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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Vincenzo Monfrecola

Lo strano furto di Savile Row

Cavallo di ferro, Pag. 272 Euro 15,00
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Mi sembra che Monfrecola abbia fatto, con questo romanzo, quello che ha fatto Woody Allen (forse non completamente compreso) nei suoi film dedicati alle città: ricreare un luogo e un'epoca, insistendo volutamente in una tipicità stereotipata, da cartolina, una tipicità che è mito e parodia del mito, ironica e giocosa. Dove poi, con garbo, ambientare una storia. Una Londra all'inizio del secolo si presta bene come crocevia del mondo e del tempo. Per la precisione il grosso della storia si svolge nel 1910, quando il fermento progressista sfociava nelle grandi manifestazioni delle suffragette, mentre l'apparizione della cometa di Halley riportava alla luce timori ancestrali. La paura della fine del mondo non era fuori luogo, in fondo, perché davvero un mondo finiva, con le tradizioni del passato, e le incognite del futuro erano rese preoccupanti dalla crescente minaccia tedesca. A Londra intanto si celebrava il funerale di re Edoardo VII, e anche questo segnava una fine e un inizio. In questa atmosfera sospesa, vuole Manfrecola che un altro avvenimento agitasse le cronache: il furto di una giacca del primo ministro, scomparsa da una sartoria nel centro di Londra. Così entra in scena il personaggio di un giornalista di poche speranze, incaricato di approfondire il caso.

Fosse stato un bell'omicidio oppure una rapina finita male, avrei avuto non uno ma mille spunti interessanti da cui partire. Ma cosa si poteva mai dire sul furto di una giacca?

La mia ultima speranza era che nel rubarla avessero almeno ammazzato il sarto. I lettori andavano pazzi per le storie di omicidi.


Intorno al caso della giacca scomparsa ruotano i personaggi di un allegro vaudeville, e l'Autore sembra il primo divertirsi creando situazioni ben inserite nel trompe-l'oeil di un affresco d'epoca. Un sarto di origine italiana, con aspirazioni da giornalista, viene a trovarsi nell'occhio del ciclone tra servizi segreti, tipi loschi, agguerrite suffragette, candide prostitute e attrici di poco successo. La storia decolla decisamente verso il comico quando il sarto diventa un improbabile direttore di giornale, e assume a coadiuvarlo collaboratori altrettanto improbabili fra cui, pessima idea, tutte le donne che gli ruotano intorno.

- Non potremmo parlare del lavoro che ci aspetta? – chiese Eliodoro, che si sentiva come un pesce fuor d'acqua.

- No! – rispose fermamente Honey, addolcendo poi il tono. – Non ora, almeno. Vi prego, vogliamo prima sentire le bugie della signorina Emma.

- Lui è un animo tenero,e voi siete delle streghe – replicò Emma.

- Il nostro direttore non vi guarda nemmeno – rispose Doreen. – Quello che dite è solo nella vostra testa.

- Non è vero, noi due abbiamo vomitato insieme in un secchio! – protestò Emma con le lacrime agli occhi, mentre Eliodoro si passava una mano tra i capelli.

- Ma davvero? – esclamò Maud, che poi rivolse al marito un'occhiata di rimprovero. – Perché tu non hai mai vomitato insieme a me?


Leggero, garbato, è un libro che si legge con piacere. Anche se nel tirare le conclusioni, al momento di risolvere il mistero e mettere a posto ogni tessera del mosaico, qualche forzatura gli impedisce di essere del tutto convincente. Una sorpresa però aspetta il lettore al momento dei Ringraziamenti, quando si scopre che il romanzo si è ispirato a personaggi realmente esistiti.

Tutto prese corpo quando la figlia mi riferì della scatola appartenuta al padre (...) ebbi modo di recarmi a Londra e di vederne il contenuto, fatto in gran parte di lettere e qualche foto che tracciavano il profilo di un uomo la cui storia sembrava tanto incredibilmente inverosimile quanto per taluni aspetti profondamente reale.

Questo davvero è un colpo di scena!



di Giovanna Repetto


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