RECENSIONI
Barbara Alberti
Letture da treno
Nottetempo, Pag. 80 Euro 7,00
Un divertissement fatto di colte citazioni, conoscenza del corpus letterario umano e di verve comica al vetriolo.
Barbara Alberti scrittrice, donna, geniale femmina (nel senso gentile del termine) ci regala un "manualetto" capace di far arrossire di rabbia grandi critici e letterati per la capacità di unire il sorriso al ricordo e alla curiosità.
Diciassette opere letterarie e un dramma, grandi opere da Madame Bovary a Delitto e Castigo, dall'Odissea alle Ultime lettere di Jacopo Ortis, "riscoperte" in poche pagine da poter godere in qualsiasi angolo del viaggio della mente; per scoprire che tra Don Chisciotte e Sancho Panza è proprio l'umile scudiero il poeta, perché servo del sogno di un altro (Ma Sancho, l'analfabeta, è così poeta da credere a ogni sua favola e ci rimette anche gli asini. E prende certe botte! Il padrone non lo difende mai quando lo bastonano, con la scusa che gli aggressori non furono ordinati cavalieri, e dunque non può battersi con loro. E giù legnate, e giù burle". Sancho è pronto a tutto per il suo seduttore, tanto più amante di donna Elvira e delle altre noiose di Don Giovanni, che vogliono subito la riparazione. Ma nessuno riparerà mai l'onore calpestato di Sancho Panza). Il confronto tra Ortis e Werther è quanto di più veritiero e divertente si possa leggere (Insopportabile Ortis! Si capisce subito che ha letto il Werther e che si ammazzerà [...] Un gran noiso. Foscolo, Foscolo. Fortuna che ci ha lavorato tanto. Non la finisce mai con l'ultima lettera, con l'ultimo addio. Werther è un personaggio, Ortis un pupazzo. Il finale del Werther: FU PORTATO A SPALLA DA QUATTRO LAVORATORI. NON C'ERANO PRETI. Non una lacrima per Ortis, ma con Werther seppelliscono una parte di te), gli attacchi alla misoginia di molti autori sono poi imperdibili (Quei gran froci dei tre moschettieri! Il racconto innocente e divertente, tutto al galoppo d'un tratto si fa sinistro quando uccidono Milady. Lì si apre repentino uno squarcio da Ku Klux Klan. I bonari eroi delle nostre adolescenze sono macellai omofili senza saperlo e misogini feroci, quattro brutti pezzi di vigliacchi. Leccaculi con la regina e amanti solo delle fanciulle necessitose [...] Ma appena una donna si pone alla pari, li combatte ed è pure brava , ci si mettono in cinque per ammazzarla come un cane).
Tutto il libro è agile, veloce, scritto con lo stile impagabile e indiscusso dell'Alberti che stimola una fagocitazione ingorda delle parole, dei nomi che si rincorrono nella nostra memoria scolastica o letteraria, acquisendo nuove sfumature, nuovi volti, aspetti impensati prima di leggere Letture da treno. Si parte in sordina, lentamente riscoprendo, riassaporando il gusto lontano dei libri lasciati sugli scaffali dell'adolescenza e della memoria fino ad arrivare a svelare grandi misteri letterari come "Che cosa tesseva Penelope aspettando Ulisse?" ( Tutti sanno che Penelope tesseva di giorno la tela e la guastava di notte. Ma nessuno sa cosa tesseva. Ulisse l'ha lasciata nel fiore della gioventù preferendole l'avventura, e lei tesse. Lui se la spassa con la guerra i mostri i drogati le tempeste, Circe Nausicaa le Sirene... E lei tesse, benché attorniata da una banda di giovanotti, vogliosi di letto e di regno.)
Leggere per conoscere la risposta all'enigma.
di Alex Pietrogiacomi
Barbara Alberti scrittrice, donna, geniale femmina (nel senso gentile del termine) ci regala un "manualetto" capace di far arrossire di rabbia grandi critici e letterati per la capacità di unire il sorriso al ricordo e alla curiosità.
