RECENSIONI
Alejandro Jodorowsky
Psicoposta
Castelvecchi, Pag. 159 Euro 13,00
Del libro si presuppone, anche se la quarta di copertina non lo dice, che sia una sorta di riassunto di una rubrica che il regista (e molto altro) tiene sulle pagine di XL di Repubblica (e poi ci si chiede perché dei ragazzi filmino la morte della propria compagna e riversino le immagini su You Tube... ti credo, se leggono quella robaccia!).
E si presuppone pure che se non si è forniti di una buona dose d'ironia e di un senso meno castrante delle ridondanze intellettuali si rischia di far la fine del mulo di Monte Porzio (conoscete la storia? Allora, il mulo di Monte Porzio affronta una salita con un carico molto pesante. Arrivato in cima si affloscia con un sorriso sulle labbra. Il proprietario vedendolo dice: oh, ava' come ride! In realtà è morto di fatica.). Ma che mi significa, potrebbe dire qualcuno?
Significa che se si ignora l'aspetto meno accademico delle cose ci si stizzisce di brutto.
Dunque: Jodorowsky che si professa maestro di spiritualità e negromante già nelle prime pagine confessa i suoi limiti (chiaro, sa di poter scherzare, e ci gioca): Io do consigli per risolvere problemi, ma non sono un mago che può trasformare in realtà i desideri di chi mi consulta. Pag.18.
Quindi un non-mago di psicomagia è come la "Barca senza vento" di Paolo Vallesi (anche se il cantante confessava a cuore aperto che sono una barca che va anche in assenza di vento, ma come faccio non so): ha pochi mezzi, ma molto fantasia, a volte addirittura sfrenata. Come quando il povero Paolo (un altro, non vi preoccupate, un lettore, non il cantante) chiede al Nostro lumi sul raggiungimento del Sé e gli viene consigliato, senza troppe pippe mentali, di vestirsi da donna e frequentare un bar gay (lo consiglierei anche ad Alessandro Meluzzi, lo psicologo di Forza Italia, ma lui purtroppo non mi scrive).
Ma Jodorowsky ha ben altra statura: conscio di possedere un'attrezzatura freudiana di tutto rispetto, sgancia i suoi "peti" psicomagici non senza averla prima cantata a tutti e soprattutto urlata contro le ignominie delle convenzioni sociali: Quattro vette sono offerte ai maschi: possono pretendere di diventare campioni, eroi, geni o santi. Quattro vette sono offerte anche alle donne: possono pretendere di diventare madri, vergini, puttane o stupide. Pag.22 (...) Prenda una tela e vi dipinga il suo autoritratto utilizzando il sangue mestruale ... se una volta al mese l'uomo avesse l'opportunità di purificarsi in questo modo, smetterebbe di fare la guerra. (pag.22).
La contraddizione in termini che aleggia nelle pagine del libro è un'invenzione dello spirito: nostro, che ragioniamo sempre in compartimenti-stagni, e di Jodorowsky che invece scioglie le briglie della propria fantasia illimitata. Citando Ibsen fa: Lascia da parte i fantasmi e sii prima di tutto un essere umano.
Capito no? Se poi il maestro ti consiglia di bruciare la foto di tuo padre, sciogliere le ceneri in un bicchiere d'acqua e poi berle perché l'essenza da lui passi a te, fallo pure. Potrebbe non far bene, ma intanto te l'ha messo metaforicamente dietro. Ma è il brividino che provi che è segno di riuscita.
di Alfredo Ronci
E si presuppone pure che se non si è forniti di una buona dose d'ironia e di un senso meno castrante delle ridondanze intellettuali si rischia di far la fine del mulo di Monte Porzio (conoscete la storia? Allora, il mulo di Monte Porzio affronta una salita con un carico molto pesante. Arrivato in cima si affloscia con un sorriso sulle labbra. Il proprietario vedendolo dice: oh, ava' come ride! In realtà è morto di fatica.). Ma che mi significa, potrebbe dire qualcuno?
Significa che se si ignora l'aspetto meno accademico delle cose ci si stizzisce di brutto.
Dunque: Jodorowsky che si professa maestro di spiritualità e negromante già nelle prime pagine confessa i suoi limiti (chiaro, sa di poter scherzare, e ci gioca): Io do consigli per risolvere problemi, ma non sono un mago che può trasformare in realtà i desideri di chi mi consulta. Pag.18.
Quindi un non-mago di psicomagia è come la "Barca senza vento" di Paolo Vallesi (anche se il cantante confessava a cuore aperto che sono una barca che va anche in assenza di vento, ma come faccio non so): ha pochi mezzi, ma molto fantasia, a volte addirittura sfrenata. Come quando il povero Paolo (un altro, non vi preoccupate, un lettore, non il cantante) chiede al Nostro lumi sul raggiungimento del Sé e gli viene consigliato, senza troppe pippe mentali, di vestirsi da donna e frequentare un bar gay (lo consiglierei anche ad Alessandro Meluzzi, lo psicologo di Forza Italia, ma lui purtroppo non mi scrive).
Ma Jodorowsky ha ben altra statura: conscio di possedere un'attrezzatura freudiana di tutto rispetto, sgancia i suoi "peti" psicomagici non senza averla prima cantata a tutti e soprattutto urlata contro le ignominie delle convenzioni sociali: Quattro vette sono offerte ai maschi: possono pretendere di diventare campioni, eroi, geni o santi. Quattro vette sono offerte anche alle donne: possono pretendere di diventare madri, vergini, puttane o stupide. Pag.22 (...) Prenda una tela e vi dipinga il suo autoritratto utilizzando il sangue mestruale ... se una volta al mese l'uomo avesse l'opportunità di purificarsi in questo modo, smetterebbe di fare la guerra. (pag.22).
La contraddizione in termini che aleggia nelle pagine del libro è un'invenzione dello spirito: nostro, che ragioniamo sempre in compartimenti-stagni, e di Jodorowsky che invece scioglie le briglie della propria fantasia illimitata. Citando Ibsen fa: Lascia da parte i fantasmi e sii prima di tutto un essere umano.
Capito no? Se poi il maestro ti consiglia di bruciare la foto di tuo padre, sciogliere le ceneri in un bicchiere d'acqua e poi berle perché l'essenza da lui passi a te, fallo pure. Potrebbe non far bene, ma intanto te l'ha messo metaforicamente dietro. Ma è il brividino che provi che è segno di riuscita.
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