RECENSIONI
Francesco Piccolo
La separazione del maschio
Einaudi, Pag. 198 Euro 17,50
Capisci a mme: in pratica smembramento di un corpo.
Lo meriterebbe l'autore, ma non in quanto maschio, ma proprio in quanto scrittore. Ed io come Dexter: il famoso serial killer di Miami che nella vita fa l'esperto in macchie di sangue e che si arroga il diritto di far piazza pulita degli 'esseri' ritenuti pericolosi e anti-sociali.
Avendo disteso e legato su un lettino il Piccolo (attenzione alla maiuscola del cognome se no rischio che invece di passare per un giustiziere della cultura, passo per un torturatore di bambini), procederei con professionalità chirurgica alla sistematica 'separazione del maschio' di cui sopra, allontanando da lui medesimo prima le parti più ingombranti, gambe e braccia, in genere, e successivamente il resto: testa dal collo e pene dal bacino.
Questo è ciò che ho inteso per disposizione indipendente delle parti costitutive di un insieme e come essenza ontologica del romanzo.
Romanzo di assoluta pregnanza ana-litica: Solo che il culo è fondamentale. Il culo per me è fondamentale non solo per il sesso, anche per i sentimenti (pag. 96) Il culo per me è un elemento decisivo, imprescindibile, quando ho smesso di lottare contro questa percezione perché la giudicavo una caratteristica maschile orribile, e ho capito che lottare era inutile (pag. 99). Potrei rispondergli citando una battuta dal film di Oliver Stone JKF: Lei non sa un cazzo perché non l'ha mai preso nel culo... ma mi metterei sullo stesso piano, preferendo invece tacciare il libro di profondo ana-cronismo dal momento che già tempo addietro il Busi nazionale aveva sentenziato, e qui mi sembra che la citazione sia meno crassa e volgare, che il cervello spesso è la parte trainante del buco del culo.
Non andrei oltre: la sostanza del lavoro del Piccolo, apparentemente ana-bolica per l'evidente gagliardìa con cui affronta le proprie ossessioni erotiche, in realtà si presta a scherni, frizzi e lazzi. Lo proporrei per la supercazzola 2008/2009.
Qualcuno, ahimé, ascoltando in anticipo le mie rimostranze, mi ha suggerito, con coraggio lo ammetto, un'interpretazione ana-gogica del testo, non sapendo, il poverino, che il mio essere ontologicamente profano allontana automaticamente qualsiasi parvenza spirituale.
No non ce n'è: La separazione del maschio di Francesco Piccolo, pubblicato nella collana einaudiana più prestigiosa (ma te pare che ora devo mettere il libro insieme a quelli di Pavese e di Volponi?... ma non faccio prima a pulirmici il culo?...tanto per essere in tema) è come direbbe Fantozzi: una cagata pazzesca!
Perché sempre di operazione di culo (e daje!) trattasi.
di Alfredo Ronci
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Minimum Fax, Pag. 118 Euro 7,00Tempo fa (1994) una casa editrice romana (che già è una contraddizione in Termini) nasceva proponendo un libriccino di tecnica narrativa. Testo dovuto a un Autore non ancora laureato - lo sarebbe stato in seguito, bagnando il becco, com'è di dovere, a tanti altri pretendenti, velleitari, non addetti ai lavori, poetesse (cfr. la Morante Elsa, che lo usava come spregiativo), katzoni, underqualcosa, maghi del Cònero, cialtronéschi, caratteri aldinòvi (...)

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Laterza, Pag. 183 Euro 9,00Una delle primissime introduzioni (doppi sènzi!!!) che lessi (ridoppi sènzi!!!), bimbotto proletario e stupido, fu a un volume - cartonato - che raccoglieva le "strisce" d'un fumetto ch' ebbe risonanza: il cavernicolo B. C. di Johnnie Hart. (1) Erano tre o quattro pagine, per la firma d'una coppia di tizi a me allora ignoti: Fruttero & Lucentini. Nel presentare il disegno inanimato, il sodalizio rammentava un gioco infantile insolito, almeno tra noi ragazzotti settantenni, (2) periferici ma carini.
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