Diciassette opere letterarie e un dramma, grandi opere da Madame Bovary a Delitto e Castigo, dall'Odissea alle Ultime lettere di Jacopo Ortis, "riscoperte" in poche pagine da poter godere in qualsiasi angolo del viaggio della mente; per scoprire che tra Don Chisciotte e Sancho Panza è proprio l'umile scudiero il poeta, perché servo del sogno di un altro (Ma Sancho, l'analfabeta, è così poeta da credere a ogni sua favola e ci rimette anche gli asini. E prende certe botte! Il padrone non lo difende mai quando lo bastonano, con la scusa che gli aggressori non furono ordinati cavalieri, e dunque non può battersi con loro. E giù legnate, e giù burle". Sancho è pronto a tutto per il suo seduttore, tanto più amante di donna Elvira e delle altre noiose di Don Giovanni, che vogliono subito la riparazione. Ma nessuno riparerà mai l'onore calpestato di Sancho Panza). Il confronto tra Ortis e Werther è quanto di più veritiero e divertente si possa leggere (Insopportabile Ortis! Si capisce subito che ha letto il Werther e che si ammazzerà [...] Un gran noiso. Foscolo, Foscolo. Fortuna che ci ha lavorato tanto. Non la finisce mai con l'ultima lettera, con l'ultimo addio. Werther è un personaggio, Ortis un pupazzo. Il finale del Werther: FU PORTATO A SPALLA DA QUATTRO LAVORATORI. NON C'ERANO PRETI. Non una lacrima per Ortis, ma con Werther seppelliscono una parte di te), gli attacchi alla misoginia di molti autori sono poi imperdibili (Quei gran froci dei tre moschettieri! Il racconto innocente e divertente, tutto al galoppo d'un tratto si fa sinistro quando uccidono Milady. Lì si apre repentino uno squarcio da Ku Klux Klan. I bonari eroi delle nostre adolescenze sono macellai omofili senza saperlo e misogini feroci, quattro brutti pezzi di vigliacchi. Leccaculi con la regina e amanti solo delle fanciulle necessitose [...] Ma appena una donna si pone alla pari, li combatte ed è pure brava , ci si mettono in cinque per ammazzarla come un cane).
Tutto il libro è agile, veloce, scritto con lo stile impagabile e indiscusso dell'Alberti che stimola una fagocitazione ingorda delle parole, dei nomi che si rincorrono nella nostra memoria scolastica o letteraria, acquisendo nuove sfumature, nuovi volti, aspetti impensati prima di leggere Letture da treno. Si parte in sordina, lentamente riscoprendo, riassaporando il gusto lontano dei libri lasciati sugli scaffali dell'adolescenza e della memoria fino ad arrivare a svelare grandi misteri letterari come "Che cosa tesseva Penelope aspettando Ulisse?" ( Tutti sanno che Penelope tesseva di giorno la tela e la guastava di notte. Ma nessuno sa cosa tesseva. Ulisse l'ha lasciata nel fiore della gioventù preferendole l'avventura, e lei tesse. Lui se la spassa con la guerra i mostri i drogati le tempeste, Circe Nausicaa le Sirene... E lei tesse, benché attorniata da una banda di giovanotti, vogliosi di letto e di regno.)
Leggere per conoscere la risposta all'enigma.
di Alex Pietrogiacomi
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Castelvecchi, Pag. 158 Euro 14,00Ci si domanda, prima di leggere, che cosa ci sia ancora da dire, in bene o in male, sulla materia di quei Vangeli già tanto masticati, reinterpretati e mediatizzati. Ma dalla prima pagina si è catturati dalla scrittura fresca e accattivante, che mescola racconto e poesia, suoni di parole antiche e spontaneità di una Maria adolescente. E soprattutto si capisce che è tutta un'altra storia. Maria si racconta in prima persona confessando i suoi sentimenti scandalosamente umani. L'atteggiamento dominante è la ribellione, contro una tradizione che vuole la donna ignorante e sottomessa
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