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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Andrew Sean Greer

La storia di un matrimonio

Gli Adelphi, Pag.224 Euro 10,00
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Incredibile, ma per una volta nella vita mi ritrovo ad essere d'accordo con Antonio D'Orrico, il software automatico del Corriere della Sera che, a proposito di questo libro, dice: Avevo sbagliato la volta scorsa a scommettere su questo romanzo dopo averne letto solo un capitolo? Proprio per niente. .Ora che l'ho letto tutto, sono quasi spaventato dalla bellezza della storia.

In realtà sono d'accordo a metà (e ti pareva!), nel senso che la bellezza del libro non sta solo nella storia, ma nella sua intierezza. E personalmente pago lo scotto di non averlo letto (e amato) quando uscì in prima edizione (questa è la seconda, nella collana de 'gli adelphi').

Greer è un autore che opera come un ragno, nel senso che costruisce pazientemente la sua tela e quando meno te ne accorgi ti ritrovi vittima della sua 'opera' e del suo fluido. Ma ti cattura sin dall'inizio con esordi che stanno a metà strada tra le intuizioni tolstojane e paradossalmente le amenità dei baci perugina. Ne Le confessioni di Max Tivoli, suo precedente romanzo, attaccava così: Siamo tutti il grande amore di qualcuno.

Ne La storia di un matrimonio raddoppia: . Che per carità, non brilla di autorevolezza e originalità, ma nel breve spazio di qualche pagina ti accorgi che ha un senso al di là della facile concettualità.

Se mi fosse possibile azzardare (e azzardo sì, chi me lo vieta? Sono il direttur!) darei un significato a questo libro paragonandolo ad un quadro di Edward Hopper, quello in cui una donna nuda sta davanti ad una finestra e guarda oltre (credo si chiami 'Attesa', anche se nell'arte del pittore americano ci sono molte donne alla finestra e tutte in apprensione).

Ecco, attendere è il destino di Pearlie Cook, che ha sposato Holland Cook dopo varie traversie credendo poi di aver conchiuso il suo rapporto: ma ahimé all'improvviso un uomo si insinua tra loro con la pretesa di essere anche l'amore unico e assoluto del marito.

L'originalità del romanzo (ribadisco: bellissimo) non sta nel triangolo amoroso (quanti ne abbiamo visti e letti?) quanto nel suo 'inusitato' addivenire, dove la protagonista accetta l'assunto ma combatte la sua storia senza isterie uterine e di possesso, ma nella consapevolezza che pur essendo donna ad armi pari deve combattere. E dove il terzo incomodo (che insolenza l'autore! In un'America degli anni cinquanta alle prese già col maccartismo, col razzismo, con le prime battaglie dei neri e con l'incubo nucleare si permette di aggiungere un elemento perturbante in più: una coppia di neri – il lettore lo capisce solo dopo – alle prese con un affascinante bianco e omosessuale!) è il contraltare della donna nella sua capacità decisionale: sa di amare, ma non di prevaricare.

'Battaglia' dei tre che avrà una sua conclusione: mi verrebbe da dire 'logica', in realtà di logico c'è solo una rigorosa rappresentazione della solitudine (ecco di nuovo l'aggancio ad Hopper) e degli affetti parzialmente analgesici.

Sì è una ristampa, ma La storia di un matrimonio rimane in ogni caso uno dei romanzi più belli e commoventi di questo 2011. Correte a comprarlo.





di Alfredo Ronci


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