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Il Paradiso degli Orchi
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RECENSIONI

Anne Holt

Quello che ti meriti

Stile libero Einaudi, Pag. 422 Euro 16,80
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Non me ne voglia il cittadino comune o il censore: ma di bambini maltrattati non se ne 'pole' più. Non perché il problema sia gonfiato o non meriti attenzione, anzi, è che viene trattato come si tratta ormai tutta la 'nera': alla ricerca del mostro da sbattere in prima pagina, non l'ansia di scovare tra le maglie della società marcia fattori destabilizzanti.

Non tocca a me fare della sociologia, per questo bastano i 'prezzolati di regime'. Sto qui invece a parlar di letteratura, di giallo in special modo, perché circola voce che io sia esperta e capace di trattare la materia senza prendere lucciole per lanterne.

Ma il caso volle che Quello che ti meriti, poliziesco della nuova stella del firmamento europeo, la norvegese Anne Holt, parlasse proprio di quello: di rapimenti ed uccisioni di giovanissime vittime.

Dice la scrittrice a pag. 30: Solo fino a qualche anno fa pensavamo che la violenza sui bambini fosse qualcosa che non ci riguardava. Qualcosa che accadeva soltanto negli Stati Uniti..., ma dimenticando di dire (e non credo che le statistiche norvegesi siano diverse dalle nostre o dal resto dell'Europa) che la stragrande maggioranza delle 'azioni' contro minorenni ed infanti avviene all'interno delle quattro mura domestiche.

Si dirà: la suggestione è diversa se l'autore dei misfatti è l'orco di turno, il mostro da prima pagina. Vero, soprattutto per il giallo. Quindi si proceda: ma la trama rischia di diventare pappa, perché a forza di rimestar, anche il miglior grano tenero di qualità, alla fine diventa pasta scotta.

Per giustificare ciò la Holt alza il tiro: Negli Stati Uniti ci sono casi di gente che uccide perché gli è stato servito un BigMac tiepido, - continuò Johanne. – Credo che faremmo meglio a limitarci alle storie di casa nostra. (Pag. 275). Che alla fine non risultano tanto più 'edificanti'. E poi aggiunge: La corruzione è praticamente impensabile in questo paese. Per molte ragioni. Innanzi tutto non abbiamo nessuna tradizione di questo tipo. Può sembrare strano, ma la corruzione implica una sorta di tradizione nazionale. In molti paesi africani, ad esempio... (Pag. 279).

Direi che non ha le idee chiare e non conosce l'Italia. Anzi, come direbbe lei, non conosce la tradizione nazionale dell'Italia. Ma la Holt conosce meglio (per fortuna, ma non la salva dal mio imbecco) i meccanismi del giallo. Sarà per la sua esperienza lavorativa (giornalista televisiva, avvocato e pur'anche Ministro della Giustizia. Vedreste voi l'attuale Alfano alle prese con bambini martoriati ed uccisi, anche solo per finzione? Sarebbe lapidato dall'associazione casalinghe e gli vieterebbero lo struscio al prossimo Family day) o sarà perché s'è fatta due conti e la materia, come si diceva all'inizio, per quanto vulgata male, risultati sempre da. Fatto sta che il romanzo, pur se uguale a molti altri nell'incedere e nella tessitura, si presta a piacevoli momenti.

Ma non ne farei un caso: le vagonate di libri che la Holt , pare, venda in tutta Europa non traggano in inganno.

Chi disse che 'nella merda c'è ancora sostanza'? (Non ci metterei la mano sul fuoco, ma non credo si trovi tra le formiche che s'incazzano). Beh non vorremmo sembrare inurbani: le cose non stanno così, ma non stanno nemmeno come il mercato e gli strilli di copertina ce le vogliono dipingere.

Quello che meriti è giallo da ombrellone. Anche da ustione, se t'attardi sotto il sole a cercar di scoprire il colpevole. Ma non ci si venga poi a chiedere di lenirvi i postumi. Noi vi avevamo avvertito: in quel 'caso' forse ci sarà sostanza, ma la puzza qualcosa vorrà pur dire no?



di Eleonora del Poggio


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