RECENSIONI
Marco Sommariva
Ombre dal futuro. Viaggio nella letteratura distopica.
Edizioni Malamente, Pag.702 Euro 24
Domenico Gallo, scrittore ed esperto di fantascienza, nell’introduzione a questo volume antologico sulla narrativa distopica da Seicento ai giorni nostri, cita Edoardo Galeano. Lo scrittore uruguaiano, interrogato su cosa fosse l’utopia, la paragona all’orizzonte: “Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l’utopia? Serve proprio a questo: a camminare”.
Marco Sommariva è uno scrittore e saggista eclettico, di tendenza libertaria. Ha scritto romanzi, racconti e saggi che spesso avevano a che fare con il cammino verso l’utopia.In questa poderosa antologia (oltre settecento pagine) si occupa del suo contrario, cioè della narrativa distopica, una branca della fantascienza (ma non solo) che saltuariamente, soprattutto in periodi di crisi e di cambiamento, ritorna in auge.
Negli ultimi anni hanno avuto un certo successo serie televisive come Black Mirror e Altered Carbon (a suo tempo ispirato a una serie di romanzi neo cyberpunk di Richard K. Morgan), mentre l’eco del successo di Matrix (ispirato ai saggi di Jean Baudrillard) e di
Ghost in the Shell https://www.lospaziobianco.it/ghost-the-shell/ non si è ancora spenta.
Proprio in questo periodo si scatenano i dibattiti sui vantaggi e i pericoli dell’intelligenza
artificiale, che sta per diventare realtà dopo essere stata una chimera della fantascienza e
del cyberpunk. A un livello intellettuale più alto si è tornati a discutere di Accellerazionismo
(quello di destra, originato da Nick Land con i suoi cupi Collasso e Illuminismo Oscuro e
quello di sinistra, con i suoi Srnicek e Williams) o dell’ambiguo movimento Lungotermista
del Future of Life Istitute, il cui il più noto esponente è il bizzarro miliardario Elon Musk
https://www.wired.it/article/intelligenza-artificiale-lettera-elon-musk-errori/ (su cui è basato il personaggio di Peter Isherwell nel film Don’t look up).
Insomma, anche adesso il futuro torna a fare paura. E spesso la letteratura, spesso quella di
genere ma non solo, ha saputo tradurre questa paura in opere sempre molto interessanti, se
non addirittura capolavori, come 1984 di Orwell e Fahrenheit 451 di Bradbury nel
Novecento, o le opere di Johathan Swift nel Settecento o Mary Shelley nell’Ottocento.
Marco Sommariva, nel suo lungo cammino, riporta i testi un centinaio di opere, ognuna
presentata da una breve introduzione.
L’autore parte da La Terra Australe di Gabriel de Foigny del 1676 e arriva al 2020 con
Melma rosa di Fernanda Trìas. spaziando da Jules Verne a H. G. Wells, da Jack London a
Zamjatin, a giganti della letteratura come Nabokov, Camus, Vonnegut, da Philip Dick a
Saramago, Margaret Atwood e Friederich Durrenmatt e tanti altri.
Uno dei libri antologizzati è Da noi non può succedere (titolo originale It can’t happen here) ,
un romanzo di Sinclair Lewis (Premio Nobel 1950) pubblicato negli USA nel 1935. In Europa
il fascismo riscuoteva sempre più successo e, a parte Francia, Regno Unito e paesi
scandinavi, dominavano le dittature e i regimi totalitari. Sinclair Lewis immagina che un
senatore populista, Buzz Windrip, sconfigga il presidente uscente Franklin Delano Roosvelt.
Il suo programma prevede ordine, il ritorno degli USA alla perduta potenza (Make America
Great Again?) e in generale tutte le parole d’ordine del complottismo qualunquista che già
negli anni Venti e Trenta del secolo scorso furono utilizzate dai movimenti politici autoritari e
negli ultimi anni, grazie alla facilità di diffusione delle fake news sui social network, hanno un
grande successo: negli USA, grazie QAnon e l’alt-right; e in Europa, a partire dalla Internet
Research Agency di S. Pietroburgo diretta da Prigozhin, grazie ai movimenti populisti
estremisti, complottisti, antieuropei e antiscientifici.
