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RECENSIONI

Mario Pincherle

Katherine Mansfield, una strana morte

Verdechiaro edizioni, Pag. 160 Euro 12,90
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Dispiace sempre dover parlare male di un libro. Dispiace soprattutto se l'autore è un personaggio stimabile. La sua traduzione del Vangelo apocrifo di Tommaso ad esempio è quanto di più bello si possa leggere da un punto di vista spirituale. Ed è proprio da quel Vangelo che dovremo prendere spunto per porre in risalto le contraddizioni che, in questo nuovo libro, contraddistinguono il pensiero di Pincherle. Innanzitutto, il valore letterario in sé di questo romanzo è praticamente nullo. La scrittura è al limite dell'imbarazzante, da compito in classe di un ragazzino delle medie. Ma non è questo il punto, l'autore non è un narratore ma un ricercatore sul campo e un saggista fecondo e versatile, che nella sua carriera ha abbracciato i più disparati campi del sapere, dalla psicanalisi, all'esoterismo, all'archeologia. Famosa la sua scoperta dello Zed nella grande piramide di Cheope in Egitto. Per cui non ci si aspettava di certo Delitto e Castigo. Il problema nasce con i contenuti che si intendono veicolare attraverso questo romanzo. Pincherle prende spunto dalla vita della poetessa inglese Katherine Mansfield, la sua malattia, i suoi incontri col santone Gurdjieff, la sua storia d'amore travagliata con il poeta John Murry, fino alla sua morte prematura. Per dirci cosa?

E qui veniamo al Vangelo di Tommaso. Pincherle, con grande acume, cerca di farci comprendere come nella vita delle persone, ai fini dell'evoluzione, il dolore non serva. Lo dice Gesù stesso, o meglio dovrebbe averlo detto Gesù stesso proprio nel vangelo di Tommaso. Tutto, infatti, è coppia. Dualismo. L'armonia si ottiene con l'unione conciliazione degli opposti ad ogni livello. Il dolore e la separazione, vere armi a disposizione del Potere in ogni epoca, tendono invece alla disarmonia, qualcuno, dice, necessari per crescere. La Chiesa Cattolica romana in questo è maestra. La vita, per i vari sacerdoti, è sofferenza, e guai a presumere di poterla superare su questa Terra. Attraverso le vicende della Mansfield, di cui in questo romanzo sono riportate le lettere originali, l'autore vorrebbe farci comprendere proprio questo cammino. La malattia della poetessa come momento di comprensione proprio per rendersi conto che il male non è necessario ai fini dell'evoluzione. Bene, condivisibile. Tutto bello, tutto giusto. Dov'è allora il problema?

Il problema nasce quando Pincherle, senza motivo alcuno, attacca l'omosessualità in modo indecente. Prima, facendo dire a Gurdjieff che l'omosessualità è causata dalle luci stroboscopiche delle discoteche (viene da ridere se non da piangere considerando che una frase del genere oltre a essere comica non può averla detta Gurdjieff, visto che la prima sala da ballo, e non discoteca, nacque nel 1954 a Parigi con il locale "Le Whisky a go go" e il santone morì nel 1949 e le prime luci stroboscopiche sono state introdotte negli anni'70). In secondo luogo riportando, nel contesto di un discorso sull'armonia, questa frase ignobile attribuita alla Mansfield: Gli omosessuali si aiutano a deformarsi. Per fare l'amore scelgono un canale di spurgo!. Ora, non vorremmo fare della psicologia spicciola, ma certo è che chi presenta l'omosessualità in questi termini è perché dentro di sé qualche problemino di disarmonia ce l'ha. Ma ciò che sorprende ancora di più è che in tutto il racconto i personaggi non fanno altro che condannarla come fosse il Male Assoluto. Una condanna in totale contraddizione, come si sottolineava, con il Vangelo apocrifo di Tommaso, in cui è Gesù stesso che invita ad armonizzare gli opposti, maschio e femmina, dentro di sé. E gli opposti, ma forse Pincherle questo lo sa e fa finta di ignorarlo, si armonizzano non con il corpo (fottendosi di dietro!) ma nell'anima prima e nello spirito poi. Per cui due uomini che si amano rappresentano la ricerca, esattamente come due esseri umani di sesso diverso, dell'armonia fra maschio e femmina.

Fa rabbia dover parlare ancora di queste cose, in tempi in cui fedifraghi menestrelli da Zecchino D'oro vengono mandati a San Remo dai nuovi crociati di papa Nazingher a cantare che i froci sono malati. Fa sgomento constatare che questi presunti guru newager sono più ayatollah di quelli che vorrebbero combattere.



di Adriano Angelini


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