RECENSIONI
Andrea Mauri
Mickeymuse03
Alter Ego, Pag. 232 Euro 14,00
Raramente un romanzo intimista, fatto di emozioni e sentimenti e incentrato su una relazione a due, raggiunge un tale livello di pathos da tenere avvinto il lettore pagina dopo pagina, dall’inizio alla fine. Ho detto relazione a due, ma già mi accorgo di quanto sia inesatto, e su questo tornerò fra poco.
Straordinariamente attuale, perché parte del dialogo si svolge in chat e perché vi si parla di un amore fra uomini proprio in un momento in cui l’Italia ha finalmente sdoganato le unioni civili, va però assolto da qualunque sospetto di un’intenzionalità furbesca e di “mercato”, perché la passione che ne trapela svela la sincerità e l’urgenza nel render conto di un dramma.
La relazione di Michele e Francesco inizia su internet.
La chat è un gioco d’azzardo. Imbriglia in dinamiche che ingigantiscono a perdita d’occhio e spazzano via il delirio di controllo. (…) una volta entrati in quei meandri, monta la voglia di infilarsi in ogni anfratto, in ogni via e vicolo sconosciuti, in ogni sentiero segnato da uomini virtuali…
Dopo una prima fase di sondaggio reciproco fra detto e non detto, esitazioni e progressive scoperte, i due approdano al contatto diretto. Ma all’incontro personale e sessuale essi arrivano gravati dai propri scheletri nell’armadio, che rendono la relazione problematica e perfino pericolosa. Il fardello di Francesco è più evidente, eclatante, ma in definitiva perfino intrigante agli occhi di Michele: Francesco è un sacerdote cattolico. Diverso è il problema di Michele, meno evidente e più subdolo, e qui è il momento di dire che in realtà la partita si gioca a tre. Perché il suo problema non è solo quello di avere alle spalle una famiglia tradizionalista e chiusa, ma anche di dover fare i conti con la presenza di un fratello omofobo e bullo che vorrebbe “guarirlo” a modo suo. Personaggio sgradevole, di cui il lettore vorrebbe liberarsi presto, salvo poi scoprire quanto sia reciproco e indissolubile l’invischiamento che lo lega al protagonista.
Sergio era malato, curiosamente malato di capire a modo suo chi fossero i diversi. Studiava me e si circondava di altri maschi simili a lui, maschi normali – come li definiva - per tracciare dei confini precisi.
Andrea Mauri lavora con grande profondità e finezza sulla trama delle relazioni, dove niente è dato per scontato. Ci si accorge, man mano che si procede, che il rapporto fra Michele e suo fratello Sergio ha implicazioni di grande complessità, e che non è meno centrale di quello fra Michele e Francesco. Anzi, la consapevolezza che ne deriva si espande e dilaga fino a invadere la scena.
Qui devo fermarmi. Non solo sarebbe scorretto dire di più anticipando lo svolgimento della storia, ma sarebbe perfino azzardato cercare di restituire in forma semplificata quello che l’Autore comunica attraverso un prisma di sfaccettature e di stratificazioni psicologiche governate con grande maestria e ricchezza di significati. Ne scaturisce una storia di grande potenza, che spiazza continuamente il lettore.
I dialoghi, concitati e contraddittori, danno conto di una relazione in continuo subbuglio come un magma che si muove inarrestabile verso un’imprevedibile destinazione.
>mickeymouse03: Perché hai usato quell’espressione dopo che siamo stati insieme?
>itagnolo75: Quale?
>mickeymouse03: “È stato quasi amore”. Non hai idea di quanto sia perfida.
>itagnolo75: Non avevo intenzione di offenderti.
> mickeymouse03: Ci riesci sempre. Non sai fare altro. Prima mi dici che provi a innamorarti, poi fai l’opposto.
La lettura è avvincente, e se il romanzo scorre veloce non è per leggerezza ma perché è animato da un meccanismo a orologeria che coinvolge e allarma come il ticchettio di una bomba a tempo. I personaggi sono veri, fatti di carne e sangue. Molto convincenti quelli di Michele e del fratello Sergio. Esemplare la madre di Michele, nella sua rigidità dolente e ferocemente ottusa. Forse un po’ meno convincente il personaggio di Francesco, la cui contraddittorietà nei confronti della vita religiosa lascia qualche punto oscuro: perché se è chiaro il conflitto con la Chiesa, in un rapporto di ribellione/sottomissione che si evolve coerentemente alla storia, manca del tutto la frattura interiore rispetto al sentimento della fede. Anche il perenne altalenare del gioco di coppia in un continuo cercarsi e respingersi (ma è proprio questo che tiene con il fiato sospeso) ha forse qualche andirivieni di troppo.
