RECENSIONI
Federica Marchetti
La cintura di Morrison
Delos ed., pag. 232 euro 18,00
Ovvero come riportare il lettore a giorni in cui non c’erano cellulari, social, podcast e la musica vera si ascoltava su vinile o in concerti epocali da migliaia di spettatori. Il tutto colorato di “giallo”, grazie agli ingredienti di quello più classico: omicidi, investigatore (e relativo aiutante), un nutrito gruppo di sospetti radunati in un unico condominio romano. E un pizzico di romanticismo per una storia – forse – d’amore tra due dei protagonisti.
Il romanzo lo firma una prolifica scrittrice viterbese, non nuova al genere. Come spiega, il libro è un amorevole omaggio a suo fratello – scomparso prematuramente e all’improvviso – col quale condivideva la passione per tutto il rock e il pop degli anni ‘80, internazionale e italiano e i viaggi al seguito di band più o meno famose.
La storia – siamo nel 1987 - che intreccia le indagini del bel commissario Davide Bovi alla vita degli inquilini del palazzo, soprattutto degli studenti universitari che coabitano (tutti rigorosamente “dark”), si snocciola tra rievocazioni di eventi realmente accaduti e la descrizione dei vari caratteri e storie personali dei singoli personaggi. Al centro, l’oggetto che pare suscitare interessi feticisti estremi, pur se solo una copia: una cinta stile Navajo del cantante dei Doors. Le cui canzoni più famose danno il titolo ai vari capitoli.
“Celestini si avvicinò per vedere meglio la cintura: una fibbia e nove borchie d’argento. Quasi intimidito e senza nemmeno muovere un muscolo, l’ispettore aspettava che Bovi la tirasse fuori. Quando l’oggetto fu scartato emesso sul tavolo i due poliziotti rimasero a guardarla per qualche istante senza dire niente. Cosa ne pensi, Celestini? Non la pagherei nemmeno ventimila lire. Troppo originale per i miei gusti”.
Facile capire che tutta la vicenda è intrisa di aspetti autobiografici e di fatti vissuti dall’autrice.
“Fiammetta ascoltava la voce di Jim Morrison e ne era sedotta. Tra le mani girava e rigirava l’LP del 1978: all’interno del doppio cartonato giallo c’erano i testi delle poesie di Jim e alcune sue foto, da solo e con la band. L’uomo più bello che Fiammetta avesse mai visto”: da giurarci che la scrittrice la pensa così!
Ma la Marchetti trova il modo di inserire nella storia pure altre sue passioni: come quella per il cinema, per Agatha Christie, per i Litfiba o per i gatti. Il che rende il libro particolarmente godibile. I lettori più avanti con gli anni, anche quelli non proprio musicofili, ripercorreranno il sentiero dei ricordi, mentre i più i giovani potranno capire come i propri genitori vivevano i loro vent’anni.
di Cristiana Vallarino
Il romanzo lo firma una prolifica scrittrice viterbese, non nuova al genere. Come spiega, il libro è un amorevole omaggio a suo fratello – scomparso prematuramente e all’improvviso – col quale condivideva la passione per tutto il rock e il pop degli anni ‘80, internazionale e italiano e i viaggi al seguito di band più o meno famose.
La storia – siamo nel 1987 - che intreccia le indagini del bel commissario Davide Bovi alla vita degli inquilini del palazzo, soprattutto degli studenti universitari che coabitano (tutti rigorosamente “dark”), si snocciola tra rievocazioni di eventi realmente accaduti e la descrizione dei vari caratteri e storie personali dei singoli personaggi. Al centro, l’oggetto che pare suscitare interessi feticisti estremi, pur se solo una copia: una cinta stile Navajo del cantante dei Doors. Le cui canzoni più famose danno il titolo ai vari capitoli.
“Celestini si avvicinò per vedere meglio la cintura: una fibbia e nove borchie d’argento. Quasi intimidito e senza nemmeno muovere un muscolo, l’ispettore aspettava che Bovi la tirasse fuori. Quando l’oggetto fu scartato emesso sul tavolo i due poliziotti rimasero a guardarla per qualche istante senza dire niente. Cosa ne pensi, Celestini? Non la pagherei nemmeno ventimila lire. Troppo originale per i miei gusti”.
Facile capire che tutta la vicenda è intrisa di aspetti autobiografici e di fatti vissuti dall’autrice.
“Fiammetta ascoltava la voce di Jim Morrison e ne era sedotta. Tra le mani girava e rigirava l’LP del 1978: all’interno del doppio cartonato giallo c’erano i testi delle poesie di Jim e alcune sue foto, da solo e con la band. L’uomo più bello che Fiammetta avesse mai visto”: da giurarci che la scrittrice la pensa così!
Ma la Marchetti trova il modo di inserire nella storia pure altre sue passioni: come quella per il cinema, per Agatha Christie, per i Litfiba o per i gatti. Il che rende il libro particolarmente godibile. I lettori più avanti con gli anni, anche quelli non proprio musicofili, ripercorreranno il sentiero dei ricordi, mentre i più i giovani potranno capire come i propri genitori vivevano i loro vent’anni.
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