RECENSIONI
Robert Mc Cammon
Mary Terror
Gargoyle books, Pag. 410 Euro 16,00
Robert Mc Cammon è uno dei tanti che vorrebbe essere come King, e nonostante qualcuno glielo faccia credere, non lo sarà mai: per stile, per capacità narrativa, e per visione lucida della contemporaneità.
Perché qua non se ne può più del revisionismo 'di moda' e della 'riquadratura della Storia (sempre con la esse maiuscola). Prendiamo questo libro, Mary Terror, pubblicato negli Usa nel 1990 e con una quasi istantanea traduzione italiana da parte di Interno Giallo nel 1991 ed ora riproposta dai tipi Gargoyle.
Libro velleitario, fondamentalmente inutile, sbagliato e soprattutto reazionario. Certo gli anni erano quelli che erano: ma mi chiedo perché quando i tempi sono bui, per una sorta di appagamento ideologico, lo devono essere anche quelli che hanno mostrato almeno una parvenza di vitalità.
Lo vediamo qui in Italia: il 'pansismo' ci vuol far credere che chi ha vinto ha 'osato' delinquere in tempo di guerra più di chi ha perso, fottendosene degli ideali e dei principi alla base della disputa.
Mc Cammon fa peggio: spara a zero su un intero periodo della recente storia americana, facendo tabula rasa e relegando i protagonisti (quelli più saggi, perché i fuori di testa sono irrecuperabili) ad un mondo di acquiscenza fatta di rimorsi.
Veniamo al punto: Mary Terror, pur se ambientato nei primi anni novanta, fa i conti con la contestazione giovanile, con l'epoca delle 'porte della percezione', con il power flowers, con la guerra nel Vietnam, con le grandi marce e con i grandi raduni di musica rock: in poche parole, con i 'mitici' anni sessanta. Mary Terror, la protagonista, che mentalmente non è mai uscita da quel periodo, crede di leggere, in un'inserzione su un giornale, un richiamo alla ricostituzione di un vecchio gruppo armato nato contro il sistema capitalistico. E che cosa fa la scemotta? (In Italia gli ex terroristi sono troppo impegnati a scrivere libri per poter leggere le inserzioni sui giornali!) Perso il suo bambino durante uno scontro a fuoco con le forze dell'ordine, ne rapisce un altro, appena nato, 'facendolo suo' nella speranza di offrirlo come 'dono' all'uomo della sua vita. Da ciò: inseguimenti, sparatorie, uccisioni e finale ad hoc. Un'americanata: dove la protagonista sembra un terminator indistruttibile nella difesa di quel bimbo che non le appartiene e la controparte, la mamma vera, che ricordava di essere stata una hippie: anche lei fumava erba e ascoltava musica strampalata (sic!!!!) solo che non aveva mai neanche pensato di ammazzare qualcuno, quando si muove sembra anche lei un'arma di distruzione di massa.
Morale di Mc Cammon: da una parte una 'vecchia' terrorista fuori di testa in cerca di una realtà ormai solo immaginata, dall'altra una donna dai sani principi e guidata da una risolutezza e da una forza d'animo che la porterà (lei sì da sola, non le forze dell'ordine di un intero paese) a riprendersi il figlio dopo un ultimo epico scontro finale col 'mostro'.
Il quale 'mostro', una volta consegnato il 'figlio che ha fatto suo' al suo vecchio amore, si sente dire: 'Ma non capisci che è tutto finitooooo?' gridò lui. 'Era solo un gioco. Uno stupido, maledetto gioco Ero solo un ragazzo annoiato, talmente strafatto di acido dalla mattina alla sera da non sapere nemmeno quello che facevo! E così eravamo tutti (...) Ma dio... vuoi dire che... tu credi ancora a quelle stronzate?
Intanto direi al tizio: parla per te, perché probabilmente tu eri strafatto, ma altri erano guidati da una sana coscienza politica, altrimenti qui si rinnega la morte di Luther King e dei Kennedy, le battaglie contro la guerra nel Vietnam e la speranza di un mondo migliore. E si rinnegano pure le contestazioni contro la politica aggressiva e reazionaria dell'allora governatore dello stato della California, Ronald Reagan, che una volta diventato presidente degli Usa ri-adottò alla perfezione e che recentemente qualcuno con la faccia come il culo ha osato, anche in Italia, rivalutare.
Si diceva: a questa sistematica revisione della Storia, pur con tutte le sue contraddizioni (perché ci furono, insieme ad un'ingenuità di fondo di un intero movimento che fu cartina di tornasole per una restaurazione ancora più invasiva) io mi sottraggo. E poi nessuno mi toglie dalla testa, almeno in Italia, che la contrapposizione ideologica è stata creata ad arte dal potere economico nel tentativo, riuscito, di realizzare un perenne status quo, se non peggio.
