RECENSIONI
Ray Banks
Nato di sabato
Del Vecchio editore, Pag.318 Euro 15,00
Dice la quarta di copertina: Banks è parte della generazione di scrittori post-Rankin per i quali l'hard-boiled non è uno stato d'animo, ma una realtà.
E' d'uopo una precisazione: non è chiaro, stando alla definizione, se Banks si contrappone a Rankin o se è debito allievo. Io opterei per una decisa contrapposizione: i due utilizzano stili completamente diversi e hanno diversa anche la collocazione 'metropolitana (il primo Manchester, il secondo Edimburgo).
La prosa colloquiale di Banks etichettata (ah, maledette queste etichette!) tough-gay (cioè quel fraseggio rapido con ritmo infernale contrappuntato da un gergo spesso catechistico-scatologico-fallico-onomastico: io lo chiamo stile 'cristo-merda-cazzo-joe') non ha nulla a che vedere con la narrativa elegante – ammettiamolo pure, anche un tantino soporifera a volte – di Rankin. E diverse sono anche le finalità.
Banks sicuramente vuole rinverdire i fasti di un hard-boiled che a seconda dei momenti o dei punti di vista viene indicato come morto, resuscitato o giammai passato di moda. Ed inventa un personaggio, Cal Innes, di sicuro fuori dai canoni e con qualche problemino irrisolto (voglio addebitare certe mancanze alla struttura stessa del personaggio, non ai limiti di costruzione psicologica di Banks).
Proviamo a decifrarlo prendendo qualcosa dal libro: - Certo che sì, - mi dice. – Non sei migliore degli altri. Sei solo un teppista del cazzo, in jeans e scarpe da ginnastica, che gioca a fare l'investigatore privato perché ha troppa paura della vita vera. (Pag. 276).
Dalla lettura del noir risulta proprio così, ma rimane una definizione del personaggio poco edificante. Tant'è: riesce comunque ad essere simpatico per un'aura, diciamo così, giovanilistica che in qualche modo lo permea.
Agisce, come abbiamo già detto, nell'area di Manchester, in un periodo storico, fine millennio ed inizio, che si colloca immediatamente dopo il declino della 'rave culture' movimento che si era costruito un legame quasi indissolubile con la diffusione delle nuove droghe sintetiche e che portò poi alla chiusura di uno dei locali più in voga e di moda del periodo, quell'Hacienda, luogo di culto e fucina di nuovi talenti per il rock alternatico e la musica house, creato e gestito dal famoso Tony Wilson.
Lo ammetto: ci interesserebbe leggere un 'seguito', non tanto alla ricerca di un 'setting' che non sia già stato utilizzato e profanato (e Manchester in questo caso mi sembra abbastanza 'vergine'), quanto per un approfondimento del personaggio Cal Innes che, in questa prima avventura, ci sembra un po' fuori fuoco e tutto sommato, considerando che materia del contendere è l'hard-boiled, ingenuo.
Noi attendiamo. Anche perché può capitare, come avrebbe detto Lucrezio, accidere ex una scintilla incendia passim (a volte da una sola scintilla può scoppiare un incendio). Chiaro no?
di Alfredo Ronci
E' d'uopo una precisazione: non è chiaro, stando alla definizione, se Banks si contrappone a Rankin o se è debito allievo. Io opterei per una decisa contrapposizione: i due utilizzano stili completamente diversi e hanno diversa anche la collocazione 'metropolitana (il primo Manchester, il secondo Edimburgo).
La prosa colloquiale di Banks etichettata (ah, maledette queste etichette!) tough-gay (cioè quel fraseggio rapido con ritmo infernale contrappuntato da un gergo spesso catechistico-scatologico-fallico-onomastico: io lo chiamo stile 'cristo-merda-cazzo-joe') non ha nulla a che vedere con la narrativa elegante – ammettiamolo pure, anche un tantino soporifera a volte – di Rankin. E diverse sono anche le finalità.
Banks sicuramente vuole rinverdire i fasti di un hard-boiled che a seconda dei momenti o dei punti di vista viene indicato come morto, resuscitato o giammai passato di moda. Ed inventa un personaggio, Cal Innes, di sicuro fuori dai canoni e con qualche problemino irrisolto (voglio addebitare certe mancanze alla struttura stessa del personaggio, non ai limiti di costruzione psicologica di Banks).
Proviamo a decifrarlo prendendo qualcosa dal libro: - Certo che sì, - mi dice. – Non sei migliore degli altri. Sei solo un teppista del cazzo, in jeans e scarpe da ginnastica, che gioca a fare l'investigatore privato perché ha troppa paura della vita vera. (Pag. 276).
Dalla lettura del noir risulta proprio così, ma rimane una definizione del personaggio poco edificante. Tant'è: riesce comunque ad essere simpatico per un'aura, diciamo così, giovanilistica che in qualche modo lo permea.
Agisce, come abbiamo già detto, nell'area di Manchester, in un periodo storico, fine millennio ed inizio, che si colloca immediatamente dopo il declino della 'rave culture' movimento che si era costruito un legame quasi indissolubile con la diffusione delle nuove droghe sintetiche e che portò poi alla chiusura di uno dei locali più in voga e di moda del periodo, quell'Hacienda, luogo di culto e fucina di nuovi talenti per il rock alternatico e la musica house, creato e gestito dal famoso Tony Wilson.
Lo ammetto: ci interesserebbe leggere un 'seguito', non tanto alla ricerca di un 'setting' che non sia già stato utilizzato e profanato (e Manchester in questo caso mi sembra abbastanza 'vergine'), quanto per un approfondimento del personaggio Cal Innes che, in questa prima avventura, ci sembra un po' fuori fuoco e tutto sommato, considerando che materia del contendere è l'hard-boiled, ingenuo.
Noi attendiamo. Anche perché può capitare, come avrebbe detto Lucrezio, accidere ex una scintilla incendia passim (a volte da una sola scintilla può scoppiare un incendio). Chiaro no?
di Alfredo Ronci
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