RECENSIONI
Dmitry Glukhovsky
Metro 2033
Multiplayer , Pag. 779 Euro 17,90
C'è l'Europa intera sotto la metropolitana di Mosca. Non l'Europa unita, quella nel 2033 non esiste più (o forse non è mai esistita), ma quello che rimane dei vari nazionalismi, ideologie, razzismi e religioni varie che attraversano il vecchio continente. Il romanzo è Metro 2033 di Dmitry Glukhovsky, un tomo di 700 pagine che ha venduto un milione di copie in tutte le varie traduzioni. La storia di questo libro è molto particolare: Glukhovsky lo ha infatti scritto nel 2002 e lo ha messo sul suo sito; a questo punto il testo è diventato una sorta di esperimento interattivo, perché l'autore ha accettato ed inglobato i suggerimenti dei lettori, migliorandosi giorno dopo giorno. Alla fine è stato pubblicato da un editore ed ha subito scalato le classifiche. Non bastasse si è trasformato in un videogioco.
La storia è una distopia abbastanza classica. La guerra atomica ha distrutto il mondo e Mosca è ormai un relitto. I pochi sopravvissuti della città (non ci è dato sapere cosa ne sia del resto del mondo) si sono rifugiati nel mondo sotterraneo della metropolitana. E' qua sotto che Artyom, il protagonista della storia, vive, esattamente nella stazione VDNKh. Tutte le stazioni sono infatti diventate dei villaggi, delle vere e proprie città-stato chiuse in se stesse e che hanno pochi contatti con gli altri. Quando un misterioso pericolo comincerà a minacciare quel mondo precario, Artyom sarà però costretto a lasciare il suo villaggio per arrivare alla lontanissima Polis in cerca di aiuto e contemporaneamente avvertire tutti gli altri. Il suo sarà un viaggio pericolosissimo, tra le terribili creature che animano questo mondo sotterraneo: i Tetri (umanoidi dalla pelle scura, forse il futuro dell'umanità), i Bibliotecari (mutanti spaventosi simili a scimmie), gli Stranieri (creature misteriose che nessuno sembra mai aver visto e lasciano una strana bava alo loro passaggio). La metro diventa perciò un vero e proprio campo di battaglia per i vari gruppi di sopravvissuti all'olocausto nucleare, un mondo oscuro che fin da bambino ha affascinato lo scrittore che ricorda molti dei suoi segreti. Già perché la metropolitana di segreti ne ha molti: come, per esempio, il fatto che è allacciata ai bunker militari, è attrezzata per essere il più grande rifugio antinucleare del mondo ed è collegata alla linea segreta dell'esercito, la Metro 2.
Romanzo da leggere. Con 200 pagine di meno sarebbe stato un piccolo capolavoro.
di Marco Minicangeli
La storia è una distopia abbastanza classica. La guerra atomica ha distrutto il mondo e Mosca è ormai un relitto. I pochi sopravvissuti della città (non ci è dato sapere cosa ne sia del resto del mondo) si sono rifugiati nel mondo sotterraneo della metropolitana. E' qua sotto che Artyom, il protagonista della storia, vive, esattamente nella stazione VDNKh. Tutte le stazioni sono infatti diventate dei villaggi, delle vere e proprie città-stato chiuse in se stesse e che hanno pochi contatti con gli altri. Quando un misterioso pericolo comincerà a minacciare quel mondo precario, Artyom sarà però costretto a lasciare il suo villaggio per arrivare alla lontanissima Polis in cerca di aiuto e contemporaneamente avvertire tutti gli altri. Il suo sarà un viaggio pericolosissimo, tra le terribili creature che animano questo mondo sotterraneo: i Tetri (umanoidi dalla pelle scura, forse il futuro dell'umanità), i Bibliotecari (mutanti spaventosi simili a scimmie), gli Stranieri (creature misteriose che nessuno sembra mai aver visto e lasciano una strana bava alo loro passaggio). La metro diventa perciò un vero e proprio campo di battaglia per i vari gruppi di sopravvissuti all'olocausto nucleare, un mondo oscuro che fin da bambino ha affascinato lo scrittore che ricorda molti dei suoi segreti. Già perché la metropolitana di segreti ne ha molti: come, per esempio, il fatto che è allacciata ai bunker militari, è attrezzata per essere il più grande rifugio antinucleare del mondo ed è collegata alla linea segreta dell'esercito, la Metro 2.
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