RECENSIONI
Maj Sjowall Per Wahloo
La camera chiusa
Sellerio, Pag. 416 Euro 14,00
I lettori di un certo tipo, di fronte ad un titolo del genere, drizzano le orecchie: mi riferisco ai patiti di John Dickson Carr, del francese Paul Halter, di Gaston Leroux, di Israel Zangwill e naturalmente di Poe e di quell'arte delittuosa che consiste nell'uccidere qualcuno e lasciarlo dentro una stanza chiusa dall'interno. John Dickson Carr, ne Le tre bare elenca addirittura tutta una serie di 'modi' per lasciare di stucco presenti e assenti.
Nel caso della coppia svedese, famosa non solo per essere pioniera del giallo in terra scandinava, ma anche per la serie dedicata al commissario Martin Beck, ritorna sì la tematica dell'enigma apparentemente impossibile, ma pure una disamina cruda e quasi incredibile della Svezia degli anni settanta e dell'allora situazione politica.
Dice Hakan Nesser (l'autore, tanto per intenderci, del bellissimo Il ragazzo che sognava Kim Novak) nella post-fazione: La descrizione nuda e cruda di una Svezia destinata verso un'avaria totale è esplicita, per non dire iperesplicita. (...) La Svezia è sul punto di diventare una sorta di dittatura di destra, affermano Sjowall e Wahloo: tutto è andato a rotoli e i cittadini che non sono riusciti a suicidarsi o a scappare all'estero diventano gli schiavi del nuovo potere.
Vero è che la lettura della serie, pubblicata con cadenza regolare dalla Sellerio, capovolge totalmente l'idea che c'eravamo sempre fatti del paese scandinavo, cioè di un paese con una socialdemocrazia funzionante, non segnata da scandali e soprattutto civile ed aperta al progresso.
Quello che raccontano i due non sta 'né in cielo né in terra'. Come per esempio a pag. 125: - Gli uomini laggiù. Immagina di sfacchinare e sfacchinare per raggranellare i soldi per pagare le rate della macchina e della casetta estiva mentre i tuoi figli si ammazzano con la droga. Se tua moglie mette il naso fuori dopo le sei di sera viene violentata, e tu non osi nemmeno uscire per andare ai vespri.
Epperò! E non sta tanto meglio il sistema 'repressivo' che sembra agire come se si fosse in pieno maccartismo: L'unico dipartimento del corpo di polizia che aveva risorse maggiori in proporzione al crimine che doveva combattere era la polizia di sicurezza, che in realtà non aveva incarichi da svolgere, dato che si occupava ancora, e quasi elusivamente, di schedare i comunisti e insisteva nel tralasciare le diverse organizzazioni fasciste, più o meno esotiche; di conseguenza passava gran parte del tempo ad inventarsi crimini politici e potenziali rischi per la sicurezza...
Insomma un quadro non molto dissimile da quello italiano: però i due scrittori sembrano avere una soluzione che farebbe arrossire di sgomento la lega, i berluscones e tutto l'apparato criminogeno del nostro governo (e scritto quasi quarant'anni fa): La violenza non genera soltanto antipatia e odio, ma anche insicurezza e paura. (Ricordate la figura del ministro della paura creato da Albanese?).
Insomma La camera chiusa è lettura piacevole per gli appassionati di imprese incredibili e per chi incredibilmente scopre la Svezia molto simile a noi. Ma allora non sarà vero che il giardino del vicino è sempre più verde.
di Alfredo Ronci
Nel caso della coppia svedese, famosa non solo per essere pioniera del giallo in terra scandinava, ma anche per la serie dedicata al commissario Martin Beck, ritorna sì la tematica dell'enigma apparentemente impossibile, ma pure una disamina cruda e quasi incredibile della Svezia degli anni settanta e dell'allora situazione politica.
Dice Hakan Nesser (l'autore, tanto per intenderci, del bellissimo Il ragazzo che sognava Kim Novak) nella post-fazione: La descrizione nuda e cruda di una Svezia destinata verso un'avaria totale è esplicita, per non dire iperesplicita. (...) La Svezia è sul punto di diventare una sorta di dittatura di destra, affermano Sjowall e Wahloo: tutto è andato a rotoli e i cittadini che non sono riusciti a suicidarsi o a scappare all'estero diventano gli schiavi del nuovo potere.
Vero è che la lettura della serie, pubblicata con cadenza regolare dalla Sellerio, capovolge totalmente l'idea che c'eravamo sempre fatti del paese scandinavo, cioè di un paese con una socialdemocrazia funzionante, non segnata da scandali e soprattutto civile ed aperta al progresso.
Quello che raccontano i due non sta 'né in cielo né in terra'. Come per esempio a pag. 125: - Gli uomini laggiù. Immagina di sfacchinare e sfacchinare per raggranellare i soldi per pagare le rate della macchina e della casetta estiva mentre i tuoi figli si ammazzano con la droga. Se tua moglie mette il naso fuori dopo le sei di sera viene violentata, e tu non osi nemmeno uscire per andare ai vespri.
Epperò! E non sta tanto meglio il sistema 'repressivo' che sembra agire come se si fosse in pieno maccartismo: L'unico dipartimento del corpo di polizia che aveva risorse maggiori in proporzione al crimine che doveva combattere era la polizia di sicurezza, che in realtà non aveva incarichi da svolgere, dato che si occupava ancora, e quasi elusivamente, di schedare i comunisti e insisteva nel tralasciare le diverse organizzazioni fasciste, più o meno esotiche; di conseguenza passava gran parte del tempo ad inventarsi crimini politici e potenziali rischi per la sicurezza...
Insomma un quadro non molto dissimile da quello italiano: però i due scrittori sembrano avere una soluzione che farebbe arrossire di sgomento la lega, i berluscones e tutto l'apparato criminogeno del nostro governo (e scritto quasi quarant'anni fa): La violenza non genera soltanto antipatia e odio, ma anche insicurezza e paura. (Ricordate la figura del ministro della paura creato da Albanese?).
Insomma La camera chiusa è lettura piacevole per gli appassionati di imprese incredibili e per chi incredibilmente scopre la Svezia molto simile a noi. Ma allora non sarà vero che il giardino del vicino è sempre più verde.
di Alfredo Ronci
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