suoi compagni di classe e la famiglia di Alessia. La donna non riesce a crederci. In realtà, il giorno della partenza, il ragazzo la costringe a lasciarlo alcuni metri prima dell'appuntamento. Motivo? Lorenzo non ha alcun appuntamento e non andrà in settimana bianca ma tornerà a casa e, non visto da nessuno, si chiuderà in cantina per l'intero periodo. Questo il sunto del nuovo folgorante racconto di Niccolò Ammaniti, che segue di circa un anno il più corposo ultimo romanzo Che la festa cominci. Ammaniti non delude affatto. Anzi. Se ce ne fosse stato bisogno, il nostro dimostra che anche in questa mini e veloce prova la sua letteratura è la più affascinante, la più originale e imprevedibile che il panorama italico ci offra. Non è per fare classifiche, ma la lingua, le invenzioni, le trovate e le genialità di Ammaniti non hanno uguali nel romanzo italiano contemporaneo. Mi spiace per gli altri, per i cantori della camorra e quelli delle Puglie, per quelli che c'hanno le scuole di scrittura e quelli delle case editrici alla moda ma Niccolò è inarrivabile. C'è ancora una volta Roma con le sue strade bene (nell'altro romanzo Villa Ada, oggi il quartiere Parioli). C'è questa borghesia benestante e rappresentata con una arguzia e una precisione tale da lasciare incantati. C'è questo ennesimo, bellissimo e odiosamente tenero perdente protagonista che fa il paio con i ragazzini adolescenti di Io non ho paura e li eguaglia per potenza espressiva e per capacità di saper rendere la trasformazione che avviene in loro. Lorenzo, chiuso nella sua cantina con la roba vecchia, con un po' di cibo in scatola, e con un libro di Stephen King (l'immenso Le notti di Salem) e la playstation, si vedrà costretto ad affrontare non solo se stesso ma l'imprevisto che, anche a voler fuggire da tutto e tutti, quando deve presentarsi trova sempre il modo di farlo; in questo caso, sotto forma della sorellastra Olivia che sconvolgerà letteralmente la sua settimana costringendolo non solo a crescere ma a rendersi conto del mondo di fuori e degli strumenti che si hanno per affrontarlo. E soprattutto di quelli che non si hanno per impedire che l'umanità continui a farsi del male. Anche per questo brillante episodio narrativo ci aspettiamo al più presto la trasposizione cinematografica ma, come detto nella recensione del penultimo romanzo, ci aspettiamo che non la affidino di nuovo al regista Gabriele Salvatores; c'è sempre Marco Risi in giro: ve lo ricordate L'Ultimo Capodanno dell'Umanità?
di Adriano Angelini
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