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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

William Peter Blatty

L'Esorcista

Fazi editore, Pag. 413 Euro 19,00
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È in mezzo alla calma di una tranquilla famiglia che striscia invisibile la terrorizzante storia di questo libro. In mezzo all'amore di una madre per la sua Regan, una madre che fa di tutto per starle accanto. Una star del cinema, conosciuta, voluta, che cerca di non perdere un attimo del suo angelo.

In mezzo alla rassicurante presenza dei mobili di sempre, dei giocattoli, delle stanze piene di luce e dei vestiti di ogni giorno, si annida qualcosa che sta per rendere tutto semplicemente orribile.

Sono i piccoli passi nel solaio, il rumore sordo che proviene dalla stanza della bambina, i vestiti che scompaiono, a fare la loro silenziosa entrata nella pelle della piccola. Il male prende corpo, lo possiede e lo fa facendolo ammalare, deturpandolo della propria innocenza, delle sicurezze dell'amore. Il male s'impossessa e cresce come un virus, dilaniando quanto di buono e conosciuto c'era fino a quel momento. Violando Regan nella sua umanità.

Satana è assolutamente nichilista e poco gli importa se Chris, la madre, è atea o meno, poco gli importa di essere oggetto di studio dalla scienza degli uomini. Lui è lì, infesta come legioni di blatte la linda casa del corpo della ragazzina. La insozza fino al parossismo. Perché nel suo deprecabile scempio non c'è unicamente l'oltraggio di una pura di cuore. Nel suo scempio c'è la caccia ad un vecchio nemico ...

Nessuna luce può salvare. È questo che ferisce, che morde il cuore e l'anima nel lettore tenendolo immobile come con le fauci di un animale davanti agli occhi: l'impossibilità di nascondersi al Demonio e l'impossibilità di poterlo contrastare.

Una storia che torna dopo quasi trent'anni (con una nuova traduzione e un'affascinante prefazione di Edoardo Nesi) che ha ingoiato più di 13 milioni di persone e che lentamente prende la pelle e la gela la rende più sensibile, più vulnerabile, una paura che non conosce età e che spesso viene camuffata da risatine, ma che esce allo scoperto quando si resta da soli. Quando si entra nella propria camera da letto e si deve spegnere la luce. Resta sospesa nell'attimo di esitazione che coglie impreparata la mano sull'interruttore nel preciso istante in cui gli occhi pattugliano la stanza e per un secondo sembra di scorgere una bocca che ghigna in un'ombra passeggera.



di Alex Pietrogiacomi


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