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RECENSIONI

Fernando Pessoa

Poesie esoteriche

Guanda, Pag. 133 Euro 12,00
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Un suono lontano. Queste poesie hanno questo odore. Si perdono in questo colore sbiadito e delineato al tempo stesso nella dicotomica danza del tempo che si vive e dell'antico. Non del passato, perché quello resta vicino, mentre qui è l'antico abbracciato al segreto che balza sul tappeto del presente scivolando su di esso e restando sdraiato a riposare.

Nell'incanto della costellazione del poeta portoghese svanisce la lucida capacità di poter capire, ogni verso e parola è semplicemente assorbita dalla lettura. È poesia che infetta questa, che non lascia scampo ai leucociti della normalità, un'inguaribile morbo che colpisce e non lascia scampo.

Attraverso simbolismi, esoterismo e una magia occulta paragonabile soltanto a una filosofia-religione comincia un percorso in cui veniamo accompagnati per mano dall'autore, che distratto dal suo sapere, illustra quadri senza nome, strade che non si possono conoscere perché mai battute, stanze con arredamenti fitti che non lasciano spazio allo sguardo curioso e tavole traballanti che

nascondono segreti sotterrati dai padri dei padri. Siamo in un mondo dove tutto è scoperta, in cui non si deve far altro che essere iniziati, docili e attenti.

Fernando Pessoa si avvicinò all'occultismo quando lavorò alla traduzione di due nomi tutelari per il teosofismo inglese, Helena Blavatasky e Annie Besant e tale fu la forza con cui le dottrine che studiò entrarono in lui che non poté più ritrarsene, (tanto da scriverlo in una lettera al suo amico poeta, Mário de Sá- Carneiro:«Ora (...) conosco l'essenza del sistema. Mi ha sconvolto a un punto tale che non l'avrei mai immaginato ») restando semplicemente sconcertato dall'ampiezza di visione che queste gli avevano regalato facendolo rinascere.

È così che comincia l'illuminazione, che vive, viene nutrita e continua con l'incontro con Aleister Crowley e l'asserzione di essere seguace di una tradizione occulta che affonda le radici nella Gnosi cristiana antica, nella Cabbala, nel pensiero dei Rosacroce (celebrato nella poesia 'Sulla tomba di Christian Rosencreutz') e nella Massoneria. Un'epifania che parla di eroi, del Portogallo, di un ordine intellettuale e antico e magistralmente spiegata nella chiara introduzione del curatore Francesco Zambon, che con il suo amore per il poeta portoghese fa da passepartout perfetto nel castello di carta di Poesie Esoteriche.

In questo lungo viaggio non si deve avere preconcetto alcuno, sarebbe un errore madornale e irrimediabile: gli eteronimi, i luoghi, i sottesi fanno parte di noi in maniera inimmaginabile, naturale e ci fanno restare ingabbiati in squarci poetici che lacerano lo spazio e il tempo relegandoli all'hic et nunc del discepolo che legge le opere del maestro. Tutto qui. Tutto è molto semplice se la visione è pura, umile. Ma un preconcetto verso ciò che è scritto può spezzare la magia, uno sguardo indietro può far scomparire o diventare di sale.

Si entra sapendo di poter uscire dal corpo poetico, dal rito orale che ripetiamo nel silenzio della lettura, eppure si preferisce restare immobili davanti alla porta d'entrata, girare le spalle e ricominciare il viaggio.

«E, sebbene sia oscuro e ingannevole tutto lungo la via, egli cammina sicuro e, vincendo via e muro giunge (...)» là dove giace, avvolto dai versi, l'elisir d'eterna giovinezza di Fernando Pessoa.

Un elisir che ha il sapore dell'uomo di fronte alla scoperta dell'uomo.







di Alex Pietrogiacomi


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