Volete una storia seria, di uno che non imita King, ma lo è? Cuori in Atlantide, del maestro del Maine. Così capirete la differenza.
di Alfredo Ronci
Perché qua non se ne può più del revisionismo 'di moda' e della 'riquadratura della Storia (sempre con la esse maiuscola). Prendiamo questo libro, Mary Terror, pubblicato negli Usa nel 1990 e con una quasi istantanea traduzione italiana da parte di Interno Giallo nel 1991 ed ora riproposta dai tipi Gargoyle.
Libro velleitario, fondamentalmente inutile, sbagliato e soprattutto reazionario. Certo gli anni erano quelli che erano: ma mi chiedo perché quando i tempi sono bui, per una sorta di appagamento ideologico, lo devono essere anche quelli che hanno mostrato almeno una parvenza di vitalità.
Lo vediamo qui in Italia: il 'pansismo' ci vuol far credere che chi ha vinto ha 'osato' delinquere in tempo di guerra più di chi ha perso, fottendosene degli ideali e dei principi alla base della disputa.
Mc Cammon fa peggio: spara a zero su un intero periodo della recente storia americana, facendo tabula rasa e relegando i protagonisti (quelli più saggi, perché i fuori di testa sono irrecuperabili) ad un mondo di acquiscenza fatta di rimorsi.
Veniamo al punto: Mary Terror, pur se ambientato nei primi anni novanta, fa i conti con la contestazione giovanile, con l'epoca delle 'porte della percezione', con il power flowers, con la guerra nel Vietnam, con le grandi marce e con i grandi raduni di musica rock: in poche parole, con i 'mitici' anni sessanta. Mary Terror, la protagonista, che mentalmente non è mai uscita da quel periodo, crede di leggere, in un'inserzione su un giornale, un richiamo alla ricostituzione di un vecchio gruppo armato nato contro il sistema capitalistico. E che cosa fa la scemotta? (In Italia gli ex terroristi sono troppo impegnati a scrivere libri per poter leggere le inserzioni sui giornali!) Perso il suo bambino durante uno scontro a fuoco con le forze dell'ordine, ne rapisce un altro, appena nato, 'facendolo suo' nella speranza di offrirlo come 'dono' all'uomo della sua vita. Da ciò: inseguimenti, sparatorie, uccisioni e finale ad hoc. Un'americanata: dove la protagonista sembra un terminator indistruttibile nella difesa di quel bimbo che non le appartiene e la controparte, la mamma vera, che ricordava di essere stata una hippie: anche lei fumava erba e ascoltava musica strampalata (sic!!!!) solo che non aveva mai neanche pensato di ammazzare qualcuno, quando si muove sembra anche lei un'arma di distruzione di massa.
Morale di Mc Cammon: da una parte una 'vecchia' terrorista fuori di testa in cerca di una realtà ormai solo immaginata, dall'altra una donna dai sani principi e guidata da una risolutezza e da una forza d'animo che la porterà (lei sì da sola, non le forze dell'ordine di un intero paese) a riprendersi il figlio dopo un ultimo epico scontro finale col 'mostro'.
Il quale 'mostro', una volta consegnato il 'figlio che ha fatto suo' al suo vecchio amore, si sente dire: 'Ma non capisci che è tutto finitooooo?' gridò lui. 'Era solo un gioco. Uno stupido, maledetto gioco Ero solo un ragazzo annoiato, talmente strafatto di acido dalla mattina alla sera da non sapere nemmeno quello che facevo! E così eravamo tutti (...) Ma dio... vuoi dire che... tu credi ancora a quelle stronzate?
Intanto direi al tizio: parla per te, perché probabilmente tu eri strafatto, ma altri erano guidati da una sana coscienza politica, altrimenti qui si rinnega la morte di Luther King e dei Kennedy, le battaglie contro la guerra nel Vietnam e la speranza di un mondo migliore. E si rinnegano pure le contestazioni contro la politica aggressiva e reazionaria dell'allora governatore dello stato della California, Ronald Reagan, che una volta diventato presidente degli Usa ri-adottò alla perfezione e che recentemente qualcuno con la faccia come il culo ha osato, anche in Italia, rivalutare.
Si diceva: a questa sistematica revisione della Storia, pur con tutte le sue contraddizioni (perché ci furono, insieme ad un'ingenuità di fondo di un intero movimento che fu cartina di tornasole per una restaurazione ancora più invasiva) io mi sottraggo. E poi nessuno mi toglie dalla testa, almeno in Italia, che la contrapposizione ideologica è stata creata ad arte dal potere economico nel tentativo, riuscito, di realizzare un perenne status quo, se non peggio.
Volete una storia seria, di uno che non imita King, ma lo è? Cuori in Atlantide, del maestro del Maine. Così capirete la differenza.
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