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RECENSIONI

Daniel Pinchbeck

Manifestare la mente

Libri per Evolvere, Pag. 269 Euro 15,00
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Daniel Pinchbeck è un giornalista newyorkese ex collaboratore del New York Times, del Rolling Stones, del Village Voice e di altre grandi testate. Annoiato, privo di qualsiasi stimolo esistenziale, tipico ateo cinico della Grande Mela, un bel giorno decide che un senso lo vuole ricercare. Non bastano le droghe da sballo, tanto meno le religioni costituite per trovare un senso "altro" e alto all'esistenza. Pinchbeck si avventura in un duplice viaggio. Fisico, a raggiungere l'Africa, il Gabon in particolare, e a sottoporsi a un'iniziazione con la tribù dei Bwiti, che consiste in una cerimonia con tanto di assunzione dell'iboga, una pianta sacra che 'apre la mente' ad altro tipo di viaggi: quelli psichedelici. Poi torna in America, e da lì inizia un suo percorso esistenziale di approfondimento di ogni tipo di sostanza psicotropa. Il libro "Manifestare la mente" sotto titolo "un viaggio psichedelico nel cuore del moderno sciamanesimo", è esattamente questo: un duplice viaggio che diventa alla fine spirituale e che dà spazio alle varie sostanze psicoattive (e proibite dalla legge) che il giornalista ha provato nel corso di alcuni anni. Le parti decisamente più interessanti sono quelle in cui si avventura al Festival chiamato Burning Man, nel deserto del Nevada, in mezzo a fricchettoni di ogni tipo e a meraviglie psichedeliche che rimandano alle tante comuni hippy degli anni'70 in chiave consumistica. Poi quando decide di sperimentare la sostanza chiamata DMT, e lì va a esplorare dimensioni mentali che francamente, almeno da quello che sostiene Pinchbeck, disorientano.

Il libro è uno spaccato provocatorio sugli effetti allucinogeni di queste sostanze, ma pone una questione fondamentale direi: quelle che quasi ogni persona vede sotto l'effetto di queste sostanze sono immagini meramente allucinatorie? O si entra davvero in dimensioni parallele dove dimorano quelle presenze che gli antichi popoli nativi (dall'America del nord alla Siberia all'Asia) consideravano le divinità di questo mondo? Pinchbeck opta decisamente per questa seconda ipotesi. Lo fa argomentando in maniera più o meno credibile. Non c'è una prova scientifica, certo. Tuttavia la ripetizione di certi fenomeni 'mentali' farebbe pensare che davvero tutta l'umanità possa accedere a dimensioni altre e/o parallele in cui le immagini che si ritrovano, le circostanze che si vivono sono spesso le stesse. Se è così, crollerebbero, ovviamente, tutte le pseudo religioni fin qui 'rivelate' da presunti profeti. Il divino, se così stanno le cose, risiederebbe in ognuno di noi. O meglio, ognuno di noi potrebbe averne accesso. Non mancano, è chiaro, controindicazioni. Assumere tali sostanze significa intossicarsi volontariamente (memorabili i suoi esperimenti con i funghi allucinogeni che lo ammoniscono di non sperimentare per il mero gusto dello sballo altrimenti saranno costretti a uccidere). Se è così, si capisce per quale motivo la sperimentazione su queste sostanze, almeno a livello ufficiale, sia ferma da tantissimi anni, se si eccettuano quelle portate avanti negli Stati Uniti, col consenso governativo, da professor Rick Strassmann citato da Pinchbeck. A livello non ufficiale invece, chiedete ai vari servizi segreti di tutto il mondo (non solo alla Cia). Magari ne sanno una più del diavolo (o degli dèi degli altri mondi che ci aspettano strisciando come rettili un po' schifosi dall'altra parte dell'arcobaleno; o magari alla fine del tunnel).



di Adriano Angelini Sut


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