RECENSIONI
Asa Schwarz
Nefilim
Fanucci, Pag. 258 Euro 17.00
Questo l'ho chiuso a pagina 188. Irritante. Anzi letteralmente insopportabile. Prima cosa, qualcuno vuole dire all'autrice che quella che ha descritto nel romanzo non è Stoccolma ma Cuba? Voglio dire, va bene l'ideologia, ma falsare così la realtà è francamente imbarazzante. Riscaldamento globale? Ma di che blaterano questo soloni della meteorologia? Questi scienziati terroristi dell'Onu? L'hanno sentito l'inverno appena trascorso, si sono resi conto che l'Europa non ha avuto quasi la primavera per il freddo che ha fatto fino ai primi di giugno? Conosco Stoccolma molto bene, c'ho passato due estati negli ultimi dieci anni, terrificanti; un freddo mai sentito. E questa qui che scribacchia, in ogni pagina gronda sudore, 30 e passa gradi, la gente che ansima come nemmeno a Dubai. A Stoccolma, quando va bene, fa una o due settimane a luglio di bel tempo e caldo, il resto dell'estate non supera i 23 gradi. Quando va male c'è bisogno del piumino perché di notte scende sotto i 10 gradi. Seconda cosa, Nova, la protagonista. Una scopiazzatura ignobile della Lisbeth di Stieg Larrson, io dico con quale faccia di culo questi pseudo scrittori si presentano ai loro lettori. Terzo. I Nefilim. Mi aveva incuriosito il titolo, a me, patito di ufologia. Ho pensato, un bel thriller che ci svela la presenza aliena sulla terra; i Nefilim che la Bibbia considera coloro che sono scesi dal cielo sulla terra e hanno generato figli umani (si sono scopati le femmine umane) e per questo le chiese ci hanno sconquassato i coglioni col peccato originale. Invece niente, una solfa ridicola imbottita di cattolicesimo e arca di Noè ritrovata in Turchia e diluvio universale (guarda caso anche qui con in mezzo la colossale bugia del riscaldamento globale). Quarto. Mi dispiace per Fanucci ma francamente mi rivolgo direttamente a lui; ma come cacchio si fa a pubblicare una cosa simile, dopo aver fatto conoscere all'Italia Dick ed Heinlein, ma come è possibile che si debba sopportare il fatto che si privilegiano pubblicazioni e investimenti di epigoni di epigoni di epigoni (in questo caso la bruttissima copia del giallista svedese) pur di vendere qualche copietta in più, pagare i traduttori e magari non spendere due euro su qualche italiano esordiente che magari si sta facendo il culo per trovare qualcuno che gli dia retta e sfortuna sua finisce nella fauci di quelli come Il Filo/L'Albatro che gli fanno sborsare migliaia di euro per far finire le copie in cantina? Forse, cari editori, isognerebbe imporvi, come ha fatto il povero presidente federale Abete per gli stranieri nel campionato di calcio, il blocco, in questo caso delle traduzioni, o un limite, e riservare una quota di investimenti fissa alla narrativa italiana che non sia la scopiazzatura della cronaca dei giornali o dei best seller internazionali. Meglio Topolino sotto l'ombrellone, ve l'assicuro. Quinto, dimenticavo, la trama del romanzo. Credetemi, non ha importanza.
di Adriano Angelini
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