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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Peter Robinson

La fredda lama della notte

Super Pocket, Pag.339 Euro 5,60
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Scrive l'autore del più famoso Il camaleonte a fine romanzo: Ho scritto il libro alla fine degli anni Ottanta, quindi, dopo aver dato alla luce le prime quattro avventure dell'ispettore Banks. Ricordo che avevo bisogno di un cambiamento, di un romanzo in cui la polizia avesse un ruolo marginale (...) L'idea rimase accantonata, come spesso accade (...)Quando mi accorsi che il romanzo poteva acquistare nuova vita, accarezzai l'idea di riscriverlo ed attualizzarlo (...)Ma più ci pensavo e più mi rendevo conto che non avrebbe mai funzionato, che il mondo era cambiato troppo dal 1987 e che gli eventi descritti in La fredda lama della notte non avrebbe potuto mai avere luogo in un mondo caratterizzato da telefoni cellulari, e-mail, McDonald's e Pizza Hut ad ogni angolo di strada e da moderne tecniche per l'analisi del Dna.

Il problema però, aggiungo io, non è di carattere squisitamente tecnico e di attualizzazione storica, ma di credibilità della storia stessa. Se avessero inserito queste precisazioni dell'autore ad inizio romanzo e non alla fine, come è stato fatto, probabilmente avremmo subodorato qualcosa. Almeno Stephen King, con l'operazione Blaze è stato un pochino più onesto. Anche lui ha rovistato nei cassetti, ha trovato un vecchio manoscritto e lo ha, appunto, attualizzato, ma ce lo ha detto all'inizio, preparandoci in qualche modo al peggio. E peggio era.

Anche l'operazione portata a termine da Robinson è una mezza porcata, nel senso che, pur avendo stima e considerazione dello scrittore, sicuramente un innovatore della più che secolare tradizione del poliziesco inglese, La fredda lama della notte rimane un tentativo mal riuscito di costruire una storia su una vendetta ancor più che su un riscatto. Più che le motivazioni che stanno alla base dell'azione inesorabile e spietata di Martha, la protagonista, che da ragazzina ha subito una violenza da un serial killer ed ha avuto la fortuna di essere l'unica sopravvissuta di una lunga serie di delitti, ci sembra francamente azzardata e poco razionale la dinamica e la "sostanza" delle esecuzioni della donna.

Insomma, manca l'appiglio psicologico, la costruzione interiore. Per carità, il giallo si regge anche su un "topos": lo psichiatra, attraverso una serie di sedute psicanalitiche, riesce ad alzare il coperchio della pentola che bolle, ma con un procedimento che farebbe arrossire dall'imbarazzo non solo le matricole di psicologia, ma anche quelle di Scienze naturali che si sa, con l'inconscio, hanno poco a che vedere.

Una delusione avrete capito: l'autore che ci aveva appassionato con Il camaleonte e piacevolmente sorpreso con Vicino al cuore, qui gigioneggia. Difficile sapere se la "caduta" sia appunto dipesa dal ripescaggio di un vecchio manoscritto, o da una mano che pur nel tentativo di rimaneggiare la materia, s'è mostrata stanca e priva di mordente. Fatto sta che 'sta avventura di donne che non pensano ad altro che alla vendetta (l'episodio in cui Martha uccide per sbaglio un uomo, credendolo il suo violentatore, solo perché ha una vaga assomiglianza col vero, più che da poliziesco, mi sembra una "trovata" da Zelig) , pur se segnate definitivamente dalla violenza subita, me sembra 'na fregnaccia. Contrariamente agli uomini, noi donne abbiamo cose ben più importanti da fare.



di Eleonora del Poggio


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Insipido


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Peter Robinson

Black Dog

Superpocket, Pag. 504 Euro 5,90

Nefandezze. Ad un livello simile credo non si sia mai arrivati. Prendiamo questo nuovo noir dello scrittore inglese Peter Robinson – bel mestierante, ma che ogni tanto se ne va per la tangente e ne fa di cotte e di crude – ambientato ai nostri giorni e durante i mitici e favolosi anni sessanta.
Titolo (avete modo di verificare): Black Dog. Che un cretinetti qualsiasi penserebbe essere originale dal momento che è in lingua inglese. Macché.

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