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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Matsumoto Seicho

L'attesa

Adelphi, Traduzione di Gaia Maria Follaco, Pag. 299 Euro 19.00
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Del resto si sa che le imprese più redditizie difettano di umanità, e i vertici della S. Optics non fanno eccezione. Dopo tutto quello che mio marito ha fatto per l’azienda.
In parole povere, anzi poverissime, il nuovo giallo di Matsumoto Seicho proposto da Adelphi, potrebbe parlare di questo, cioè di certe ruberie dell’assetto bancario e di certi comportamenti poco leciti.
E invece no. Pur essendo presente certa attività bancaria la storia è del tutto diversa e scava nel profondo di ogni personaggio. Intanto diciamo che Adelphi c’ha preso la mano con questo scrittore giapponese, e se l’interesse per Matsumoto crescerà, ne vedremo altri di polizieschi (non è forse vero che scrisse più di trecento libri e che veniva considerato il Simenon del Giappone?).
Però, se me lo permettete, in questo nuovo giallo c’è un ma, che potrebbe essere molto relativo ma che alla sottoscritta ha creato qualche disagio: quando ci sono dei documenti, che siano legali o anche medici, vi sembra che sia logico riportare ogni singola parte del documento e in più inanellare una serie di interventi atti a verificarlo e nel caso contraddirlo?
L’attesa è un libro di 300 pagine che, abituata come sono ai rapidi chiarimenti e poi soluzioni delle precedenti opere di Matsumoto, lasciano in varie parti del giallo un’attesa assolutamente inappropriata e soprattutto una stanchezza nel leggere che mai si era verificata prima.
L’attesa è un bel romanzo (attenzione però, la protagonista della storia, Isako passa, come diciamo noi, per una dark lady, ma per i giapponesi di allora, primi anni settanta, una lussuriosa. Ma che Matsumoto aveva qualche problema con le donne?), ma a tratti fa venire l’angoscia e in alcuni casi anche l’idea di lasciar perdere tutto.
E’ un piccolo dettaglio anche perché la storia procede ben strutturata (un consiglio: come ogni giallo state attenti alle persone di secondo piano) e il finale rivelerà alcune sorprese che vi faranno dimenticare il resto.
Perché Matsumoto è Matsumoto!

di Eleonora del Poggio


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