RECENSIONI
Aldo Busi
L’altra mammella delle vacche amiche
Marsilio, Pag. 463 Euro 18,00
La libertà non è un diritto, è un sapere costante nel tempo, una capacità di resistenza alla tentazione di asservirsi, una curiosità per le lande più inesplorate del cervello umano a contatto con il mondo ma innanzitutto a contatto con se stesso, a cui ritorna e a cui deve dare conto di quanto ha fatto fuori il suo portatore. La libertà è un bene che interessa a pochi e che confligge con le professioni, la si sacrifica spesso per portare a casa la pagnotta, machi la ama come l’aria è disposto a morire per mantenerla: rari i funerali a riguardo. Se avessi fatto il commerciante o l’insegnante o il giornalista o il ministro o anche solo l’operaio ad interim, molto probabilmente non avrei avuto il bisogno della libertà di cui ho bisogno per fare lo scrittore, e se fossi andato sotto padrone del tutto mi sarei accontentato di sperdermi in un corteo di protesta all’anno, meglio se sotto carnevale.
Non avendo avuto nel mio mirino psichico altre esperienze umane se non quella della volontà di scrivere che andava di pari passo con la volontà di diventare sempre più libero, non mi arrischio a dire quanto sento che potrei dire solo perché lo sento, e cioè che sarei stato un uomo libero anche da commerciante, da insegnante, da giornalista, da ministro e perfino da operaio ad interim, però posso affermare che sono stato un cameriere libero anche con quindici gradi sottozero fuori e quindi presto un cameriere a spasso libero ma affamato e scoraggiato e affamato come può esserlo un adolescente in balia non solo di se stesso ma libero e che, non appena rioccupato di nuovo, riprendeva imperterrito a fare tirocinio di libertà più della volta precedente, era una vocazione insopprimibile, essere libero e di nuovo a spasso, essere a spasso e di nuovo libero, non dalla schiavitù del lavoro, ma dalla schiavitù imposta e marchiatati addosso da troppi datori di lavoro che non si accontentavano che tu gli facessi il servo assolvendo i tuoi doveri ma esigevano che tu lo fossi, che ti asservissi all’idea stessa di essere servo della gleba nato in pieno e avanzato Novecento…
Dunque il nuovo Busi, le nuove bestemmie contro il sistema. Lui che è buono, affabile e affidabile. Lui che si vorrebbe scrittore, perché gli scrittori non ci sono, lui che si vorrebbe traduttore, perché i traduttori non ci sono (povero Raboni, il traduttore di Proust, che qui fa la figura del meschino e dell’incapace).
Di nuovo Busi e una pagina del libro che ho citato (e scritto con molta fatica). Provate ad averne quattrocentosessantatre.
Di nuovo Busi. Ma non era meglio quando diceva che avrebbe scritto solo quattro romanzi? Gli altri sembran tutti uguali.
di Alfredo Ronci
Non avendo avuto nel mio mirino psichico altre esperienze umane se non quella della volontà di scrivere che andava di pari passo con la volontà di diventare sempre più libero, non mi arrischio a dire quanto sento che potrei dire solo perché lo sento, e cioè che sarei stato un uomo libero anche da commerciante, da insegnante, da giornalista, da ministro e perfino da operaio ad interim, però posso affermare che sono stato un cameriere libero anche con quindici gradi sottozero fuori e quindi presto un cameriere a spasso libero ma affamato e scoraggiato e affamato come può esserlo un adolescente in balia non solo di se stesso ma libero e che, non appena rioccupato di nuovo, riprendeva imperterrito a fare tirocinio di libertà più della volta precedente, era una vocazione insopprimibile, essere libero e di nuovo a spasso, essere a spasso e di nuovo libero, non dalla schiavitù del lavoro, ma dalla schiavitù imposta e marchiatati addosso da troppi datori di lavoro che non si accontentavano che tu gli facessi il servo assolvendo i tuoi doveri ma esigevano che tu lo fossi, che ti asservissi all’idea stessa di essere servo della gleba nato in pieno e avanzato Novecento…
Dunque il nuovo Busi, le nuove bestemmie contro il sistema. Lui che è buono, affabile e affidabile. Lui che si vorrebbe scrittore, perché gli scrittori non ci sono, lui che si vorrebbe traduttore, perché i traduttori non ci sono (povero Raboni, il traduttore di Proust, che qui fa la figura del meschino e dell’incapace).
Di nuovo Busi e una pagina del libro che ho citato (e scritto con molta fatica). Provate ad averne quattrocentosessantatre.
Di nuovo Busi. Ma non era meglio quando diceva che avrebbe scritto solo quattro romanzi? Gli altri sembran tutti uguali.
di Alfredo Ronci
Dello stesso autore
Aldo Busi
Vacche amiche (un’autobiografia non autorizzata).
Marsilio, Pag. 177 Euro 15,00Di nuovo Busi. Dico di nuovo perché negli ultimi anni la sua spasmodica attività di scrittore contemporaneo ci ha fatto ricordare quello che andava dicendo agli inizi di carriera: che avrebbe realizzato solo quattro romanzi e che l’ultimo sarebbe stato (ma anche gli altri tre, no?) un capolavoro.
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