RECENSIONI
Olivier Guez
La scomparsa di Joseph Mengele
Neri Pozza, Margherita Botto, Pag. 202 Euro 16,50
Dice Guez alla fine del romanzo: I suoi resti in mano agli apprendisti medici dell’Università di San Paolo: così si conclude la fuga di Josef Mengele, più di settant’anni dopo la fine della guerra che annientò un continente colto e cosmopolita, l’Europa. Mengele, ovvero la storia di un uomo senza scrupoli, dall’anima blindata, che ha risposto alle sollecitazioni di un’ideologia velenosa e mortifera in una società sconvolta dall’irrompere della modernità. Quest’ideologia non stenta a sedurre il giovane medico ambizioso, a sfruttare colpevolmente le sue mediocri propensioni, la vanità, la gelosia, il denaro, fino a spingerlo a commettere crimini abietti e a giustificarli.
Ogni due o tre generazioni, quando la memoria si affievolisce e gli ultimi testimoni dei massacri precedenti scompaiono, la ragione si eclissa e alcuni uomini tornano a propagare il male.
Possano restare lontano da noi i sogni e le chimere della notte.
Diffidenza, l’uomo è una creatura malleabile, bisogna diffidare degli uomini.
Belle parole, sembrano quelle pronunciate da qualche salesiano in attesa di giudizio: perfette, appropriate, consone, ma del tutto inutili. E’ chiaro che gli uomini dimenticano, ma la responsabilità di Mengele non è dovuta solo alle sue ambizioni, ma a come ha “saputo” rispondere all’alterigia del potere. Non ci interessa nemmeno sapere che il medico ha risposto alle accuse del figlio dicendo che rispondeva agli ordini del Fuhrer (Eichmann, vi dice qualcosa?). No, avremmo preferito un’altra dimensione, per quanto quella della adesione al potere politico non sia del tutto inefficiente.
Guez ha scritto un romanzo paraculo, rispettando le dinamiche dei media editoriali, ma non si capisce come mai un libro così bizzarro e profondamente inutile abbia risvegliato i desideri di molti, anzi moltissimi, francesi.
Abituamoci a rispettare il passato. Nient’altro.
di Alfredo Ronci
Ogni due o tre generazioni, quando la memoria si affievolisce e gli ultimi testimoni dei massacri precedenti scompaiono, la ragione si eclissa e alcuni uomini tornano a propagare il male.
Possano restare lontano da noi i sogni e le chimere della notte.
Diffidenza, l’uomo è una creatura malleabile, bisogna diffidare degli uomini.
Belle parole, sembrano quelle pronunciate da qualche salesiano in attesa di giudizio: perfette, appropriate, consone, ma del tutto inutili. E’ chiaro che gli uomini dimenticano, ma la responsabilità di Mengele non è dovuta solo alle sue ambizioni, ma a come ha “saputo” rispondere all’alterigia del potere. Non ci interessa nemmeno sapere che il medico ha risposto alle accuse del figlio dicendo che rispondeva agli ordini del Fuhrer (Eichmann, vi dice qualcosa?). No, avremmo preferito un’altra dimensione, per quanto quella della adesione al potere politico non sia del tutto inefficiente.
Guez ha scritto un romanzo paraculo, rispettando le dinamiche dei media editoriali, ma non si capisce come mai un libro così bizzarro e profondamente inutile abbia risvegliato i desideri di molti, anzi moltissimi, francesi.
Abituamoci a rispettare il passato. Nient’altro.
di Alfredo Ronci
CERCA
NEWS
-
12.11.2024
La nave di Teseo.
Settembre nero. -
12.11.2024
Tommaso Pincio
Panorama. -
4.11.2024
Alessandro Barbero
Edizioni Effedi. La voglia dei cazzi.
RECENSIONI
-
Giuliano Pavone
Per diventare Eduardo
-
Giuliano Brenna
L’odore dei cortili
-
Piergiorgio Paterlini
Ragazzi che amano ragazzi
ATTUALITA'
-
Ettore Maggi
La grammatica della Geopolitica.
-
marco minicangeli
CAOS COSMICO
-
La redazione
Trofeo Rill. I risultati.
CLASSICI
CINEMA E MUSICA
-
Marco Minicangeli
La gita scolastica
-
Marco Minicangeli
Juniper - Un bicchiere di gin
-
Lorenzo Lombardi
IL NERD, IL CINEFILO E IL MEGADIRETTORE GENERALE
RACCONTI
-
Fiorella Malchiodi Albedi
Ad essere infelici sono buoni tutti.
-
Roberto Saporito
30 Ottobre
-
Marco Beretti
Tonino l'ubriacone