RECENSIONI
Eric Muhsam
La psicologia della zia ricca
le nubi, Pag. 100 Euro 12,00
...ecco che io faccio un enorme passo in avanti, fornendo nel presente libro le prove dell'esistenza di una intera categoria della specie umana che è immune dall'abbraccio letale della Comare secca: è la categoria delle zie ricche di cui si attende l'eredità.
Con questa geniale introduzione si apre una impressionante galleria di personaggi, tutte zie ricche elencate in ordine alfabetico, dalla A alla Z, vere macchine micidiali, ingranaggi congegnati in modo tale da non dare mai ai nipoti la soddisfazione di incassare la sperata eredità. Da zia Amalia, i cui sette nipoti avevano acceso una mutua assicurazione fidanzandosi l'uno con l'altra dopo che una straordinaria fortuna alle lotterie l'aveva fatta passare dal rango di zia ordinaria a quello di zia ricca, fino a zia Zerlinda, ultimo pilastro che fa cadere ogni illusione. Insomma, la zia ricca da eredità è immortale perché: o muore dopo essere diventata improvvisamente povera, o perché qualcosa nel testamento non funziona, o perché comunque qualche fantasioso accidente arriva a rompere le uova nel paniere prima dell'incasso dei suoi beni.
Si fa dunque la conoscenza di una zia bacchettona come zia Nanny, che contro ogni persona, della quale avesse udito, letto sognato o pensato qualcosa che sembrava non essere compatibile con i principi della sua vecchiaziànza, inveiva con espressioni irripetibili. Ma anche di una zia spregiudicata come zia Ludovika, sorpresa mentre giaceva sulla sua chaiselongue nuda come un verme (...) Di fronte a lei stava un vecchio (...) che, con mano tremante, cercava di frustare la schiena... Per non parlare di zia Rosa, una creatura del tutto spregevole che adopera la furbizia per diventare erede del suo stesso denaro.
Mentre ci si gode la carrellata delle zie si finisce per dare una sbirciatina alle mode dell'epoca, con citazioni di libri in voga e di figure note nel mondo culturale della Germania del 1905, ancora ignara delle catastrofi in arrivo.
Muhsam era nato a Berlino da una famiglia ebrea nel 1878. Anarchico, insofferente verso la costrizione e l'ipocrisia, si impegnò nel mondo culturale e politico per combattere ogni forma di ingiustizia e di violenza. Durante i suoi viaggi entrò in contatto con la comunità di Monte Verità, ad Ascona, che forniva un modello di vita alternativo, ma dopo avervi aderito per qualche tempo prese le distanze a causa del carattere utopistico dell'iniziativa, preferendo portare il suo impegno rivoluzionario nel cuore della società, accanto al proletariato e sottoproletariato urbano. Fu attivo antimilitarista. Fu perseguitato dal potere politico sotto tutti i governi, e sottoposto ad un calvario che non riuscì a domare il suo spirito indipendente. Particolarmente inviso al regime nazista, morì nel 1934, impiccato in una latrina del lager di Oranienburg.
Queste notizie biografiche, che apprendiamo nell'introduzione curata da Marzia Mascelli (preziosa per il paziente itinerario che nella Germania del primo novecento ci conduce a scoprire gli spiriti svegli e critici, le voci fuori dal coro), rendono più consapevole la lettura del testo. Sotto le vesti della comicità, della satira, dell'allegro cinismo affinato nei teatri e nei cabaret, si manifesta martellante e puntuale l'attacco ai buoni valori dell'ipocrisia borghese.
di Giovanna Repetto
Con questa geniale introduzione si apre una impressionante galleria di personaggi, tutte zie ricche elencate in ordine alfabetico, dalla A alla Z, vere macchine micidiali, ingranaggi congegnati in modo tale da non dare mai ai nipoti la soddisfazione di incassare la sperata eredità. Da zia Amalia, i cui sette nipoti avevano acceso una mutua assicurazione fidanzandosi l'uno con l'altra dopo che una straordinaria fortuna alle lotterie l'aveva fatta passare dal rango di zia ordinaria a quello di zia ricca, fino a zia Zerlinda, ultimo pilastro che fa cadere ogni illusione. Insomma, la zia ricca da eredità è immortale perché: o muore dopo essere diventata improvvisamente povera, o perché qualcosa nel testamento non funziona, o perché comunque qualche fantasioso accidente arriva a rompere le uova nel paniere prima dell'incasso dei suoi beni.
Si fa dunque la conoscenza di una zia bacchettona come zia Nanny, che contro ogni persona, della quale avesse udito, letto sognato o pensato qualcosa che sembrava non essere compatibile con i principi della sua vecchiaziànza, inveiva con espressioni irripetibili. Ma anche di una zia spregiudicata come zia Ludovika, sorpresa mentre giaceva sulla sua chaiselongue nuda come un verme (...) Di fronte a lei stava un vecchio (...) che, con mano tremante, cercava di frustare la schiena... Per non parlare di zia Rosa, una creatura del tutto spregevole che adopera la furbizia per diventare erede del suo stesso denaro.
Mentre ci si gode la carrellata delle zie si finisce per dare una sbirciatina alle mode dell'epoca, con citazioni di libri in voga e di figure note nel mondo culturale della Germania del 1905, ancora ignara delle catastrofi in arrivo.
Muhsam era nato a Berlino da una famiglia ebrea nel 1878. Anarchico, insofferente verso la costrizione e l'ipocrisia, si impegnò nel mondo culturale e politico per combattere ogni forma di ingiustizia e di violenza. Durante i suoi viaggi entrò in contatto con la comunità di Monte Verità, ad Ascona, che forniva un modello di vita alternativo, ma dopo avervi aderito per qualche tempo prese le distanze a causa del carattere utopistico dell'iniziativa, preferendo portare il suo impegno rivoluzionario nel cuore della società, accanto al proletariato e sottoproletariato urbano. Fu attivo antimilitarista. Fu perseguitato dal potere politico sotto tutti i governi, e sottoposto ad un calvario che non riuscì a domare il suo spirito indipendente. Particolarmente inviso al regime nazista, morì nel 1934, impiccato in una latrina del lager di Oranienburg.
Queste notizie biografiche, che apprendiamo nell'introduzione curata da Marzia Mascelli (preziosa per il paziente itinerario che nella Germania del primo novecento ci conduce a scoprire gli spiriti svegli e critici, le voci fuori dal coro), rendono più consapevole la lettura del testo. Sotto le vesti della comicità, della satira, dell'allegro cinismo affinato nei teatri e nei cabaret, si manifesta martellante e puntuale l'attacco ai buoni valori dell'ipocrisia borghese.
di Giovanna Repetto
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