Una doverosa menzione va alla copertina, che incatena lo sguardo con la sua geometrica semplicità e il felice accostamento dei colori. Non si dimentica, proprio come questa storia.
di Givanna Repetto
Straordinariamente attuale, perché parte del dialogo si svolge in chat e perché vi si parla di un amore fra uomini proprio in un momento in cui l’Italia ha finalmente sdoganato le unioni civili, va però assolto da qualunque sospetto di un’intenzionalità furbesca e di “mercato”, perché la passione che ne trapela svela la sincerità e l’urgenza nel render conto di un dramma.
La relazione di Michele e Francesco inizia su internet.
La chat è un gioco d’azzardo. Imbriglia in dinamiche che ingigantiscono a perdita d’occhio e spazzano via il delirio di controllo. (…) una volta entrati in quei meandri, monta la voglia di infilarsi in ogni anfratto, in ogni via e vicolo sconosciuti, in ogni sentiero segnato da uomini virtuali…
Dopo una prima fase di sondaggio reciproco fra detto e non detto, esitazioni e progressive scoperte, i due approdano al contatto diretto. Ma all’incontro personale e sessuale essi arrivano gravati dai propri scheletri nell’armadio, che rendono la relazione problematica e perfino pericolosa. Il fardello di Francesco è più evidente, eclatante, ma in definitiva perfino intrigante agli occhi di Michele: Francesco è un sacerdote cattolico. Diverso è il problema di Michele, meno evidente e più subdolo, e qui è il momento di dire che in realtà la partita si gioca a tre. Perché il suo problema non è solo quello di avere alle spalle una famiglia tradizionalista e chiusa, ma anche di dover fare i conti con la presenza di un fratello omofobo e bullo che vorrebbe “guarirlo” a modo suo. Personaggio sgradevole, di cui il lettore vorrebbe liberarsi presto, salvo poi scoprire quanto sia reciproco e indissolubile l’invischiamento che lo lega al protagonista.
Sergio era malato, curiosamente malato di capire a modo suo chi fossero i diversi. Studiava me e si circondava di altri maschi simili a lui, maschi normali – come li definiva - per tracciare dei confini precisi.
Andrea Mauri lavora con grande profondità e finezza sulla trama delle relazioni, dove niente è dato per scontato. Ci si accorge, man mano che si procede, che il rapporto fra Michele e suo fratello Sergio ha implicazioni di grande complessità, e che non è meno centrale di quello fra Michele e Francesco. Anzi, la consapevolezza che ne deriva si espande e dilaga fino a invadere la scena.
Qui devo fermarmi. Non solo sarebbe scorretto dire di più anticipando lo svolgimento della storia, ma sarebbe perfino azzardato cercare di restituire in forma semplificata quello che l’Autore comunica attraverso un prisma di sfaccettature e di stratificazioni psicologiche governate con grande maestria e ricchezza di significati. Ne scaturisce una storia di grande potenza, che spiazza continuamente il lettore.
I dialoghi, concitati e contraddittori, danno conto di una relazione in continuo subbuglio come un magma che si muove inarrestabile verso un’imprevedibile destinazione.
>mickeymouse03: Perché hai usato quell’espressione dopo che siamo stati insieme?
>itagnolo75: Quale?
>mickeymouse03: “È stato quasi amore”. Non hai idea di quanto sia perfida.
>itagnolo75: Non avevo intenzione di offenderti.
> mickeymouse03: Ci riesci sempre. Non sai fare altro. Prima mi dici che provi a innamorarti, poi fai l’opposto.
La lettura è avvincente, e se il romanzo scorre veloce non è per leggerezza ma perché è animato da un meccanismo a orologeria che coinvolge e allarma come il ticchettio di una bomba a tempo. I personaggi sono veri, fatti di carne e sangue. Molto convincenti quelli di Michele e del fratello Sergio. Esemplare la madre di Michele, nella sua rigidità dolente e ferocemente ottusa. Forse un po’ meno convincente il personaggio di Francesco, la cui contraddittorietà nei confronti della vita religiosa lascia qualche punto oscuro: perché se è chiaro il conflitto con la Chiesa, in un rapporto di ribellione/sottomissione che si evolve coerentemente alla storia, manca del tutto la frattura interiore rispetto al sentimento della fede. Anche il perenne altalenare del gioco di coppia in un continuo cercarsi e respingersi (ma è proprio questo che tiene con il fiato sospeso) ha forse qualche andirivieni di troppo.
Una doverosa menzione va alla copertina, che incatena lo sguardo con la sua geometrica semplicità e il felice accostamento dei colori. Non si dimentica, proprio come questa storia.
di Givanna Repetto
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Andrea Mauri
Due secondi di troppo
Il Seme Bianco, Pag. 132 Euro 13,90Mauri è uno scrittore che lascia il segno. Dove tocca graffia. Stimola, disturba, costringe a riflettere su interrogativi fatti per rimanere aperti. In Mickeymouse03, recensito a suo tempo sul Paradiso, si trattava di una relazione fra due uomini stritolati dalla pressione congiunta di Chiesa e famiglia e tormentati dai loro stessi dubbi. Qui il tema principale è quello della dipendenza fra madre e figlio, in una fase della vita in cui la dipendenza è particolarmente penosa.
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