Dal romanzo furono prodotte varie opere teatrali e un film mai realizzato e ha ispirato un
documentario del 1965 e anche la serie tv Visitors (il progetto originale della NBC prevedeva
appunto una dittatura negli USA degli anni Trenta, poi si preferì un’invasione aliena).
https://mjsimpson-films.blogspot.com/2013/12/interview-kenneth-johnson.html
Uno dei brani riprodotti riporta: “Perché hai tanta paura della parola Fascismo? È solo una
parola... Solo una parola! La sostanza, poi, non è così cattiva (...) non sarebbe poi così male
un vero Uomo Forte come Hitler e Mussolini, come Napoleone o Bismarck ai bei vecchi
tempi e dargli la possibilità di governare il paese e di renderlo di nuovo efficiente e prospero”
di Ettore Maggi
Marco Sommariva è uno scrittore e saggista eclettico, di tendenza libertaria. Ha scritto romanzi, racconti e saggi che spesso avevano a che fare con il cammino verso l’utopia.In questa poderosa antologia (oltre settecento pagine) si occupa del suo contrario, cioè della narrativa distopica, una branca della fantascienza (ma non solo) che saltuariamente, soprattutto in periodi di crisi e di cambiamento, ritorna in auge.
Negli ultimi anni hanno avuto un certo successo serie televisive come Black Mirror e Altered Carbon (a suo tempo ispirato a una serie di romanzi neo cyberpunk di Richard K. Morgan), mentre l’eco del successo di Matrix (ispirato ai saggi di Jean Baudrillard) e di
Ghost in the Shell https://www.lospaziobianco.it/ghost-the-shell/ non si è ancora spenta.
Proprio in questo periodo si scatenano i dibattiti sui vantaggi e i pericoli dell’intelligenza
artificiale, che sta per diventare realtà dopo essere stata una chimera della fantascienza e
del cyberpunk. A un livello intellettuale più alto si è tornati a discutere di Accellerazionismo
(quello di destra, originato da Nick Land con i suoi cupi Collasso e Illuminismo Oscuro e
quello di sinistra, con i suoi Srnicek e Williams) o dell’ambiguo movimento Lungotermista
del Future of Life Istitute, il cui il più noto esponente è il bizzarro miliardario Elon Musk
https://www.wired.it/article/intelligenza-artificiale-lettera-elon-musk-errori/ (su cui è basato il personaggio di Peter Isherwell nel film Don’t look up).
Insomma, anche adesso il futuro torna a fare paura. E spesso la letteratura, spesso quella di
genere ma non solo, ha saputo tradurre questa paura in opere sempre molto interessanti, se
non addirittura capolavori, come 1984 di Orwell e Fahrenheit 451 di Bradbury nel
Novecento, o le opere di Johathan Swift nel Settecento o Mary Shelley nell’Ottocento.
Marco Sommariva, nel suo lungo cammino, riporta i testi un centinaio di opere, ognuna
presentata da una breve introduzione.
L’autore parte da La Terra Australe di Gabriel de Foigny del 1676 e arriva al 2020 con
Melma rosa di Fernanda Trìas. spaziando da Jules Verne a H. G. Wells, da Jack London a
Zamjatin, a giganti della letteratura come Nabokov, Camus, Vonnegut, da Philip Dick a
Saramago, Margaret Atwood e Friederich Durrenmatt e tanti altri.
Uno dei libri antologizzati è Da noi non può succedere (titolo originale It can’t happen here) ,
un romanzo di Sinclair Lewis (Premio Nobel 1950) pubblicato negli USA nel 1935. In Europa
il fascismo riscuoteva sempre più successo e, a parte Francia, Regno Unito e paesi
scandinavi, dominavano le dittature e i regimi totalitari. Sinclair Lewis immagina che un
senatore populista, Buzz Windrip, sconfigga il presidente uscente Franklin Delano Roosvelt.
Il suo programma prevede ordine, il ritorno degli USA alla perduta potenza (Make America
Great Again?) e in generale tutte le parole d’ordine del complottismo qualunquista che già
negli anni Venti e Trenta del secolo scorso furono utilizzate dai movimenti politici autoritari e
negli ultimi anni, grazie alla facilità di diffusione delle fake news sui social network, hanno un
grande successo: negli USA, grazie QAnon e l’alt-right; e in Europa, a partire dalla Internet
Research Agency di S. Pietroburgo diretta da Prigozhin, grazie ai movimenti populisti
estremisti, complottisti, antieuropei e antiscientifici.
Dal romanzo furono prodotte varie opere teatrali e un film mai realizzato e ha ispirato un
documentario del 1965 e anche la serie tv Visitors (il progetto originale della NBC prevedeva
appunto una dittatura negli USA degli anni Trenta, poi si preferì un’invasione aliena).
https://mjsimpson-films.blogspot.com/2013/12/interview-kenneth-johnson.html
Uno dei brani riprodotti riporta: “Perché hai tanta paura della parola Fascismo? È solo una
parola... Solo una parola! La sostanza, poi, non è così cattiva (...) non sarebbe poi così male
un vero Uomo Forte come Hitler e Mussolini, come Napoleone o Bismarck ai bei vecchi
tempi e dargli la possibilità di governare il paese e di renderlo di nuovo efficiente e prospero”
di Ettore Maggi
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