RECENSIONI
Davide Morosinotto
La notte dei biplani
Fanucci, Pag. 395 Euro 10,00
La storia di amicizia in tempo di guerra. Tre ragazzi, tre estrazioni sociali diverse; Arthur, figlio di una ricca famiglia inglese, i Maddox. Mary, cameriera di famiglia. John, minatore. Tre adolescenti in un'Europa dilaniata, in un periodo storico, quello della prima guerra mondiale, che Davide Morosinotto reinventa. La notte dei biplani è un bellissimo romanzo fantastico (non lo definirei di fantascienza per non relegarlo a un solo genere). Parla di strani biplani che vengono guidati da ragazzini fra i 13 e i 17 anni, che vengono connessi a un computer tramite uno spinotto dietro la nuca. Immagina che Internet già esista e che le comunicazioni siano più o meno come quelle dei nostri tempi. Le due nazioni che nel romanzo si fronteggiano sono Inghilterra e Germania; il teatro di guerra, la Francia.
La struttura de La notte dei biplani è decisamente ben fatta e Morosinotto seppur giovane (è del 1980) sembra già un autore con una sua consolidata esperienza. E' un lungo racconto riportato nel 1939 da uno dei protagonisti, John. Le atmosfere rimandano a giornate uggiose, fredde, la Cornovaglia melanconica, un grigiore e un salmastro che inquina i pensieri. I tre, inizialmente inseparabili e a servizio di Richard Maddox, verranno veementemente separati dagli eventi della vita. Il loro mentore, che ha inventato un congegno prezioso di cui si scoprirà l'utilità solo alla fine, verrà rapito dai tedeschi con i loro Zeppelin. Arthur decide di arruolarsi per andare a liberarlo e guidare questi biplani computerizzati (chiamati Bot), ma si ritroverà a combattere con le truppe di terra sui cingolati. Sorte diversa toccherà a Mary che, fingendosi maschietto, tenterà (alla fine con successo) di diventare un pilota. John resta. Lui vive con la famiglia in un villaggio di minatori fuori Southampton, deve lavorare e aiutare il padre. Ma sir Richard Maddox affiderà proprio a lui il prezioso congegno che ha progettato e per cui viene rapito.
Morosinotto ha una lunga esperienza come ghostwriter. Questo è il quarto romanzo con il suo nome, e la storia avvince e convince in tutti i suoi aspetti. Pur con un incedere cinematografico e un linguaggio incalzante, i personaggi sono intriganti e ben caratterizzati. Mary, con il suo tentativo di passare per un maschio, è quello più sorprendente (da una cameriera come lei non te l'aspetti!). John è l'eroe che man mano si scoprirà forte e saggio. Arthur il più avventato. Gli aspetti tecnici del volo, le ricostruzione di un plausibile mondo tecnologico spostato indietro di quasi cento anni, tutto cattura il lettore fin dalle prime pagine. Ci si manda e mail, si consultano i giornali on line, i militari sperimentano sulla pelle di ragazzini innocenti mandati al massacro nuove tecnologie letali. I piloti di Bot infatti dopo qualche mese sviluppano un morbo letale per il cervello. In tre mesi muoiono e vengono sostituiti da altre reclute. A John e a uno strano professore senza gambe il compito di recarsi sul fronte francese e provare con un gioco di spie a liberare Richard Maddox dalle mani dai tedeschi e a Mary e ai suoi biplani il compito di fronteggiare i temibili aerei tedeschi che minacciano quella che per qualcuno pochi anni più tardi sarà la "perfida Albione".
di Adriano Angelini Sut
La struttura de La notte dei biplani è decisamente ben fatta e Morosinotto seppur giovane (è del 1980) sembra già un autore con una sua consolidata esperienza. E' un lungo racconto riportato nel 1939 da uno dei protagonisti, John. Le atmosfere rimandano a giornate uggiose, fredde, la Cornovaglia melanconica, un grigiore e un salmastro che inquina i pensieri. I tre, inizialmente inseparabili e a servizio di Richard Maddox, verranno veementemente separati dagli eventi della vita. Il loro mentore, che ha inventato un congegno prezioso di cui si scoprirà l'utilità solo alla fine, verrà rapito dai tedeschi con i loro Zeppelin. Arthur decide di arruolarsi per andare a liberarlo e guidare questi biplani computerizzati (chiamati Bot), ma si ritroverà a combattere con le truppe di terra sui cingolati. Sorte diversa toccherà a Mary che, fingendosi maschietto, tenterà (alla fine con successo) di diventare un pilota. John resta. Lui vive con la famiglia in un villaggio di minatori fuori Southampton, deve lavorare e aiutare il padre. Ma sir Richard Maddox affiderà proprio a lui il prezioso congegno che ha progettato e per cui viene rapito.
Morosinotto ha una lunga esperienza come ghostwriter. Questo è il quarto romanzo con il suo nome, e la storia avvince e convince in tutti i suoi aspetti. Pur con un incedere cinematografico e un linguaggio incalzante, i personaggi sono intriganti e ben caratterizzati. Mary, con il suo tentativo di passare per un maschio, è quello più sorprendente (da una cameriera come lei non te l'aspetti!). John è l'eroe che man mano si scoprirà forte e saggio. Arthur il più avventato. Gli aspetti tecnici del volo, le ricostruzione di un plausibile mondo tecnologico spostato indietro di quasi cento anni, tutto cattura il lettore fin dalle prime pagine. Ci si manda e mail, si consultano i giornali on line, i militari sperimentano sulla pelle di ragazzini innocenti mandati al massacro nuove tecnologie letali. I piloti di Bot infatti dopo qualche mese sviluppano un morbo letale per il cervello. In tre mesi muoiono e vengono sostituiti da altre reclute. A John e a uno strano professore senza gambe il compito di recarsi sul fronte francese e provare con un gioco di spie a liberare Richard Maddox dalle mani dai tedeschi e a Mary e ai suoi biplani il compito di fronteggiare i temibili aerei tedeschi che minacciano quella che per qualcuno pochi anni più tardi sarà la "perfida Albione".
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